L'intelligenza umana e l'inganno

 

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L'insoddisfacente livello dell'intelligenza umana

Se per intelligenza si intende la capacità di comprendere la realtà mediante la nostra attività mentale, dobbiamo riconoscere che, nel loro complesso, le esperienze determinate dalla psiche umana non hanno offerto quasi mai un'adeguata e veritiera spiegazione del mondo, ma hanno prodotto una serie di rappresentazioni più o meno fantasiose, di carattere mitico, alcune delle quali hanno avuto successo, prendendo la forma di programmi culturali dai quali, in genere, l'io viene condizionato (per una descrizione dell'attività della psiche umana si rimanda alle pagine ad essa dedicate in questa sezione). Sotto questo aspetto la condizione umana è veramente strana, al punto da risultare quasi insostenibile. Siamo infatti del tutto carenti di informazioni dirette ed affidabili non solo in relazione alla struttura fisica del mondo che ci circonda, ma anche in merito al funzionamento di ciò che ci riguarda più da vicino, come il nostro organismo, il sistema nervoso ed il cervello. Una caratteristica del genere umano, nel suo complesso, è che nel corso della sua storia non ha potuto fare affidamento su un'intelligenza in grado di offrire una conoscenza immediata e diretta del mondo (mediante quella che in passato veniva definita scienza infusa), e pertanto la definizione di homo sapiens con cui abbiamo voluto gratificare la nostra specie può sembrare del tutto arbitraria. L'essere umano è una creatura in parte cosciente e dotata di notevole ingegno e di creatività, ma non lo si può definire sapiente: solo negli ultimi secoli l'intelligenza ha cominciato a svolgere un efficace ruolo conoscitivo nei confronti del mondo fisico, grazie ad un notevole impegno da parte di gruppi di persone dedite alla scienza. Relativamente parlando, l'etichetta di sapiens si giustifica solo quando si mette a confronto l'essere umano con altre specie viventi che, su questo pianeta, manifestano capacità conoscitive ed intellettive inferiori alle nostre.

La distribuzione minoritaria dell'intelligenza di buon livello

In questa condizione poco esaltante, possiamo intendere per intelligenza la capacità, da parte della nostra mente (e dunque del cervello umano) di escogitare e mettere in atto esperimenti e tecniche aventi come fine l'incremento della conoscenza e la verifica delle teorie esplicative avanzate. Riconosciuto che non disponiamo di un sapere diretto, l'intelligenza può essere considerata come la facoltà di incrementare la nostra conoscenza mediante l'attenzione, l'osservazione e l'acquisizione di informazioni e di dati, e la loro elaborazione attraverso processi deduttivi ed induttivi razionali e tecniche sperimentali di convalida. Nella massa degli esseri umani emergono alcuni individui i quali, disponendo di risorse intellettive decisamente superiori alla media, riescono a far compiere progressi alla conoscenza, in modo da aiutare l'umanità ad uscire dallo stato di ignoranza in cui si trova. Nonostante ciò, il livello di intelligenza generale di ampie fasce dell'umanità resta quello che è (cioè insufficiente), e può accadere che anziché favorire l'azione ed il talento di questi individui, alcune correnti sociali tendano piuttosto ad ostacolare o perfino ad avversare i loro sforzi: si ha l'impressione che – come nel mito di Prometeo – certe forze originate dalla psiche vogliano punire gli uomini per i loro tentativi di accrescere la conoscenza. Tuttavia, la tensione verso la conoscenza che sempre si manifesta nell'essere umano ha fatto sì che nella nostra epoca l'intelligenza abbia potuto stabilire una testa di ponte saldamente attestata, rispetto all'ignoranza che ha caratterizzato ed ancora caratterizza l'umanità nel suo complesso. Questo sistema, che viene definito scienza, si è affermato non solo, come si è detto, grazie all'impegno degli esseri umani più dotati sotto il profilo intellettivo, ma anche per i benefici ed i vantaggi di cui tutta l'umanità ha potuto fruire. Di conseguenza le trasformazioni intervenute nell'ambito della psiche collettiva hanno consentito alla scienza di radicarsi e di crescere superando i rischi (che non sono certo mancati) di essere eliminata sul nascere.

