La ricerca psichica in Italia tra l'800 ed il '900 - 2

 

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Enrico Morselli e la psichiatria italiana

Nel 1908 furono pubblicati i due volumi di Psicologia e Spiritismo del prof. Enrico Morselli, direttore della Clinica delle malattie nervose e mentali nell'Università di Genova. Nato a Modena nel 1852, Morselli, subito dopo essersi laureato in Medicina e Chirurgia nel 1874, accettò l'invito del prof. Carlo Livi – direttore del manicomio di Reggio Emilia – ad occuparsi di psichiatria come assistente volontario presso quell'istituto. Seguì anche un corso di perfezionamento in antropologia presso l'Istituto di studi superiori di Firenze sotto la guida di Paolo Mantegazza, fondatore della Società Italiana di Antropologia. Con il collega Augusto Tamburini (1848-1919) contribuì attivamente al rinnovamento della psichiatria italiana. Entrambi auspicavano una maggiore apertura della specialità rispetto alla cosiddetta tecnica manicomiale ed una più stretta collaborazione con altre discipline scientifiche. Decisero quindi di fondare una rivista scientifica che, grazie all’appoggio e al consenso di Livi, vide la luce nel 1875 con la denominazione Rivista sperimentale di freniatria e di medicina legale in relazione con l’antropologia e le scienze giuridiche e sociali. Per decenni, Morselli svolse il ruolo di psichiatra forense. Tra i suoi più celebri interventi, si segnala il processo contro il bandito Giuseppe Musolino e quello che ebbe come imputati i figli del clinico Augusto Murri. A soli 25 anni fu chiamato ad assumere l’incarico di direttore del manicomio provinciale S. Croce di Macerata, dove avviò un’intensa attività di riforma modificando le tecniche di assistenza dei ricoverati.

Nel 1880 divenne primario del manicomio di Torino, lavorando a molteplici progetti: pur continuando la sua collaborazione con la Rivista sperimentale di freniatria, iniziò anche quella con l’Archivio di scienze penali e antropologia criminale, fondato da Cesare Lombroso, e con il Giornale della Società italiana d’Igiene. Partecipò a molti congressi, e tenne lezioni di antropologia che furono poi raccolte in un trattato di antropologia generale: L’uomo secondo la teoria dell’evoluzione (1911). Nel 1881 fondò la Rivista di filosofia scientifica, vero e proprio organo del positivismo italiano, che ebbe collaboratori importanti e dove egli stesso scrisse, fra l’altro, su Il darwinismo e l’evoluzionismo. A Torino ebbe come assistente Eugenio Tanzi (1856-1934), futuro direttore del manicomio di Firenze, con il quale condivise lo studio sperimentale dei fenomeni di ipnotismo e magnetismo che anche all’estero stavano suscitando un notevole interesse scientifico.

Nel 1889 ottenne, su sua richiesta, il trasferimento presso l’Università di Genova: qui insegnò negli anni diverse discipline, tra cui psichiatria, psicologia forense, psicologia sperimentale, antropologia. Nel 1894 accettò la direzione della sezione neurologica del Policlinico di Genova, presso il quale due anni prima aveva fondato l’ambulatorio per le malattie mentali, in cui offriva sia consulti gratuiti per indigenti sia visite a pagamento. Inoltre organizzò una clinica privata, Villa Maria Pia, nella quale si prestavano cure modernissime per psicopatici, neuropatici, morfo-cocainomani. Anche negli anni genovesi Morselli si impegnò in molteplici attività: dalla stesura del secondo volume del Manuale di semeiotica delle malattie mentali (1894), all’adesione a nuove esperienze editoriali, quali la Rivista di patologia mentale e nervosa curata dalla clinica psichiatrica di Firenze, e la Rivista ligure di scienze, lettere e arti, organo della Società di letture e conversazioni scientifiche di cui egli stesso fu presidente dal 1899 al 1910 e che, negli anni della sua influenza, fu caratterizzata da un’esplicita adesione alla cultura positivista. Nel 1914 fondò un nuovo mensile, Quaderni di psichiatria, affidato alle cure redazionali del figlio. Morì a Genova nel 1929.

Le sedute di Genova

Cosa indusse quest'uomo dai molteplici interessi, dinamico ed infaticabile, con una cultura scientifica di marcato orientamento positivista, ad occuparsi dei fenomeni medianici? E quali conclusioni trasse dalle sue indagini? Le risposte a queste domande sono contenute nei due volumi dell'opera citata (che merita un'attenta lettura), il cui nucleo è costituito dalle note e dai resoconti redatti da Morselli su un primo ciclo di dieci sedute con Eusapia Paladino che si tennero a Genova, presso la sede del Circolo scientifico Minerva, dal 17 maggio all'8 giugno 1901 (riportati nel primo volume); su una seconda serie di cinque sedute che ebbero luogo dal 5 al 15 dicembre 1901, sempre nella stessa sede; su altre sette sedute svoltesi sempre a Genova ma in luoghi diversi dal Circolo Minerva, in varie date comprese tra il 12 giugno 1901 ed il 1° marzo 1902; ed infine su una serie di sei sedute tenute a Genova in casa del pittore e musicista italo-argentino Alfredo Berisso (1873-1931) tra il 27 dicembre 1906 ed il 10 gennaio 1907. Complessivamente dunque il Morselli sperimentò con la Paladino nel corso di 28 lunghe sedute.

