Uno studio sui sogni di Frederik van Eeden

 

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Uno studio sui sogni

Frederik van Eeden (1860-1932: per informazioni biografiche si rimanda a questa pagina) tenne un diario dei propri sogni, registrando una percentuale insolitamente alta di sogni lucidi, per quattordici anni, dal 1898 al 1912. Nel 1913 fu pubblicato un suo articolo dal titolo A Study of Dreams (Proceedings of the SPR, Vol. XXVI, luglio 1913, pp. 431-461). Sebbene alcune delle osservazioni contenute nell’articolo risultino oggi datate e non molto chiare, ed il suo modo di esprimersi sia a volte ridondante, il resoconto delle sue esperienze è tuttora attuale ed interessante. Ecco la traduzione dell'articolo.

Ho iniziato a studiare i miei sogni nel 1896, registrando nel mio diario quelli di maggior interesse. Nel 1898 iniziai a tenere una registrazione separata di un particolare genere di sogni che mi sembravano più importanti degli altri, ed a tutt’oggi ho raccolto circa 500 sogni, di cui 352 sono di quel particolare tipo cui ho accennato. Questo materiale dovrebbe formare la base di quella che spero possa diventare una ricerca scientifica di qualche valore, sempre che riesca a disporre del tempo e delle energie per portare avanti questo compito con la dovuta cura. Nel frattempo, con una perdonabile preoccupazione di non riuscire ad organizzare convenientemente le mie idee in tempi brevi, le ho condensate in una novella dal titolo La sposa dei sogni. La forma fantastica mi ha consentito di trattare con libertà un soggetto non facile, col vantaggio di potervi esprimere idee abbastanza insolite in modo non aggressivo, cioè esotericamente, se così mi posso esprimere. Tuttavia vorrei anche esprimere queste idee in una forma più confacente alla mentalità scientifica, e mi rendo conto che non potrei trovare, a questo scopo, un’udienza più adatta di quella dei membri della SPR, che sono abituati a considerare le ricerche e le idee insolite con mente aperta non disgiunta da spirito critico. Questo scritto dunque è solo un abbozzo preliminare di un ben più ampio lavoro, che spero di poter condurre a termine nei prossimi anni. Desidero per quanto possibile evitare ogni forma di speculazione, limitandomi ai fatti. Fatti che però, avendoli io potuti osservare, mi hanno portato alla ferma convinzione, generalmente parlando, che le varie teorie sulla nostra vita onirica di cui io sia a conoscenza, avanzate fino ad oggi, non siano sufficienti a spiegare alcuni fenomeni. Permettetemi ora di presentare un tentativo di classificazione dei differenti tipi di sogno che ho personalmente sperimentato ed osservato lungo un periodo di sedici anni. Sono riuscito ad identificare nove diverse specie di sogni, ognuna delle quali presenta dei caratteri peculiari. Vi sono ovviamente forme intermedie e combinazioni dei vari tipi, che però restano sempre riconoscibili nel loro interagire.

Classificazione dei sogni

Chiamo il primo tipo sogni iniziali. Sono molto rari: ne ho riconosciuti solo una mezza dozzina tra i miei sogni, e non ho trovato alcun chiaro riferimento ad essi da parte di altri autori. Eppure è un tipo di sogno molto caratteristico e facilmente distinguibile. Ha luogo solamente nel momento in cui ci si addormenta, quando il corpo è in una normale condizione di benessere, e tuttavia molto stanco. In questo caso la transizione dalla veglia al sonno avviene mediante un breve attimo di ciò che viene comunemente chiamato incoscienza, ma che io preferirei chiamare discontinuità della memoria. Non si tratta di ciò che Maury chiama allucinazione ipnagogica, fenomeno che riconosco molto bene nell’ambito delle mie esperienze, ma che non ritengo faccia parte della categoria dei sogni. Durante le allucinazioni ipnagogiche abbiamo delle visioni, ma conserviamo la piena percezione del nostro corpo. Durante un sogno iniziale, invece, io vedo e sento come in qualsiasi altro sogno. Ho un ricordo quasi completo della realtà quotidiana, so di essere addormentato e dove mi trovo, ma tutte le percezioni legate al corpo fisico, interne ed esterne, viscerali o periferiche, sono completamente assenti. Di solito ho la sensazione di fluttuare o volare, ed osservo con perfetta lucidità che ogni sensazione di fatica e di logoramento corporeo è sparita. Mi sento ristorato ed in piena forma, posso muovermi e fluttuare in ogni direzione, e tuttavia so che, nello stesso tempo, il mio corpo è stanco morto e ben addormentato.

Come risultato di accurate osservazioni, sono convinto che le condizioni corporee del dormiente non hanno di norma alcuna influenza sul carattere dei sogni, con l’eccezione di alcuni casi, rari ed anomali, in prossimità del risveglio, o in quei sogni di un secondo tipo che ho classificato come sogni patologici, nei quali febbre, indigestione o qualche forma di avvelenamento hanno un ruolo significativo: si tratta una minoranza di casi.  Per quanto mi riguarda, ho goduto di ottima salute per tutta la durata delle mie osservazioni, senza alcun disturbo di natura nervosa o viscerale. Tanto il mio sonno quanto la mia digestione sono normalmente ottimali. Tuttavia mi è capitato di avere i più terribili incubi, mentre il mio corpo era ben riposato ed in buona salute, e di avere deliziosi sogni pieni di pace a bordo di una nave durante una tempesta, o su un vagone-letto ferroviario. Vorrei, perciò, definire il vero sogno come quello stato nel quale le sensazioni corporee, siano esse viscerali, interne o periferiche, non possono pervenire alla mente direttamente, ma solo sotto forma di un simbolo o di un’immagine.