Intelligenza e cervello

Se è vero, come oggi ritiene gran parte della comunità scientifica, che l'intelligenza dipende dall'attività del cervello, in futuro verranno forse individuati i meccanismi funzionali che determinano le notevoli differenze esistenti tra i cervelli, pur nella loro apparente somiglianza. Si può affermare con certezza che l'intelligenza non dipende dal peso o dal volume del cervello, dato che individui certamente geniali e creativi, dotati di ua notevole intelligenza, avevano un cervello del tutto normale, ed in qualche caso di peso inferiore alla media. D'altra parte le ipotesi tendenti a diversificare l'intelligenza in una gamma di componenti distinte, ed a sostenere che l'incremento di una forma di intelligenza (per esempio quella logico-matematica) vada a detrimento di altre forme (come quella creativa ed emotiva) non trovano conferma nelle biografie di diversi personaggi: se vi sono alcuni esempio che sembrano confermarla (e che spesso vengono usati come stereotipi), in molti altri casi si riscontra che l'intelligenza si manifesta e si esprime nella stessa persona in un'ampia gamma di interessi e di funzioni, non solo nel pensiero ma anche nel sentimento e nell'emotività. Non di rado la vita delle persone più intelligenti è ricca, completa e soddisfacente nei suoi diversi aspetti, mentre quella di chi ha un'intelligenza standard o al di sotto della media è più problematica e meno gratificante. Dunque la teoria delle compensazioni tra diversi tipi di intelligenza appare priva di fondamento. Certamente, non è la sola intelligenza a determinare tutte le possibili interazioni tra gli esseri umani: la bellezza, per esempio, è un catalizzatore di relazioni umane che funziona indipendentemente dall'intelligenza (alla quale può essere o meno associata), e che ha certamente un forte impatto (anche se non sempre positivo) sulla vita di una persona. Si può anzi affermare che il ruolo dell'intelligenza nell'influenzare le varie interazioni umane è decisamente meno rilevante rispetto a quello di altre dinamiche elaborate dalla psiche, in grado di esercitare un controllo sull'io cosciente.

Conseguenze della diffusione di informazioni errate

La circolazione delle informazioni e la diffusione della conoscenza dovrebbero contribuire all'evoluzione della psiche collettiva, ed il metodo utilizzato dall'intelligenza per acquisire le conoscenze di cui disponiamo dovrebbe interessare la maggioranza degli esseri umani, fatta eccezione per coloro che sono convinti che l'ignoranza, condita con miti vari, sia la condizione migliore per affrontare la vita. Va inoltre ricordato che attraverso la conoscenza e l'azione gli uomini acquistano un reale potere di intervenire attivamente sulla realtà di questo mondo, modificandola e trasformandola in funzione delle loro esigenze. Ma ancor oggi non siamo in grado di distinguere per conoscenza immediata il vero dal falso, ed anzi si continua a ritenere giustificabile chi sostiene il falso per proprio tornaconto, dimenticando che la distinzione tra vero e falso è indispensabile per una corretta trasmissione dell'informazione: infatti, quando questa distinzione diventa incerta la nostra mente finisce con l'elaborare informazioni contaminate dall'errore.

La presenza dell'errore, nell'ambito della condizione umana e della stessa natura, è un dato di fatto: l'errore può infatti presentarsi, come si è visto, anche nel meccanismo di copiatura del codice genetico, ma in natura il rapporto tra gli eventi che comportano un errore e quelli che si svolgono senza errori è estremamente basso. Se così non fosse, un fenomeno complesso ed evoluto come la vita non potrebbe durare nel tempo. Nella psiche umana invece il rischio di errore è enormemente maggiore. Le stesse percezioni, e l'elaborazione della visione del mondo da parte della psiche, possono essere contaminate dall'errore: non offrono un'informazione fedele ed adeguata del mondo reale, ma solo una sua rappresentazione approssimativa, in genere inadeguata e fantasiosa (basti pensare a come per molti secoli sono state interpretate e curate le malattie). Come vedremo meglio trattando della psiche, sotto il profilo della percezione diretta e dell'elaborazione intuitiva dei dati del mondo fisico la nostra intelligenza non si può fidare delle ingenue rappresentazioni da essa elaborate. Nello stesso tempo, l'io cosciente tende ad essere quasi sempre irretito ed affascinato dalle esperienze della propria psiche, che vengono percepite come affidabili, e corre il rischio di credere per fede in un errore, difendendolo come se fosse la verità.