La psicologia degli scettici e delle altre persone incredule

All'inizio delle note sulla terza seduta (pag. 221 del primo volume), Morselli raccontava lo scalpore prodotto in città dalle notizie di stampa relative al fatto che illustri uomini di scienza si occupassero seriamente dei fenomeni medianici: «È indicibile la impressione che producono nel pubblico i resoconti delle nostre sedute "paladiniane" che il prof. Porro ha cominciato a inserire sul Secolo XIX di Genova. Tutta la città ne parla, ed io, di cui si conosce da un pezzo l'atteggiamento scettico rispetto allo "spiritismo", sono specialmente preso di mira: mi si ferma per la strada, mi si circonda ovunque vado, mi si interroga, mi si mettono davanti quesiti dubbi e consigli (sempre i medesimi!), mi si critica apertamente, e non meno apertamente mi si fa già capire che non mi si crederà, anche se affermerò di aver veduto coi miei occhi il famoso tavolino di Eusapia andare in aria!» Morselli proseguiva citando un saggio di Alfred Erny (1838-1903), Le Psichisme Expérimental, del 1895, il cui secondo capitolo descrive la psicologia degli increduli: «Vi sono gli increduli scettici che negano perché, loro, non hanno ancora veduto; i bene equilibrati, che si immaginano di avere il cervello più sano di tutti gli infelici che videro e di cui proclamano l'imbecillità; i furbi, che subodorano la ciurmeria, e a cui "non la si farebbe mai"; gli pseudo-scienziati, che spiegano tutto con la frode dei medi e colla suggestione degli sperimentatori; i teorici, che si sbracciano a esporvi le loro spiegazioni incomprensibili; gli ignoranti, che non si capacitano, ad esempio, della necessità di un medium, e vi perseguitano con una folla di domande sconclusionate senza nesso alcuno coi fenomeni; i pedanti, che applicano a diritto e a traverso le nozioni rudimentali, ma dogmatiche, attinte dai manualetti di scienza popolare; gli scrupolosi, che anche al cospetto del fenomeno più evidente seguitano a tentennare la testa e a spremere dubbi e paure di sottintesi; in ultimo, gli indifferenti, che giudicano cosa futile l'occuparsi di spiritismo e di medianità, essendovi nella vita problemi pratici ben più importanti! Non è il caso di rispondere a tutti, e meno ancora è il caso di iniziare un apostolato "pro spiritismo"».

Le ragioni della pubblicazione di Psicologia e Spiritismo

Riguardo ai motivi per cui si era deciso a pubblicare l'opera (il cui manoscritto già da alcuni anni era pronto, fatta eccezione per la parte relativa alle sedute del 1906-1907 e per i capitoli conclusivi) pur essendo ben cosciente del fatto che si trattava in gran parte di materiale grezzo costituito dagli appunti presi sul campo, nella prefazione Morselli scriveva: «Mi si chiederà perché riconoscendo tante mende nell'opera, io la pubblichi egualmente. Ecco: la pubblico, perché, quantunque redatta in grandissima parte per me, essa può servire a chi, interessandosi delle opinioni d'un alienista in argomento, vuol saperne lo sviluppo e le ragioni. Poi l'avevo annunziata, e da qualcuno era ed è benevolmente attesa: mi pare giunto il momento di mantenere la promessa. Essa accerta la realtà dei fatti, che molti contestano ancora o pongono in ridicolo; essa dimostra che un uomo di scienza può, anzi deve investigarli senza menomare il carattere scientifico dei propri lavori e anche senza abiurare a nessuna norma del metodo positivo; essa esamina e discute, come forse non si era ancora fatto (se il sentimento di paternità non mi inganna), il determinismo intrinseco dei fenomeni medianici; essa ne prospetta alcuni lati meno oscuri e può valere di traccia per un programma di ricerche future; essa conferma i resultati di altri ricercatori degnissimi di fede, eppure sospettati o accusati di soverchia ingenuità; essa giunge a conclusioni cui un certo numero di essi è pure arrivato, ma le rinvigorisce con argomenti non volgari; essa, infine, espone un processo mentale di convincimento graduato e, a quanto credo, ragionato, e perciò, oltre essere costituita di un materiale sostanzialmente psicologico, è, a sua volta, un'esperienza di psicologia introspettiva e di logica in azione. Però chi vorrà cercarvi una spiegazione dei fenomeni medianici che lo appaghi e, non trovandola, resterà deluso nel leggermi, voglia benevolmente considerare che per ora l'argomento è appena sfiorato e che io stesso non considero esaurito il mio compito ed il mio dovere rispetto alla Verità».

Morselli ed Eusapia Paladino

Fin dalle prime sedute a cui assistette, l'atteggiamento di Morselli fu sempre molto critico e vigile: dava infatti per scontato che la medium potesse frodare o ingannare, tanto coscientemente quanto inconsciamente, e pertanto cercava anzitutto di individuare ogni possibile trucco. D'altra parte la Paladino dimostrava apertamente il suo malanimo nei confronti di coloro che mettevano in dubbio i suoi poteri e la genuinità dei fenomeni che si producevano, e Morselli figurava nella sua lista nera poiché si era più volte permesso di manifestare pubblicamente con sarcasmo da scettico materialista impenitente le sue opinioni sullo spiritismo in generale, e sulla medianità della Paladino in particolare. Per questi motivi Morselli prese parte alle sedute del Circolo Minerva, in forma anonima, almeno nei confronti della Paladino, dato che gli altri partecipanti sapevano benissimo chi era, e la stessa medium – resasi conto dei suoi metodi di indagine, o messa sull'avviso da qualcuno – all'inizio della quarta seduta lo apostrofò con uno sprezzante «Voi siete Morselli!», che non lasciava presagire niente di buono. Invece, dopo un momento di imbarazzo da parte dello psichiatra, la Paladino disse di essere contenta di sperimentare con un uomo di scienza e di fama come lui certamente era. Bisogna riconoscere che, soprattutto nella prima decade del Novecento, la Paladino non si sottrasse mai a ricerche ed indagini da parte di scienziati non prevenuti, con i quali anzi collaborò nell'ambito delle sue possibilità. Probabilmente era rimasta scottata e ferita nel suo orgoglio dal severo esame al quale era stata sottoposta dalla Commissione di Cambridge nel settembre del 1895: nel corso di una ventina di sedute tenute in casa di Frederic Myers, non solo non si erano verificati fenomeni medianici di rilievo, ma la medium era stata più volte sorpresa a frodare deliberatamente. D'altra parte lo stesso Morselli (al pari di altri ricercatori), dopo aver osservato che «la Paladino è più furba di quanto appaia; è vana, e perciò tiene molto al successo dei suoi esperimenti», riconosceva che «la Eusapia è, nello stato normale, di una ingenuità straordinaria nel frodare».