Evito di proposito, per quanto possibile, i termini coscienza ed inconscio, che possono andar bene nel linguaggio colloquiale, ma non sono in grado di esprimere nessun chiaro significato. Non ho idea di cosa significhi inconscio in quanto sostantivo. Ho capito che posso cavarmela meglio utilizzando le parole memoria, ricordo, personalità e persona, nel senso originario del termine (dal latino persona, la maschera indossata dagli attori). Non ritengo infatti appropriato definire inconscio il corpo di una persona dormiente o narcotizzata. Durante la mia carriera di psicoterapeuta, avendo indotto mediante suggestione il sonno (ipnotico) in diverse persone, ho imparato che il corpo umano può agire come una persona semicosciente, senza che la mente vigile conservi traccia mnemonica di quanto accade. Oggi sappiamo che una scissione della personalità umana è possibile, non solo in due, ma anche in tre o più parti. Durante le mie sedute con Mrs. Thompson, abbiamo osservato che dopo una trance, durante la quale essa parlava con la personalità di Nelly o di qualche altro controllo, essa stessa ricordava sogni che non avevano niente a che vedere con le cose di cui ci aveva parlato. Si può dire che il suo essere risultava esser stato diviso in tre entità: il corpo in trance, apparentemente addormentato; il controllo, che parlava attraverso la sua bocca; e Mrs. Thompson, che stava sognando in tutt’altre sfere. Tutte queste persone, o personalità, erano certamente coscienti in qualche modo, poiché ogni cosa è probabilmente cosciente. Il problema è: in quale direzione vanno i fili della memoria che ci consentono di identificare le persone?

Sogni ordinari, sogni vividi

So che Havelock Ellis e molti altri autori non accetteranno la mia definizione, dato che essi negano la possibilità di mantenere la memoria individuale e la libera volizione in sogno. Essi diranno che ciò che io chiamo sogno non è un sogno, ma una sorta di trance, di allucinazione, o di estasi. Le osservazioni del marchese d’Hervey, riportate nel suo libro I sogni e il modo di dirigerli, molto simili a quanto io stesso ho sperimentato, son state rigettate allo stesso modo. Questi sogni non possono essere sogni, ha dichiarato Maury. Ora, qui si tratta semplicemente di una questione di nomenclatura. Io posso solo affermare di aver fatto le mie osservazioni durante il normale stato di sonno, profondo e salutare, e che in 352 casi ho conservato il ricordo completo della mia vita quotidiana, e potevo agire volontariamente, sebbene fossi così profondamente addormentato da non poter percepire alcuna sensazione corporea. Se qualcuno rifiuta di chiamare sogno un simile stato mentale, può proporre un nome diverso. Per parte mia, è stata proprio questa forma di sogno, che chiamo sogno lucido, a suscitare il mio interesse più intenso e ad essere registrata con maggior precisione. Sono d’accordo con Havelock Ellis sul fatto che durante il sonno le funzioni psichiche entrano in uno stato di dissociazione. Il mio parere però è che la caratteristica principale dei sogni, al di là della dissociazione, è la reintegrazione: il sogno è una più o meno completa reintegrazione della psiche in una sfera differente, una modalità di esistenza psichica, non spaziale. Tale reintegrazione può essere così profonda da riattivare la piena memoria della vita ordinaria, la riflessione e l’agire volontario basato su di essa.

Il terzo tipo, il sogno ordinario, è quel modello ben noto cui si conforma la grande maggioranza dei sogni, e probabilmente è l’unico tipo di sogni di cui molta gente fa esperienza. Non è particolarmente piacevole o spiacevole, sebbene la tonalità dei suoi contenuti sia variabile. Può aver luogo in ogni momento durante il sonno, sia di giorno che di notte, e non è richiesto alcun disturbo fisico affinché si produca. Questi sogni indicano una dissociazione con una reintegrazione molto imperfetta, e secondo quanto hanno evidenziato diversi autori, sotto diversi aspetti assomigliano alla follia. Le reali condizioni della vita quotidiana sono dimenticate, ed è molto comune la paramnesia, cioè la presenza di falsi ricordi. Questi sogni sono spesso assurdi e confusi, e lasciano poche tracce evanescenti al risveglio.

Il quarto tipo, i sogni vividi, differiscono dai sogni ordinari principalmente per la loro vividezza e per la forte impressione che lasciano, e che può durare ore o anche giorni, con un ricordo quasi penosamente chiaro di ogni dettaglio. Tali sogni vengono generalmente considerati la conseguenza di qualche anomalia della condizione corporea, tuttavia io credo che debbano essere categoricamente distinti dai sogni patologici. A me è capitato di avere simili sogni in condizioni fisiche perfettamente normali. Con questo non voglio dire che qualche tipo di disturbo nervoso, o di affaticamento psichico, o di influenza inconscia dal mondo dello stato di veglia non possa essere stato presente. Però, nel caso tale eventualità si sia verificata, nella maggior parte dei casi è sfuggita alla mia osservazione. Questi sogni vividi sono generalmente assurdi all’eccesso, e falsi, sebbene espliciti e ben ricordati. La mente è completamente dissociata, e la reintegrazione è decisamente anomala. Un bell'esempio di questo genere di sogni viene descritto da Dostojevski in Delitto e castigo, allorquando Kaskolnikoff dorme prima di commettere l'assassinio. Normalmente io trovo sgradevoli i sogni di questo tipo a causa della loro assurdità, del loro carattere insano e della intensa e durevole impressione che lasciano. Fortunatamente sono rari, almeno per quanto mi riguarda. A volte lasciano un profondo convincimento di voler significare qualcosa, di avere un carattere premonitorio o profetico: quando leggiamo di casi di sogni profetici scopriamo che di solito essi appartengono a questo tipo.