Anche nella trasmissione dell'informazione da individuo ad individuo vi è sempre la possibilità che il falso venga presentato come vero, o viceversa. Tralasciando per il momento i motivi per i quali questa trasposizione viene consapevolmente eseguita (come la ricerca di un vantaggio personale tramite l'inganno, o come forma di autodifesa) non c'è dubbio che l'accertamento della correttezza dell'informazione sia molto difficile nell'ambito della comunicazione socioculturale, specialmente perché il mentire viene considerato, nella prassi, quasi come un diritto naturale. Ma la trasmissione di informazione errata avviene anche in buona fede, in tutti quei casi in cui chi ha ricevuto e classificato un'informazione falsa come vera, la trasmette a sua volta come tale, con la forza di convinzione e di persuasione che viene di solito riservata alle cose ritenute vere. Le possibilità che in queste condizioni l'intelligenza possa assolvere il suo compito sembrano estremamente esigue: la prima ovvia premessa per l'esercizio dell'intelligenza, infatti, dovrebbe essere il riconoscimento, da parte della maggioranza degli esseri umani, dell'assoluta importanza della trasmissione corretta dell'informazione. Ma, come si è visto, proprio questo è il problema primario: la mistificazione dell'informazione può essere coscientemente eseguita con molta facilità e le persone di solito non dispongono di adeguate risorse per poter distinguere il vero dal falso.

L'inganno in natura e nella cultura

Quanto alle motivazioni che portano ad una inaffidabile trasmissione delle informazioni, si nota che già in natura sono presenti manifestazioni di elaborazione dell'inganno, come quelle costituite dall'imitazione mimetica di forme e colori di animali o vegetali da parte di altre specie, oppure dalle appendici funzionanti come esca possedute da alcuni pesci. La tendenza a trasmettere un'informazione non corrispondente al vero è dunque una caratteristica vantaggiosa per la specie che ha il potere di ingannare altre specie, anche come sistema di autodifesa per non essere identificati ed aggrediti. L'umanità si è poi esercitata per secoli nell'arte dell'inganno, anche nei confronti degli animali, per assicurarsi vantaggi nella sopravvivenza. L'esercizio dell'inganno si è agevolmente esteso alle relazioni interpersonali ed a quelle tra i raggruppamenti umani, le tribù e le nazioni. Se ingannare rappresenta un vantaggio, come molti ritengono seguendo la natura, perché non approfittarne? Tuttavia, nel corso dell'evoluzione umana si è manifestata l'esigenza di valorizzare la trasmissione corretta dell'informazione (la difesa della verità) in contrasto con la falsificazione necessaria per l'elaborazione dell'inganno. Attualmente si osserva che tanto la scienza quanto la tecnologia rappresentano un notevole vantaggio per l'umanità, e sia l'una che l'altra si fondano sulla corretta trasmissione dell'informazione. Cosa accadrebbe infatti della conoscenza scientifica se l'informazione fosse falsificata nella trasmissione da un ricercatore all'altro (cosa che di fatto ogni tanto accade)? Avremmo una conoscenza inaffidabile ed inefficace, coè proprio l'opposto di ciò di cui abbiamo bisogno. E cosa accadrebbe se, nella trasmissione delle informazioni per la realizzazione di una macchina, queste venissero alterate? Semplicemente, la macchina non funzionerebbe o il suo funzionamento sarebbe aleatorio ed inaffidabile. Dunque esistono ambiti nei quali la correttezza della trasmissione delle informazioni è un'esigenza irrinunciabile.