Critica dei metodi adottati dalla Commissione di Cambridge

Molte critiche furono avanzate da diversi esponenti di primo piano della ricerca psichica nei confronti dei metodi adottati dalla Commissione di Cambridge, della quale facevano parte anche Richard Hodgson (prevenuto nei confronti della medium per una precedente polemica con Lodge, Myers e Richet, che avevano dichiarato l'autenticità di molti fenomeni da lei prodotti) ed il celebre prestigiatore inglese John Nevil Maskelyne (1839-1917): l'attitudine dimostrata dai ricercatori era tesa, più che a prevenire le frodi, a dimostrare che la Paladino produceva con l'inganno tutti i fenomeni. Hodgson deliberatamente lasciava libere di muoversi le mani della medium, la quale peraltro se ne serviva in modo platealmente fraudolento. Va ricordato che la donna, dopo essere stata denudata, dovette sottostare ad un'ispezione vaginale per accertarsi che non nascondesse nulla all'interno del suo corpo: un'esame del tutto inutile – dato che i fenomeni prodotti non consistevano nell'emissione di ectoplasma visibile – che la Paladino considerò sempre come l'episodio più umiliante della sua vita. Questo fatto, unito all'atmosfera di sospetto e di aperta ostilità nei confronti della medium dimostrata da alcuni membri della Commissione, contribuirono probabilmente a determinare l'insuccesso delle sedute ed i maldestri tentativi della medium per provocare i fenomeni in modo fraudolento. Del resto Oliver Lodge, dopo aver assistito a due delle sedute di Cambridge, dichiarò di non aver trovato nessun riscontro tra quanto aveva osservato in quelle circostanze ed i fenomeni prodotti dalla Paladino in altre occasioni, fenomeni che lui continuava a considerare autentici. Anche lo psicologo e ricercatore polacco Julian Ochorowicz (1850-1917), che aveva sperimentato a lungo con la Paladino, dichiarò che: «non solo a Cambridge non era stata dimostrata la frode cosciente, ma non era stato fatto il minimo sforzo per accertarla. La frode inconscia era stata provata in una misura molto maggiore rispetto a quanto riscontrato in altri esperimenti. Questi risultati negativi sono da attribuirsi al metodo di esame adottato, maldestro ed inadeguato alla natura dei fenomeni».

Nel suo libro, Morselli osservava che, anche quando la medium era nello stato di veglia «nulla si osserva nella Paladino che sia psicologicamente anormale: eppure essa produce moti e sollevazioni del tavolo, toccamenti, vento, luci, materializzazioni». Ed aggiungeva: «Può nascere il sospetto che tali fenomeni siano allora, in piccola parte, trucchi coscienti? A leggere il rapporto di Cambridge si arriverebbe a questa conclusione; ma quei signori inglesi, peggio ancora dopo l'arrivo dell'Hodgson scetticissimo e mal disposto, non sapevano sperimentare; ed io posso affermare che anche sveglia la Paladino possiede della medianità genuina e potente senza che ci sia bisogno di vedere dappertutto la menzogna e la malafede»

Cautela e precauzioni di Morselli

Come si è detto, e come tutto il suo libro dimostra, nel corso delle sedute l'atteggiamento di Morselli era sempre sospettoso, cauto, attento a scoprire ed indagare qualsiasi possibilità di frode. Anche nei confronti dei fenomeni da lui ritenuti genuini i termini in cui si esprimeva testimoniavano sempre la sua cautela: «Questi fatti sono di gravità eccezionale per me, che quasi non credo ai miei occhi leggendo le mie stesse righe mentre mi escono dalla penna». «A me questi due fenomeni... sono apparsi di grande dubbiezza, sebbene la frode non s'abbia potuto cogliere in fatto». «I fenomeni sono meravigliosi pel modo con cui si producono, ma nella loro essenza e contenuto sono i più stupidi che si possa immaginare». «Una pesante macchina da scrivere del tipo Barlock si è alzata da sé, è passata tra le spalle di due di noi e si è posata piano piano sul tavolino. Ecco dei fatti straordinari che non crederei se narratimi da altri, ma che debbo ammettere perché sono avvenuti sotto i miei occhi, anzi, ciò che più mi importa, sotto la mia vigilanza». «L'intervento di spiriti per me riesce finora inammissibile: pare impossibile che persone di senno, come Brofferio o Wallace, possano vedere in questi fenomeni di natura ignota e occulta, sia pure, ma di indole così volgare e bassa, l'opera di spiriti erratici o di intelligenze extra-umane». «Se nella prima seduta mi è parso di trovare la Paladino in frode due o tre volte, durante la seconda, nonostante la mia attentissima osservazione e la mia inesorabile freddezza (che dà tanto da fare alla medium, la quale ha sempre, anche nella semioscurità, gli occhi fissi su di me), io non ho potuto scoprire nessun inganno, o, per lo meno, non ci sono riescito. Ma ciò basta a escludere qualche gherminella?». «Nell'insieme l'ambiente è adunque propizio a bene osservare... se vi è gruppo spiritico in cui la veridicità e serietà dei fenomeni potranno mettersi fuori di contestazione, a me pare questo». «Credo che nessuno si sia mai accinto alla osservazione dei fatti spiritici con maggiore scetticismo del mio: eppure debbo riconoscere che i miei sospetti erano eccessivi... io non riesco a negare questo fatto semplicissimo: il tavolino si alza e si muove senza alcun contatto, senza spinte da parte di Eusapia. Ho un bel dirmi "attento che ti inganna"; ma se l'inganno non riesco a scoprirlo, come debbo concludere?».   