Nel mio caso, la maggior parte di questi sogni non ha alcun significato particolare, ma qualche volta non ne sono così certo. Dipende dalla direzione in cui ci muoviamo alla ricerca delle cause. Una notte, mentre ero in giro per una serie di conferenze, venni ospitato da una famiglia in una cittadina di provincia, e mi trovai a dormire in quella che supposi essere la camera degli ospiti. Passai una notte in preda ai sogni più orribili, un continuo incubo confuso, con la forte sensazione che doveva significare qualcosa. E tuttavia mi sentivo in perfetta salute, di buon umore e ben a mio agio. Non potei trattenermi, la mattina seguente a colazione, dal riferire che razza di notte angosciata avevo trascorso. Al che la famiglia che mi ospitava mi raccontò che avevo dormito nella camera di una figlia che si trovava attualmente in una casa di cura per malattie mentali, in preda a gravi disturbi nervosi, e che era solita chiamare quella stanza la sua gabbia della tortura. Qualcuno obietterà che i sogni vividi a volte hanno un carattere molto piacevole, e riempiono giorni interi con una gioia indescrivibile. Questo è vero ma, secondo la mia esperienza, i miei sogni intensamente piacevoli fanno ora sempre parte di un altro tipo di livello più elevato. Da bambino mi capitava di avere questi deliziosi sogni vividi. Ora però hanno cambiato il loro carattere e sono diventati sogni lucidi.

Sogni simbolici, sogni-sensazione

Nel quinto tipo, i sogni simbolici o beffardi, l’elemento caratterizzante è quello che io chiamo demoniaco. Temo che questo termine susciterà qualche mormorio di disapprovazione, o quanto meno qualche sorriso sprezzante. Tuttavia penso di poter difendere con successo l’uso del termine. Concedo senz’altro fin d’ora che l’esistenza reale di esseri che possano essere chiamati demòni è problematica, ma anche la reale esistenza dell'etere interstellare è problematica, sebbene molti scienziati trovino questo concetto utile ed opportuno. Spero di soddisfare anche i più scettici tra i lettori definendo il termine demoniaco nel seguente modo: demoniaci  sono quei fenomeni che producono su di noi l’impressione di essere inventati o prodotti da esseri intelligenti di livello morale molto basso. A me sembra che la grande maggioranza dei sogni riportati da Freud e dai suoi seguaci, ed utilizzati per la costruzione della sua elaborata teoria, appartengano a questo genere. Può essere davvero considerato un fatto audace introdurre il simbolismo dei sogni nel mondo scientifico, e questa è la grande impresa di Freud.

Ma consideriamo ora cosa implica il termine simbolo. Un simbolo è un’immagine, o un evento immaginario, che rappresenta un oggetto reale o un evento col quale ha qualche lontana somiglianza. Ora l’invenzione di un simbolo può essere solo un atto di pensiero, l’opera di qualche tipo di intelligenza. I simboli non possono inventarsi da soli, essi devono essere pensati. E qui sorge la questione: chi opera questo atto intelligente? Chi elabora il simbolo? La risposta offerta dalla scuola freudiana è: il subconscio. Ma qui casca l’asino! Per me il termine subconscio, per indicare un’entità pensante, è altrettanto misterioso, poco scientifico ed occulto della parola demonio. Secondo me si può affermare solamente che nei nostri sogni noi vediamo immagini e facciamo esperienza di eventi, per i quali la nostra mente – la nostra persona, come noi la ricordiamo – non può essere ritenuta responsabile, e che pertanto devono aver origine da qualche sorgente sconosciuta. Sul carattere generale di queste sorgenti, però, possiamo formarci qualche idea, ed io non trovo ingiustificato chiamarle, per i sogni del quinto tipo, demoniache, in quanto di basso livello morale. È in questa classe, peraltro, che l’elemento erotico, o per meglio dire osceno, gioca un ruolo così importante. Nessuna meraviglia dunque che alcuni seguaci della scuola freudiana, a furia di studiare solo questo tipo di sogni, vengano alla conclusione che tutti i sogni abbiano un'origine sessuale.

Il sesto tipo, che io chiamo genericamente sogno-sensazione, è molto interessante, ma non facile da descrivere. Non è un sogno ordinario: non vi sono visioni, né immagini, né eventi, nemmeno una parola o un nome. Ma durante un periodo piuttosto lungo di sonno profondo, la mente è continuamente occupata con una persona, un luogo, un evento di rilievo, o perfino un pensiero astratto. Almeno questo è ciò che si ricorda al risveglio. Una notte fui costantemente impegnato dalla personalità di un signore americano, verso il quale non avevo alcun particolare interesse. Non lo vedevo e non udivo il suo nome, ma al risveglio mi sentii come se egli fosse stato lì presente per tutta la notte. In un’altra occasione fu un pensiero piuttosto intenso ad occupare la mia mente durante il sonno profondo, ed al risveglio ne conservavo un nitido ricordo. Era una domanda: perché un periodo della nostra vita può essere sentito come molto triste, e tuttavia viene ricordato come dolce e bello? E seguiva la risposta: perché un essere umano conosce solo una parte molto piccola del suo essere. Domanda e risposta non mi lasciavano mai, pur essendo il mio sonno molto profondo ed ininterrotto. Questi sogni-sensazione non sono né spiacevoli né assurdi, sempre che il corpo sia in buona salute. Spesso hanno un effetto edificante o consolatorio. Nei casi patologici, tuttavia, possono essere estremamente strani e molesti. Il sognatore può avere la sensazione di essere una specie di quadrato o di cerchio, o provare altre impressioni del tutto indescrivibili.