Quanto alle insinuazioni, avanzate da alcuni, che la Paladino si servisse di un complice, ecco la replica sarcastica del Morselli: «Vorrei invece assicurare quei benevoli che mi consigliano di aver prudenza, e quei malevoli che mi incolpano di non averne abbastanza... che noi dieci del Circolo Minerva non siamo né burloni né burlati. Qualcuno seriamente mette avanti il sospetto che nei locali del Circolo si introduca un compare di Eusapia, al quale costei affidasse il compito di fare i rumori misteriosi, di smuovere i mobili, di avanzare mani o testa dal gabinetto medianico restando nascosto dalle tende e sopratende, di suonare là entro la trombetta e il mandolino, di stampare le impronte; insomma di agire da Invisibile-tangibile, burlandosi atrocemente di noi. Questi furbissimi non comprendono la buaggine della loro spiegazione. Come se non si perlustrasse ogni sera il locale del Circolo, dove mai prima del 17, mai se non per le sedute, Eusapia ha messo o mette il piede! come se noi operassimo sempre nelle più fitte tenebre, e non avessimo mezzo di illuminare d'improvviso il campo delle gesta paladiniane! come se dieci persone sane di mente e non prive del ben dell'intelletto diventassero ad un tratto imbecilli, solo perché si chiudono in un appartamento di via Giustiniani! come se il sedersi in catena attorno ad un tavolo di Pitonessa moderna, bastasse a fare d'un'accolta di persone studiose e serie lo zimbello d'una volgarissima e puerilissima astuzia continuata per più ore di seguito!... Si è pensato per un po' di tempo fra gli antispiritisti che il cav. Chiaja, zelantissimo accompagnatore di Eusapia traverso il mondo, avesse un compito non dissimile dal precedente. Ma il sospetto, ingiuriosissimo per l'egregio gentiluomo napoletano, non ha fondamento veruno nella procedura usata ora dalla Paladino: essa va sola, e la seduta può esser diretta anche da chi non ha, come me, nessuna simpatia per l'Occulto, nessun motivo di difendere gli Invisibili dalle investigazioni rivolte ad accertare per intanto l'esistenza e sincerità delle loro manifestazioni».

Autenticità dei fenomeni osservati

In merito ai fenomeni osservati, dopo sei sedute Morselli riteneva che quelli certamente veridici fossero il 75%, quelli attribuibili a frode il 10% e quelli più o meno dubbi il restante 15%. Il repertorio, nel corso della prima serie di sedute, era quello tipico della Paladino: levitazioni del tavolo, spostamenti di oggetti, raps di ogni genere, toccamenti in varie parti del corpo da parte di arti umani ben formati e solidi, luminescenze, levitazioni della medium (tanto in piedi quanto da seduta, sedia compresa), impronte lasciate nella plastilina, ecc. La maggior parte dei fenomeni avveniva in luce bianca debolissima (data dal chiarore di due candele situate a terra nell'anticamera, che filtrava nella sala delle sedute quando la porta restava aperta) o in luce rossa (una lampadina rossa da fotografo appesa al soffitto al di sopra dei partecipanti). A volte veniva richiesta l'oscurità completa, mentre in altri casi i fenomeni si producevano in piena luce (data da una lampada a gas con reticella Auer sospesa nel mezzo della stanza). Ma Morselli ebbe modo di osservare come gli stessi fenomeni per i quali veniva richiesta tiptologicamente dallo spirito guida (quel John King da lui considerato un alter ego della Paladino) la luce debole o l'oscurità completa, si producevano poi in piena luce quando – in genere verso la fine delle sedute – l'attività medianica si esplicava più intensamente ed i partecipanti erano più coinvolti nella fenomenologia. Secondo Morselli, tutte le richieste ed i comportamenti della medium – tanto in trance quanto in stato vigile o semivigile – non avevano alcuna connessione di causa ed effetto con i fenomeni prodotti, ma erano espedienti o rituali di cui la Paladino sentiva il bisogno per raggiungere una condizione di adeguata efficienza medianica: una volta conseguito questo stato, i fenomeni avevano luogo anche senza trance e con la luce.

I resoconti di Morselli erano sempre molto dettagliati, e le sue osservazioni riguardavano ogni possibile aspetto delle sedute, compreso l'umore ed il comportamento della medium, l'atteggiamento e le reazioni dei partecipanti, lo svolgimento dei controlli, ecc. Egli redigeva le sue note subito dopo la seduta o nel giorno successivo, e per non alterare il contenuto di queste osservazioni sul campo, decise di pubblicarle così com'erano, senza rimaneggiarle per renderle più stilisticamente corrette o più efficaci. Si può osservare come, col procedere delle sedute, l'atteggiamento di Morselli nei confronti dei fenomeni medianici vada mutando gradatamente: se all'inizio pensava di poterne avere facilmente ragione, o smascherando i trucchi della medium o liberandosi dal fastidio di doversi occupare di cose prive di valore, si convinse poi che la medianità costituiva un campo di studi molto più complesso di quanto non avesse immaginato, e del quale valeva senz'altro la pena di occuparsi. Già dopo la prima seduta scriveva: «Io ero andato iersera alla seduta coll'intenzione di bene osservare il modo di procedere d'Eusapia, magari con la sicurezza di coglierla in fallo, avendo fiducia nella mia abitudine agli esami più complessi e delicati, come sono quelli inerenti all'esercizio della neuropatologia e psichiatria, le due branche più ardue della medicina; e mi dicevo: "vedrai tutto, saprai tutto ciò che desidererai di sapere". Ma all'una dopo mezzanotte mi sono ritrovato in via Giustiniani convinto che con una sola serata si arriva appena ad orientarsi in questo mondo di meraviglie, e dubito che anche con dieci avrò il diritto di concludere... Io veggo invece che mi si prepara un lungo e penoso tirocinio».   

Ecco alcune registrazioni di Morselli in merito ai fenomeni ai quali aveva assistito: «Il tavolo s'è mosso ed alzato, sotto i miei occhi, anche quando le mani formavano catena in aria e non ne toccavano il piano!». «Con somma meraviglia mi sono convinto che le contrazioni muscolari di Eusapia, sebbene innegabili, visibili se in luce, percepibili al senso tatto-muscolare se in oscurità, non hanno alcuna proporzione causale coll'effetto meccanico che loro si attribuirebbe. Se inganno c'è, non può certamente consistere in quei moti muscolari che Eusapia non inibisce a se stessa e che lascia scorgere, anzi, con ostentazione!». «Sono sicuro che la mano o corpo toccante e premente veniva dal di dentro del gabinetto e ad una certa distanza dal fianco di Eusapia: veniva, anzi, coperto dalla tendina nera. Poco dopo sono ritoccato più volte, la tenda mi viene gettata addosso; ed io so che tengo sempre la sinistra del medio: come avrebbe essa potuto adoperare la destra, anche se libera, portandosela dietro al dorso, dietro alle spalle dalla mia parte, e spingere o lanciare la stoffa pendente dall'interno del gabinetto nero? È inesplicabile!»; «...poi, alzamento del tavolo, trasporto in giro di una seggiola attraverso la catena, moti spontanei della pesante tavola situata a destra del medio, suono spontaneo della chitarra appesa al muro, tintinnio di campanelli, e contemporaneamente sempre mani che palpavano me... e finali strette di mano concesse a tutti attraverso la tenda da un personaggio invisibile».         

«Jersera invece il movimento della mia seggiola... è avvenuto (ne sono certo, fermamente convinto) senza intervento del braccio destro (anatomico) della medium, perché io lo tenevo con la mia mano sinistra, lo sentivo contro il petto e non l'ho abbandonato un istante. Quanto al piede destro della Paladino, esso era sul mio sinistro e non mi ha lasciato mai: inoltre, come far salire una seggiola su di un tavolo e come farnela discendere con un piede calzato, senza un inimaginabile acrobatismo di tutto il corpo che invece era fermo?» «Ho visto nettamente, quantunque nella semioscurità, un candeliere trasportato medianicamente, inchinarsi, spostarsi, ballare sul piano tutto biancastro e visibilmente libero del tavolo: nessuna mano lo toccava». «Attraverso una tenda, dietro alla quale, essendo essa alquanto sollevata, si vedeva il vuoto (alla piena luce di una lampada...), ho sentito chiaramente una stretta di mano: la mano mi è parsa grossa, robusta, come di un uomo dedito a lavori grossolani, e mi ha afferrato e compresso la punta delle quattro mie dita fra le sue dita minori da una parte ed il pollice dall'altra. Ci si vedeva chiaramente anche a leggere; e guardando la tenda mentre mi toccava, io ho scorto coi miei occhi formarvisi delle pieghe come attorno ad una mano reale. Inutile dire che sollevata in quell'istante la tenda, nulla c'era di dietro: e che la Paladino era ferma al suo posto»;  «...gli oggetti erano visti muoversi in aria senza alcuna mano che li sostenesse. In un dato momento si sarebbe detto che tutti quegli oggetti erano animati: un tamburello ha attraversato la camera; una chitarra si è mossa da dove era appesa ed ha preso il volo, ha letteralmente volitato sulle nostre teste; un mazzo di fiori è arrivato per farsi fiutare dai nostri nasi; una bottiglia piena di acqua è venuta a collocarsi sul tavolo quando uno di noi ha esclamato che faceva troppo caldo e che bisognava bere...».         