Sogni lucidi

Il settimo tipo di sogni, da me chiamati sogni lucidi, mi sembra il più interessante e degno di attenta osservazione e studio. Io ho sperimentato e registrato 352 casi di questo tipo nel periodo dal 20 gennaio 1898 al 26 dicembre 1912. In questi sogni lucidi la reintegrazione delle funzioni della psiche è così completa che il sognatore si ricorda della vita quotidiana e della propria condizione, raggiunge uno stato di perfetta coscienza, ed è in grado di dirigere la propria attenzione e di compiere diverse azioni che implicano la libera volontà. Nello stesso tempo il sonno, come posso attestare con sicurezza, è tranquillo, profondo e ristoratore. La prima volta che mi capitò di poter dare uno sguardo a questo stato di lucidità durante il sonno fu nel giugno del 1897, nel modo che segue: stavo sognando di fluttuare attraverso un paesaggio di alberi senza foglie, sapendo che era aprile, quando notai che la prospettiva dei rami e dei ramoscelli mutava in modo molto naturale. Allora, sempre in sogno, riflettei sul fatto che la mia fantasia non sarebbe mai stata in grado di inventare o produrre un’immagine così intricata come il movimento prospettico di quei ramoscelli che vedevo mentre vi passavo accanto fluttuando. Diversi anni dopo, nel 1907, trovai un passaggio in un libro del professor Ernst Mach, in cui la stessa osservazione veniva riferita con una piccola differenza. Al pari di me, Mach giunse alla conclusione di star sognando, ma ciò fu dovuto all’osservazione che il movimento dei ramoscelli era difettoso o anomalo, laddove invece io mi ero meravigliato della sua naturalezza, che la mia fantasia non avrebbe mai potuto inventare. Il professor Mach non ha continuato le sue indagini in questa direzione, probabilmente perché non le riteneva importanti, mentre io presi la risoluzione di stare all’erta alla ricerca di un’altra opportunità, e mi predisposi ad un’attenta osservazione nella speranza di prolungare e di intensificare la lucidità.

Nel gennaio 1898 fui in grado di ripetere l’osservazione. Durante la notte tra il 19 e il 20 sognai di essere sdraiato nel giardino davanti alla finestra del mio studio, e vidi gli occhi del mio cane attraverso le vetrate. Ero sdraiato a pancia in giù ed osservavo il cane intensamente. Nello stesso tempo, però, sapevo con assoluta certezza che stavo sognando e giacevo supino nel mio letto. Allora presi la risoluzione di svegliarmi lentamente ed attentamente, per osservare come la sensazione di stare a pancia in giù si sarebbe trasformata in quella di giacere supino. Così feci, lentamente e deliberatamente, e la transizione, che da allora ho ripetuto svariate volte, fu un’esperienza meravigliosa. È come la sensazione di scivolar via da un corpo per entrare in un altro, e si ha un distinto doppio ricordo di entrambi i corpi. Ricordavo come mi sentivo nel sogno, quando giacevo a pancia in giù, ma ritornando nella vita quotidiana, potevo anche ricordare che il mio corpo fisico era rimasto tutto il tempo tranquillamente sdraiato nel letto, a pancia in su. Da allora, quest'osservazione di una doppia memoria si è ripetuta diverse volte. È talmente evidente che porta quasi inevitabilmente alla concezione dell'esistenza di un corpo-di-sogno.

Havelock Ellis dice, con una specie di sorriso di compatimento, che certa gente che si diletta di occultismo parla di un corpo astrale. Però, se avesse avuto anche solo una di queste esperienze, si sarebbe accorto che noi non possiamo negare né il piacere provato né il corpo-di-sogno. In un sogno lucido la sensazione di avere un corpo con occhi, mani, una bocca che parla, e così via, è perfettamente chiara. Tuttavia nello stesso tempo io so che il corpo fisico è addormentato in una posizione completamente diversa. Al risveglio le due sensazioni si fondono, per così dire, ed io posso ricordare con la stessa chiarezza sia l’agire del corpo-di-sogno che l’immobilità del corpo fisico. Nel febbraio 1899 ebbi un sogno lucido, nel quale feci questo esperimento: disegnai con un dito bagnato di saliva una croce umida sul palmo della mia mano sinistra, con l’intenzione di vedere se la traccia sarebbe stata ancora lì al risveglio. Poi sognai di svegliarmi e percepii la croce umida sulla mia mano sinistra appoggiando il palmo alla mia guancia. Molto tempo dopo mi svegliai per davvero e notai subito che la mia mano fisica non si era mai spostata dalla posizione in cui era rimasta tutto il tempo, giacente sul petto.