Apparizioni materializzate

Per un esame più approfondito dei fenomeni sperimentati e testimoniati da Morselli è opportuno leggere integralmente i dettagliati resoconti riportati nel primo e nel secondo volume. Meritano un cenno particolare le apparizioni materializzate comparse nell'ultima seduta della terza serie (la ventiduesima, che ebbe luogo il 1°marzo 1902 in casa Avellino a Genova): sebbene queste apparizioni fantasmatiche non avessero i dettagli e la consistenza di quelle riscontrate nel corso di esperienze con altri medium (si veda, per esempio, la Katie King fotografata da William Crookes), tuttavia risultarono ben visibili in buone condizioni di luce, che consentivano di vedere con chiarezza il corpo della Paladino legato su una brandina all'interno del gabinetto medianico, mentre i fantasmi si materializzavano anche esternamente a quest'ultimo. «Quando avrò soggiunto che la lampada a gaz, con reticella Auer, sospesa nel mezzo, è stata sempre accesa e solo se ne abbassò la fiamma a seconda del bisogno, avrò anche fatta l'esplicita dichiarazione che nessuno dei fenomeni è avvenuto al bujo: tutti, si badi bene, tutti si sono presentati in discreta luce; taluni, per di più, in vivissima illuminazione». Tra l'altro, mentre la medium era in uno stato di rigidità catatonica «...dalle 22,10 alle 22,20 si scatena sotto di noi una irruente fenomenologia tiptica. Il tavolino non si muove, bensì si sbatte e salta in aria con veemenza, dandoci lo spettacolo di alcune straordinarie levitazioni a gran luce e dove ogni gherminella è impossibile». Non fu possibile fotografare le apparizioni, ma Morselli ne fece immediatamente alcuni schizzi che furono poi rielaborati (quasi in forma di identikit) dal pittore Alfredo Berisso, e sono riprodotti nelle pagine del libro.

Ipotesi psicodinamica

Fin dalle prime sedute, Morselli cominciò ad elaborare un'ipotesi psicodinamica nel tentativo (un po' affrettato) di spiegare i fenomeni prodotti dalla Paladino. Bisogna riconoscere che all'epoca lo psichiatra non aveva ancora sufficienti informazioni sulla fenomenologia medianica nel suo complesso e di conseguenza, sperimentando con quell'unica medium, egli concentrò la sua attenzione sulle correlazioni tra l'attività psicofisica della stessa (nei vari stati di veglia, semitrance e trance completa) ed i fenomeni prodotti. Morselli non dubitava del fatto che fosse la volontà cosciente o più o meno inconscia della Paladino a determinare i fenomeni, ai quali, anche quando erano genuini, corrispondevano movimenti articolari, sforzi energetici e contrazioni muscolari del corpo della medium che, pur senza essere la causa diretta del fenomeno, sembravano influenzare un potente apparato invisibile collegato alla psiche di Eusapia. Si potrebbe obiettare che in questo modo Morselli – pur senza volerlo ammettere – avvalorava l'ipotesi dell'esistenza di una specie di aura energetica invisibile, come un perispirito: ma come mai questo apparato di natura psicofisica poteva esistere solo nei medium?   

Morselli vedeva come il fumo negli occhi qualsiasi ipotesi di intervento spiritico, e per lui John King, il presunto spirito guida della Paladino, non era altro che una personificazione (elaborata alla luce di un indottrinamento superficiale sulle teorie spiritiche allora più in voga) della volontà stessa della medium, solo in parte inconscia: a sostegno di quest'interpretazione lo psichiatra presentò numerose prove, alcune delle quali possono essere considerate abbastanza plausibili, messe in evidenza man mano che si presentavano nel corso delle sue sperimentazioni. Tuttavia, nel suo insieme, l'ipotesi psicodinamica non è suffragata da nessun esperimento, ed ai nostri giorni – dopo oltre un secolo – ci aspetteremmo che l'esistenza di un eventuale corpo fluidico, in grado di interagire con la materia trasmettendo forze reali, capaci di muovere un tavolo o un mobile, o di trasformarsi in arti umani che compiono azioni concrete, fosse confermata da qualcuno degli strumenti o dei dispositivi tecnologici di laboratorio che nel frattempo sono stati realizzati. Ma nulla di tutto questo – che io sappia – è accaduto, e nel caso in cui l'intuizione di Morselli fosse stata giusta, il corpo fluidico sarebbe, per la scienza attuale, altrettanto enigmatico quanto la materia oscura: un'ipotesi necessaria per spiegare determinati fatti, ma non convalidata da nessuno strumento.

Studi sulla metapsichica

Nell'arco di tempo intercorso tra le prime tre serie di sedute (1901-1902) e la quarta serie (1906-1907), Morselli ebbe modo di aggiornarsi sui progressi delle ricerche relative ai fenomeni medianici, che adesso venivano inquadrate in un nuovo campo di studi denominato metapsichica (un termine proposto nel 1905 da Charles Richet). Pertanto fece precedere le sue note ed osservazioni sulle sedute della quarta serie da alcune opportune considerazioni. Riconobbe anzitutto che: «...nel campo della Metapsichica si sono succeduti notevoli avvenimenti che hanno fatto mutare a suo riguardo l'attitudine, così dei vecchi adepti e dei dottrinari spiritisti, come di molti scienziati per lo innanzi ostinatissimi avversari o dispregiatori di questi studi». E poi: «...queste e altre simili vicende dello spiritismo recentissimo hanno rivelato i progressi di una corrente ormai irresistibile di credenze, e l'esistenza reale di una categoria inesplorata di fenomeni naturali su cui la scienza deve pure, presto o tardi, pronunziarsi». Con queste parole Morselli intendeva affermare, nel quadro culturale dell'epoca, la realtà e la genuinità dei fenomeni medianici: un dato di fatto che tuttavia è stato sempre rimesso in discussione nei decenni successivi, fino ai nostri giorni, da parte di divulgatori (anche culturalmente influenti) caratterizzati da sintonie della psiche aprioristicamente scettiche, e generalmente poco e male informati in merito alle ricerche psichiche. D'altra parte lo stesso Morselli sapeva assai bene come sia impossibile convincere gli scettici ad oltranza, e dichiarava: «Ciò che a me preme è di convincere o di disingannare il mio signor Io: ciò che mi spinge a scrivere è di spiegare quanto sia stato lungo, e forse tortuoso ma sincero, Il procedimento empirico e logico pel quale io sono arrivato al presente mio stato di credenza. È incomprensibile come ci si trovi sempre in un atteggiamento di lotta, non già circa alla spiegazione, bensì circa alla realtà dei così detti fatti spiritici dopo un sessantennio da che sono stati visti e toccati, descritti e illustrati da una folla di persone comuni e di personaggi esimi. Eppure è così...»