La sensazione della voce durante un sogno lucido è davvero meravigliosa, e dopo molti esperimenti rimane sempre una fonte di stupore. Uso la mia voce a pieni polmoni, e sebbene sappia assai bene che il mio corpo fisico giace profondamente addormentato, mi riesce difficile credere che quella voce così forte non venga udita anche nel mondo della veglia. Eppure, nonostante abbia cantato, gridato, e parlato ad alta voce in centinaia di sogni, mia moglie non ha mai udito niente, e diverse volte mi ha assicurato che io avevo dormito in perfetta tranquillità. Non posso in questo scritto fornire nemmeno un breve e superficiale resoconto dei molti interessanti dettagli di questi sogni. Mi riservo di farlo nel lavoro più ampio che ho in progetto, anche se temo che solo una serie di esperienze personali del genere di cui parlo possa convincere il lettore di ciò che questi sogni significano. Riferirò comunque qualche ulteriore esempio per darvi un’idea del loro carattere.

Il 9 settembre 1904 sognai che mi trovavo accanto ad un tavolo davanti a una finestra. Sul tavolo c’erano vari oggetti. Ero perfettamente cosciente di star sognando, e pensai di tentare qualche esperimento. Cominciai provando a rompere un pezzo di vetro con un sasso: misi una tavoletta di vetro su due pietre e la colpii forte con un’altra pietra, ma non si ruppe. Allora presi un bel calice di vetro dalla tavola e lo colpii con un pugno, riflettendo nel contempo come sarebbe stato pericoloso fare una cosa del genere nella realtà. Anche stavolta il bicchiere restò intero. Ma quando lo guardai di nuovo, dopo un po’, lo trovai rotto! Si ruppe dunque davvero, ma un po’ in ritardo, come un attore che perda la battuta. Questo mi diede la curiosa impressione di trovarmi in un mondo truccato, imitato a regola d’arte, ma con qualche smagliatura qua e là. Presi il bicchiere rotto e lo gettai fuori dalla finestra, per sentire se potevo udirne il rumore. Lo udii benissimo, e vidi perfino due cani scappar via in modo del tutto naturale. Pensai che questo mondo-commedia era davvero una perfetta imitazione di quello reale. Poi notai una caraffa con del vino rosso, lo assaggiai, ed osservai con perfetta chiarezza mentale: «Bene, ecco che possiamo avere volontariamente anche delle impressioni gustative in questo mondo di sogno: questo è proprio il gusto del vino!».

Il poeta tedesco Novalis afferma che, se noi sognamo di star sognando, è segno che stiamo per svegliarci. Io devo contestare con decisione questa opinione, sebbene sia condivisa dalla maggioranza degli osservatori. I sogni lucidi hanno luogo durante il sonno profondo, e di solito non sono seguiti da un risveglio immediato, a meno che io non lo desideri volontariamente. Io preferisco invece, nella maggior parte dei casi, continuare a sognare il più a lungo possibile, e così la lucidità svanisce e lascia il posto a sogni di altro genere. Il tipo di sogno che segue con maggior frequenza – e questo mi sembra degno di attenzione – è il sogno-dèmone di cui parlerò più avanti. Accade anche spesso che io sogni di svegliarmi e di raccontare i miei sogni lucidi a qualche altra persona. Questo sogno è allora del tipo ordinario. Quando mi risveglio del tutto e mi trovo nel mondo della realtà ordinaria, sono molto stupito da questi curiosi vagabondaggi della mia mente. L’impressione che ho è di aver viaggiato attraverso piani di diversa profondità, dove il sogno lucido si situa al livello più profondo. Posso attestare che senza eccezioni tutti i miei sogni lucidi ebbero luogo tra le cinque e le otto del mattino. Il particolare significato di queste ore per i nostri sogni è stato spesso messo in evidenza, per esempio da Dante, che nel canto IX del Purgatorio parla dell’ora in cui le rondini cominciano a gorgheggiare e la nostra mente è meno bloccata dal corpo materiale.

Voli onirici

I sogni lucidi possono anche essere simbolici, però sotto i più vari aspetti non ho mai potuto riscontrare in essi alcunché di sessuale o di erotico. Il loro simbolismo prende la forma di stupendi paesaggi, con differenti atmosfere luminose, sole splendente, nuvole, e specialmente un cielo di un profondo intenso azzurro. In un sogno lucido esemplare mi trovai a volare attraverso un paesaggio vastissimo, con un cielo azzurro terso e luminoso, ed un sentimento di profonda beatitudine e gratitudine, che mi sentii obbligato ad esprimere in termini eloquenti di riconoscenza e di devozione. A volte queste espressioni mi sembrano un tantino retoriche, ma non posso farne a meno, dato che è molto difficile in sogno controllare gli impulsi emotivi. Talora mi capita di concepire quello che appare come un simbolo, che protegge, consola, approva. Si forma una nuvola, o la luce risplende. Solo una volta sono riuscito a vedere il disco del sole. Il volare o il fluttuare può essere osservato in ogni genere di sogni, con l’eccezione forse dei sogni-sensazione: di solito ciò indica che si sta per fare un sogno lucido. Quando mi trovo a volare nei miei sogni per due o tre notti, allora so che un sogno lucido è imminente. Ed il sogno lucido stesso inizia spesso ed è accompagnato per tutta la sua durata dalla sensazione di volare. A volte mi sento fluttuare rapidamente attraverso lo spazio aperto. Una volta ho volato all’indietro, ed un’altra volta, sognando di essere all’interno di una cattedrale, volai verso l’alto a gran velocità, con l’immenso edificio e tutto ciò che si trovava al suo interno. Non credo che il ritmo del nostro respiro abbia nulla a che vedere con questa sensazione, come ipotizza Havelock Ellis, dato che in genere è continuo e molto veloce. Le fluttuazioni faticose, spasmodiche, appartengono ai sogni di categoria inferiore, e questo può dipendere da cattive condizioni fisiche, ma può anche simboleggiare qualche tipo di problema morale o uno stato di tensione.

La notte di Natale del 1911 ebbi un sogno che iniziò con dei voli e dei volteggi. Mi sentivo meravigliosamente leggero e forte. Vidi immensi e stupendi paesaggi, dapprima una città, poi una campagna, dai fantastici e brillanti colori. Poi vidi mio fratello, morto nel 1906, lì seduto, ed andai verso di lui dicendo: «Ora noi stiamo sognando, sia tu che io». E lui rispose: «No, io no». E allora mi ricordai che era morto. Conversammo a lungo sulle condizioni dell’esistenza dopo la morte, ed io volevo in modo particolare informazioni sulla consapevolezza e sulla lucidità della comprensione mentale. Ma non poté darmi alcuna risposta in merito: sembrava che non ne sapesse nulla. Poi il sogno lucido fu interrotto da un sogno ordinario nel quale io vidi una signora in piedi su un ponte, la quale mi disse di avermi udito parlare mentre dormivo. Ed io pensai che la mia voce fosse stata udibile durante il sogno lucido.

Seguì un secondo periodo di lucidità in cui vidi il professor van’t Hoff, il celebre chimico olandese che avevo conosciuto quand’ero studente, ritto in piedi in una specie di aula universitaria, circondato da un certo numero di persone erudite. Andai da lui, ben consapevole che era morto, e continuai la mia investigazione sulla condizione umana dopo la morte. Fu una lunga, tranquilla conversazione, durante la quale rimasi perfettamente cosciente della situazione. Gli chiesi dapprima come mai noi, pur mancando di organi di senso, potevamo aver la certezza che la persona con cui stavamo parlando fosse realmente quella persona e non un’illusione soggettiva. Al che van’t Hoff disse: «Proprio come nella vita ordinaria: mediante un’impressione generale». «Tuttavia – osservai – nella vita ordinaria vi è stabilità di osservazione, e l’impressione si consolida attraverso il ripetersi delle osservazioni». «Anche qui – disse van’t Hoff – e la sensazione di certezza è identica». Allora ebbi una fortissima sensazione di certezza che colui con cui stavo parlando era realmente van’t Hoff, e non una mia illusione soggettiva. Cominciai dunque a fare ancora domande in merito alla chiarezza, alla lucidità, alla stabilità di questa vita di ombre, e di nuovo ebbi le stesse risposte evasive, dubbiose ed insoddisfacenti che avevo ricevuto da mio fratello. L’atmosfera complessiva del sogno era felice, splendente, di livello elevato, e le persone che stavano con van’t Hoff sembravano avermi in simpatia, sebbene io non le conoscessi. «Ci vorrà un po’ di tempo, probabilmente, prima che mi unisca a voi» dissi, credendo di essere più giovane di quanto non fossi realmente. Ebbi poi diversi altri sogni ordinari, e mi svegliai ben riposato, sapendo che la mia voce non era stata udibile nel mondo della veglia.

Un sogno premonitore

Nel maggio del 1903 sognai di essere in una piccola città olandese di provincia, e ad un tratto incontrai un mio cognato che era morto qualche tempo prima. Ero assolutamente certo della sua identità, e sapevo che era morto. Mi disse di aver avuto molti contatti col mio controllore, così si espresse, riferendosi al mio spirito guida. Io ne fui felice, e la nostra conversazione fu molto cordiale, più intima di quanto non fosse mai stata nella vita ordinaria. Mi disse poi che stavo per essere travolto da una catastrofe finanziaria. Qualcuno stava per derubarmi della somma di 10.000 fiorini. Gli risposi che avevo ben compreso, ma dopo essermi svegliato fui completamente disorientato da quelle affermazioni e non ne ricavai alcun senso. Mio cognato aveva detto di averlo saputo dal mio spirito guida, e durante il sogno io raccontai la storia a qualcun altro. Poi chiesi a mio cognato di raccontarmi qualcos’altro sull’aldilà, e proprio mentre stava per rispondermi mi risvegliai, come se qualcuno avesse interrotto la comunicazione. A quell’epoca non avevo la capacità che ho adesso di prolungare i miei sogni lucidi. Vorrei sottolineare che questa fu l’unica profezia che abbia mai ricevuto in un sogno lucido, ed in forma così palese. E si avverò anche troppo bene, con la differenza che la somma che persi fu venti volte maggiore. All’epoca del sogno non sembrava esservi la minima possibilità che una simile catastrofe si avverasse: io non possedevo nemmeno la somma che ebbi a perdere in seguito. Tuttavia fu proprio all’epoca del sogno che ebbero luogo i primi eventi (gli scioperi ferroviari del 1903) che poi condussero alla mia rovina finanziaria.