Gli articoli di Luigi Barzini

Le sedute del 1906-1907 furono sponsorizzate ed organizzate dal Corriere della Sera, che ne affidò il reportage ad un suo giornalista di punta, Luigi Barzini, il quale scrisse una serie di brillanti articoli raccolti poi nel volumetto Nel mondo dei misteri con Eusapia Paladino, con prefazione di Cesare Lombroso. La cinquantaduenne medium era ormai una persona stanca e malata di diabete e nefrite, che tuttavia riusciva ancora a produrre una fenomenologia medianica di una certa entità, pur se ridotta rispetto a quella esplicata soprattutto nel corso delle ultime sedute del 1902. Il controllo fu sempre eseguito da Morselli e da Barzini, e la sala di casa Berisso nella quale, come si è detto, si tennero le sedute, era illuminata o da una lampada elettrica a luce bianca da 16 candele o da lampadine da camera oscura in vetro verde o rosso da 5 candele, mentre una luminosità diffusa era assicurata da un lumino da notte posto sotto un pianoforte a coda. Morselli descrisse le condizioni di luce in questi termini: «...non volendo noi soddisfare l'insistente domanda fattaci dalla subcoscienza di Eusapia coi cinque colpi (oscurità!), ci siamo spesso trovati nell'imbarazzo, non già di accrescere, bensì di moderare e graduare convenientemente la luce... abbiamo ottenuto, durante le sei sedute, una varietà notevole di gradi di illuminazione: quasi mai, il buio completo... ci siamo trovati quasi sempre in condizione da poter esercitare le nostre facoltà visive sui fenomeni: e questi sono accaduti anche in piena e viva luce».

In merito ai controlli, Morselli ribadiva ancora una volta il modo scrupoloso con cui tanto lui quanto Barzini operavano ed indagavano: «Lo affermo subito recisamente: noi due siamo sicuri, durante tutte le sei sedute... d'avere tenuto sempre nelle nostre le due mani distinte di Eusapia, io la sinistra, egli la destra... Per uno che possegga qualche nozione di anatomia e antropologia o che abbia un filo di attenzione, mi riesce incomprensibile l'inganno dello scambio di mani: una mano sinistra è sempre una... sinistra, e avrà le dita, massime il pollice e il mignolo, di ben facile riconoscimento anche al buio... Del resto, la sorveglianza ci è stata agevolata da ciò che le mani di Eusapia sono rimaste assai spesso visibili, dappoiché, come ho detto, ben poche volte le abbiamo concessa l'oscurità completa... Eusapia si è subito dichiarata soddisfatta della nostra vigilanza meticolosa: data la sua ossessione della propria veridicità di medium, la severità corrisponde al suo desiderio». E per finire, Morselli tirava una frecciata a tutti i critici ad oltranza dei metodi di controllo: «...per chi ci reputasse osservatori poco abili, e naturalmente meno astuti del signor critico, non riusciremmo a trovare frasi abbastanza eloquenti per convincerlo della nostra capacità. L'esperienza da me acquistata in tante sedute spiritiche ed il paragone che ho potuto fare tra i molti investigatori dei fenomeni medianici, siano dilettanti o studiosi, siano credenti o scettici, mi permette di affermare... che io e Luigi Barzini costituiamo una ottima e sicura coppia di vigilatori per intelligenza ed accortezza; e sfido chi ci conosce personalmente ambedue, di dire il contrario».

Le ipotesi esplicative dei fenomeni medianici

La parte più interessante del secondo volume di Psicologia e Spiritismo è l'ultima: dopo un capitolo dedicato ai tentativi fatti dai più autorevoli studiosi per classificare i vari fenomeni medianici indagati direttamente o riportati nell'ampia letteratura di riferimento, il capitolo successivo prende in esame tutte le ipotesi avanzate per spiegare la medianità e la relativa fenomenologia. Morselli, pur lamentando la mancanza di una critica comparativa delle diverse ipotesi, si impegnò per inserire quelle di maggior impatto (non necessariamente le più coerenti) in un quadro organico che ancor oggi può essere molto utile per identificare le diverse sintonie della psiche attivate da questo complesso ed anomalo campo di ricerche. Ecco di seguito una sintesi della classificazione operata dal Morselli: per la spiegazione delle singole ipotesi si rimanda al volume (pag. 528 e seguenti).

A – Ipotesi extrascientifiche:
I) - Teologiche
: 1. Satanismo - 2. Diabolismo - 3. Anime purganti.
II) - Metafisiche: 4. Psicocosmismo, ilozoismo, ecc. - 5. L'Incosciente - 6. Intuizione dell'Essere.
III) - Occultistiche, Esoteriche: 7. Ermetismo - 8. Forze magiche - 9. Spiriti degli elementi - 10. Entità intelligenti e occulte - 11. Esseri terrestri superumani - 12. Esseri terrestri preumani.
IV) - Teosofiche: 13 e 14. Piano astrale.

B – Ipotesi ultrascientifiche:
V) - Iperfisiche o fisiche trascendentali: 15. Spazio pluridimensionale - 16. Fluidismo.
VI) - Metabiologiche: 17. Polizoismo umano, pluralismo psichico - 18. Animismo - 19. Spiritismo.

C – Ipotesi prescientifiche:
VII) - Empiriche negativistiche: 20. Frode e prestidigitazione - 21. Illusioni ed allucinazioni sensoriali.
VIII) - Empiriche psicopatologiche: 22. Isterismo, nevrosi, ipnotismo e stati affini - 23. Suggestione ed autosuggestione -
24. Disgregazione della personalità - 25. Automatismo ed io secondari.
IX) - Metapsichiche: 26. Telepatia e suggestione mentale - 27. Allucinazioni indotte e telepatiche - 28. Esteriorazione della
motricità e della sensibilità - 29. Produzione psico-collettiva - 30. Esteriorazione del subcosciente - 31. Il subliminale, il sub-ego trascendentale - 32. La più estesa coscienza, il Mega-ego ultracorporeo.
X) - Metadinamiche: 33. Radioattività umana - 34. Energetica - 35. Psicodinamismo.

Come si vede, si tratta di un quadro complesso ed articolato, nell'ambito del quale ciascuno può decidere – in base all'orientamento della propria psiche – cosa si può ritenere accettabile e cosa si deve senz'altro scartare come assurdo. Si può aggiungere che gran parte delle ipotesi inserite da Morselli nella categoria delle Metapsichiche sono state più recentemente fatte confluire in quella della super-PSI, alla quale abbiamo già accennato. Questa classificazione ci lascia inoltre intendere come Morselli, man mano che le sue esperienze medianiche proseguivano ed i suoi studi si approfondivano, fosse diventato più attento alle ipotesi esplicative avanzate anche da altri autorevoli ricercatori: d'altra parte era del parere che i vari fenomeni medianici non dovessero essere necessariamente ricondotti ad un'unica causa, ma si potesse far ricorso ad ipotesi diverse a seconda dei casi.

Comunque, per le ragioni spiegate nell'ultimo capitolo del libro (Le mie esperienze), Morselli non prese mai in considerazione l'ipotesi spiritista, come invece avevano fatto – seppur in forma non dogmatica, bensì metapsichica – Lombroso o Brofferio, quest'ultimo apprezzato da Morselli per la logica delle sue argomentazioni, che però lo psichiatra tentava di demolire: «...se ho raccolto un copioso materiale in dimostrazione dei poteri eccezionali designati sotto l'etichetta metaforica di medianità, non ho poi veduto un solo fatto autentico, incontestabile, ragionevole di spiritismo e tanto meno di spiritualismo. Il libro di A. Brofferio in pro' delle dottrine spiritiche, tratto quasi esclusivamente dagli stessi fenomeni eusapiani da me sperimentati (e anche molto meno efficaci), è un'opera sincera e briosa: ma le sue ragioni, stringenti fin che si vuole nell'argomentare, perspicue e lucidissime nello stile, non mi convincono più...». Veramente il libro di Brofferio non era, come affermava Morselli, a favore delle dottrine spiritiche, ma portava semplicemente e logicamente a concludere come, tra le varie ipotesi, quella dell'esistenza di intelligenze aliene ed autonome rispetto al medium fosse la meno incongruente. In ogni caso Morselli, dopo aver elencato a sua volta tutte le motivazioni e le contraddizioni per le quali, a suo parere, l'ipotesi spiritica non reggeva, concludeva il suo libro affermando di riconoscere all'ipotesi di lavoro psicodinamica, «che scorge nel Cosmo l'esistenza di forze psichiche ignote, e le colloca provvisoriamente nella serie delle altre forze naturali ammesse dalla scienza e dalla filosofia», il rango di più confacente nello studio dei fenomeni medianici e di «più conforme al patrimonio sicuro del sapere».

L'atteggiamento poco simpatico di Morselli nei confronti della Paladino

Un solo appunto, secondo me, deve essere mosso al Morselli, una volta riconosciuto il valore e l'importanza del suo lavoro: egli trattò sempre la Paladino con un distacco ed un senso di superiorità che talvolta sconfinavano in una forma di malcelato disprezzo. Tra i ringraziamenti indirizzati nel suo libro alle persone che lo aiutarono, lo stimolarono e lo consigliarono nel suo impegnativo lavoro, non uno è dedicato alla medium. Certamente la Paladino si faceva pagare per le sue prestazioni, anche se – come si è visto – dava poi in beneficenza quasi tutto quello che guadagnava e viveva poveramente, tanto che finì i suoi giorni malata ed in miseria. È altrettanto vero che si trattava di una popolana analfabeta: tuttavia non era priva di una sua capacità di giudizio e di una sua dignità, che manifestava difendendo – anche se in modo inefficace ed incongruo – l'autenticità dei propri poteri medianici. Per questa ragione si dimostrò sempre disponibile a partecipare ad esperimenti condotti da ricercatori di fama, nella speranza di veder riconosciuta la sua medianità, al di là degli espedienti e delle indubbie frodi di cui venne giustamente accusata. D'altra parte va riconosciuto che medium eccezionali come la Paladino non è che se ne trovassero tutti i giorni e ad ogni angolo, e basterebbe questo fatto per affermare che un po' più di rispetto (e di simpatia umana) nei suoi confronti, da parte di Morselli, non avrebbe compromesso nessuna delle esperienze.     


 

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