Sogno-démone

Vi possono essere indicazioni ingannevoli anche nel sogno lucido. Nel marzo 1912 ebbi un sogno molto complicato, nel quale sognai che Theodore Roosevelt era morto, poi mi svegliavo e raccontavo il sogno, dicendo: «Nel sogno non ero sicuro se era realmente morto o ancora vivo. Ora so che è morto davvero, ma sono stato così colpito dalla notizia da aver perso la memoria». E seguì una falsa lucidità, in cui dicevo: «Adesso io so che sto sognando e so dove sono». Ma era tutto sbagliato: non avevo alcuna idea della mia reale condizione, e solo gradualmente, dopo essermi svegliato, compresi che era tutta un’assurdità. È questo genere di inganno che io chiamo demoniaco: vi è una connessione, da me osservata tante di quelle volte da credere che abbia un significato, riguardo al fatto che un sogno lucido è seguito immediatamente da un ottavo tipo di sogno che io chiamo sogno-démone. Spero che mi concediate, non fosse altro che per comodità, di parlare come se queste intelligenze di basso livello morale esistessero davvero. Prendiamola come un’ipotesi di lavoro. Vorrei allora evidenziare la differenza tra i sogni simbolici o beffardi da me descritti precedentemente ed il sogno-démone. Nei sogni simbolici il sognatore è intrigato, confuso o tormentato da varie trovate più o meno strane, misteriose, oscene, lugubri o diaboliche. Egli si trova a vagare nei mattatoi o in mezzo ai cadaveri, trova ogni cosa imbrattata di sangue o di escrementi, è trascinato in mezzo a situazioni scabrose, oscene o orribili, in cui egli stesso gioca un ruolo attivo. La sua condizione morale è completamente depravata: è un assassino, un adultero, e cose del genere. In parole povere, nulla é troppo depravato o troppo orrido per questi sogni. Al risveglio l’effetto è, naturalmente, spiacevole: egli prova un senso più o meno intenso di vergogna e di disagio, e sente il bisogno di liberare la sua memoria dai ricordi del sogno il più presto possibile. Ora anche nei sogni-démoni, che sono sempre molto prossimi ai sogni lucidi, precedendoli o seguendoli, mi trovo a dover sopportare simili attacchi, però posso vedere le forme, le figure, le personalità di strani esseri non umani che mi insidiano. Una notte, per esempio, vidi un essere di tal genere precedermi ed insozzare qualsiasi cosa toccasse, maniglie, sedie, ecc. Questi esseri sono sempre osceni e lascivi, e cercano di coinvolgermi nelle loro azioni. Non hanno sesso ed appaiono alternativamente come uomini o donne. Il loro aspetto è assai vario e mutevole, potendo cambiare ad ogni istante e prendendo tutte quelle forme fantastiche che gli antichi pittori del medioevo tentavano di riprodurre, però con una certa strana plasticità mutevole che nessuna immagine potrebbe rappresentare.

Descriverò un esempio di sogno di questo genere (del 30 marzo 1907, a Berlino), che seguiva immediatamente un sogno lucido. La lucidità non era stata molto intensa, e mi era rimasto qualche dubbio sulla mia reale condizione. Poi di punto in bianco mi trovai in mezzo ai demòni. Era la prima volta che mi capitava di vederli con tanta chiarezza, così impertinenti ed aggressivi. Uno era viscido, luminescente, flaccido e gelido come un cadavere vivente. Un altro trasformava la sua espressione ripetutamente e faceva le più orribili smorfie. Uno scivolò sotto di me gridandomi un’oscenità con uno strano termine dialettale. Io mi difesi energicamente, ma soprattutto con delle invettive, che sentivo come una forma di debolezza. Vedevo le parole scritte. La cerchia dei demoni mi si stringeva intorno, sogghignando come una banda di brutali teppisti. Io però non avevo paura, e dissi: «Anche se mi vincerete, se Dio lo vuole io non vi temo». Si misero a gridare tutti insieme come canaglie, ed uno disse: «Allora facciamo parlare Dio per primo!» Ed io tuonai con tutte le mie forze: «Egli ha già parlato molto tempo fa!» E poi indicai uno di loro dicendo: «A te ti conosco da un sacco di tempo!» e, indicandone un altro: «E conosco bene anche te!» Poi mi svegliai improvvisamente, e credo di aver emesso qualche suono udibile mentre mi svegliavo nel bel mezzo dell’apostrofe. Comunque, e forse la cosa vi meraviglierà, dopo questa disputa mi sentii completamente rinvigorito, di buon umore e del tutto sereno e tranquillo. Dunque la principale differenza rispetto ai sogni simbolici è che nei sogni-démoni, quando vedo i demòni e li combatto, provo degli effetti del tutto piacevoli, che mi ristorano e mi mettono di buon umore. Il principale carattere dei sogni-démoni è proprio questo: sia che quegli esseri abbiano una loro reale esistenza, sia che siano solo creazioni della mia fantasia, il fatto di poterli vedere e combattere elimina tutto il terrore che ispirano, ed il mistero e la stranezza dei loro trucchi e delle loro burle.

Falsi risvegli

Devo ancora parlare del nono tipo di sogno, che io chiamo falso risveglio, e che si verifica all’approssimarsi del vero risveglio. Di questo genere di sogni ho trovato un eccellente esempio descritto da Ernst Mach, nel suo libro Analyse der Empfindungen (Analisi delle sensazioni - 1903), il quale, a pag 130, lo chiama fantasma. Si ha la sensazione di svegliarsi nella solita camera da letto e poi ci si comincia a rendere conto che c’è qualcosa di strano intorno a noi: vediamo movimenti inesplicabili, oppure udiamo rumori insoliti, finché non comprendiamo che siamo ancora addormentati. Nella mia prima esperienza di questo tipo io ero abbastanza spaventato, e volevo, in preda al nervosismo, svegliarmi per davvero. Penso che sia lo stesso per la maggior parte di coloro che hanno di questi sogni. Si spaventano, si innervosiscono, ed infine si svegliano con delle palpitazioni, la fronte sudata, ecc. Adesso questi sogni di falso risveglio non mi turbano più: li considero alla stregua dei trucchi dei demòni, e perciò mi divertono e non mi danno più sui nervi.

Nel luglio 1906, mentre ero profondamente addormentato a Langen Schwalbach dopo una giornata di duro lavoro, ebbi due o tre sogni di questo tipo. Mi pareva di svegliarmi e di sentire un grosso baule trainato sul pianerottolo, con tremendi colpi. Allora mi resi conto di essermi svegliato nella sfera dei demòni. La seconda volta vidi che la mia camera da letto aveva tre finestre, laddove io sapevo che ce n’erano solo due. Desiderando accertarmene, mi svegliai volontariamente per un momento, e mi resi conto che la camera aveva le solite due finestre e che in casa tutto era silenzioso e tranquillo. Dopo, ebbi una successione di sogni lucidi davvero belli, alla fine dei quali, mentre stavo ancora cantando ad alta voce, fui improvvisamente circondato da una folla di demòni, che si unirono a me nel mio canto, come una turba scatenata di creature semiselvagge. Allora sentii che stavo cominciando a perdere il mio autocontrollo. Cominciai ad agire in modo sempre più stravagante, gettando via lenzuola, coperte e cuscini, e così via. Mi alzai e notai uno dei demòni che aveva un’espressione meno viziosa degli altri e mi guardava come se dicesse: «Stai facendo la cosa sbagliata». « – dissi io – ma cosa dovrei fare?» Allora lui disse: «Fagli sentire la frusta, su quei loro deretani nudi». E mi vennero in mente le ombre dantesche, che pure temevano la frusta. Io fabbricai subito, creandola dal nulla, una frusta dalle corde di cuoio, terminanti con pallini di piombo, e con questa li minacciai e li colpii anche alcune volte. Immediatamente tutto divenne perfettamente tranquillo intorno a me, ed io vidi quegli esseri strisciar via con espressione ipocrita, come se non c’entrassero per niente in quella faccenda. Ebbi molte altre avventure quella notte, sogni lucidi ed ordinari, e mi svegliai riposato ed allegro, di buon umore come non lo ero da lungo tempo.

I sogni di falso risveglio di questo tipo non vanno confusi con quelli in cui io sogno di svegliarmi dopo un sogno lucido per raccontarlo a qualcuno. Questi sogni sono del tipo ordinario, e non c’è in essi alcunché di misterioso. I sogni di falso risveglio sono senz’altro demoniaci, stravaganti, e molto vividi e brillanti, con una sorta di sinistra chiarezza ed incisività, ed una forte luce diabolica. Inoltre la mente del sognatore è consapevole che si tratta di un sogno, e di un brutto sogno, e si sforza di svegliarsi. Ma come ho appena detto, il terrore viene meno non appena il sognatore riesce a vedere i demòni, e comprende di essere alla mercé di intelligenze di basso livello morale.

La realtà dei sogni come evidenza di sintonie non ordinarie della psiche

Mi aspetto a questo punto di essere accusato di superstizione, di voler far rivivere gli oscurantismi del medioevo. Bene, io ho solamente cercato di raccontare i fatti con la maggior chiarezza possibile, e per questo non ho potuto fare a meno di usare questi termini e queste idee. Se qualcuno è in grado di proporne altri, sono pronto ad accogliere qualsiasi suggerimento. Voglio solo ribadire che non è la mia mente ad essere responsabile di tutti gli orrori e gli errori del mondo dei sogni. Affermare che nessuno è responsabile per essi non basta, perché vi è nei sogni un’evidenza assoluta di qualche pensiero o intenzione, per quanto depravata o di basso livello. Un inganno, una truffa, un simbolo, non possono esistere senza una sorta di pensiero o di intenzione. Attribuire tutto questo all’inconscio è molto comodo, ma allora io posso affermare che è altrettanto scientificamente corretto usare i nomi Beelzebub, o Belial. Io, per dire, non credo all’inconscio più di quanto creda a Babbo Natale.

Si potrebbe obiettare che, volendo ipotizzare l’esistenza di esseri intelligenti di basso livello per spiegare questi fenomeni, si introduce un elemento di arbitrarietà che esclude ogni possibilità di trovare un’ordine scientifico. Per esempio, è comodo imputare ai demòni, che sfrutterebbero lo stato di debolezza del corpo per giocare i loro tiri mancini, tutti i fenomeni di pazzia ed i sogni patologici. Questa è infatti l’opinione di un uomo del calibro di Alfred Russel Wallace, che me l’ha comunicata liberamente nel corso di una conversazione personale. Io non credo, tuttavia, che nemmeno quest'idea, presa come ipotesi di lavoro, possa trattenerci dal tentare di trovare una spiegazione scientifica anche per questi fenomeni di origine apparentemente demoniaca. Il fatto, per esempio, che certe droghe provochino allucinazioni di un tipo ben definito, che la cocaina produca deliziose aspettative e sogni piacevoli, e l’alcol procuri visioni di animaletti bianchi, tutto ciò suggerisce che vi debba essere alla base di questi fenomeni qualche genere di ordine, che non è puramente arbitrario. Noi ci troviamo dunque ai confini di una regione misteriosa nella quale dobbiamo avanzare con estrema cautela, dato che, in questo caso, il negare può essere altrettanto pericoloso e fuorviante dell’accettare.


 

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