Il fondamento psichico della cultura dell'inganno

Nelle relazioni umane, in settori come gli affari, il commercio ed il giornalismo, l'affidabilità dell'informazione viene considerata importante, anche se la pratica dell'inganno non viene meno. In questi casi tuttavia la correttezza deriva più da una valutazione dei vantaggi e dei danni che l'uso dell'inganno può comportare (dato che chi inganna potrebbe a sua volta essere ingannato) che non dalla convinzione della necessità di una trasmissione corretta delle informazioni. La pratica dell'occultamento della verità o della sua falsificazione è invece comune e diffusa in politica, in ambito giudiziario, nella ricerca di vantaggi personali e negli ambienti criminali, ed è considerata come logica e necessaria nei confronti del nemico in caso di guerra. Si può anzi affermare che proprio la separazione e la divisione degli esseri umani e dei loro raggruppamenti incentivano l'inganno, perché la psiche tende a persuaderci che il vantaggio nostro o del nostro gruppo sia un valore indipendente rispetto al danno arrecato all'altro o al suo gruppo. Così la falsificazione viene eseguita in quanto spesso funziona: non vi sarebbe possibilità di inganno, infatti, se l'informazione portasse in sé un codice ben identificabile relativo alla propria affidabilità. Chi trasmette consapevolmente un'informazione falsa lo fa perché crede che essa possa essere ricevuta come vera, altrimenti non avrebbe alcun successo. Dobbiamo dunque concludere che la possibilità di essere ingannati è inerente alla natura umana, anzi è facile accorgersi che l'essere umano è in genere facilmente ingannabile, anche se c'è un unanime consenso sul fatto che la trasmissione falsificata delle informazioni rappresenta un danno per chi la riceve. Inoltre può essere opportuno tacere o alterare le informazioni che hanno per il destinatario un effetto spiacevole o doloroso. Molte risorse e molte energie sono spese per il controllo della correttezza dell'informazione, ma spesso, nonostante la continua attività di verifica, i risultati non corrispondono alle attese, come si può notare dal funzionamento del sistema giudiziario, la più imponente istituzione per l'accertamento della verità (processuale) in ambito sociale.

La tendenza a falsificare l'informazione sembra essere dunque una caratteristica della psiche, la quale non è in grado di trasmettere all'io cosciente informazioni corrette sull'organizzazione della vita. Se c'è, per esempio, qualcosa di anomalo nel funzionamento del mio corpo, o se io contraggo una malattia, la psiche non è in grado di informarmi correttamente sulle vere cause che compromettono il mio funzionamento, ma a seconda dei programmi socioculturali ricevuti e della sua capacità di elaborare fantasie può inventare qualche informazione più o meno convincente (come ad esempio la punizione per aver offeso una divinità). Tutto questo non è intelligente: per poter utilizzare quella poca intelligenza che abbiamo è necessario un esercizio continuo ed un metodo sul quale si possa fare affidamento, imparando a non fidarsi troppo delle interpretazioni offerte dalla psiche. L'intelligenza ha fatto passi avanti nella conoscenza quando ha cominciato ad esaminare ed a descrivere la realtà con l'aiuto di strumenti di misurazione e di visualizzazione, prescindendo dalla sua interpretazione. Non va mai dimenticata l'importanza tecnica di invenzioni come il microscopio o il telescopio, che hanno ampliato notevolmente le facoltà percettive di cui disponiamo. La raccolta dei dati e la loro elaborazione ha poi portato alla formulazione delle leggi ed alla loro verifica mediante il metodo sperimentale. Il lavoro di ricerca, inizialmente svolto da un numero esiguo di persone che si scambiavano informazioni in forma prevalentemente epistolare o verbale, ha richiesto poi la collaborazione di un numero crescente di individui, per i quali è stata ed è essenziale la corretta trasmissione delle informazioni, dato che per sua natura il metodo scientifico si fonda sull'affidabilità, sulla veridicità e sulla possibilità di verifica delle informazioni ricevute e trasmesse.

La maggior parte degli esseri umani non ha ancora, però, un'intelligenza adeguata a comprendere in pieno l'utilità ed il valore del metodo scientifico, e così nel complesso prevale la tendenza a diffondere i programmi socioculturali in base alle incerte e malsicure indicazioni provenienti dalla psiche, che continuano ad influenzare negativamente le interazioni umane. Anche ai nostri giorni, per esempio, l'informazione politica, che dovrebbe essere sempre affidabile sulla base di un'intrinseca certificazione di correttezza, è costantemente contaminata dal dubbio sulla sua possibile falsificazione, per cui siamo costretti a diffidare di molte notizie ricevute. Se poi vogliamo verificare la correttezza di un'informazione, siamo costretti a spendere tempo ed energie nella ricerca di altre informazioni (che spesso andrebbero a loro volta verificate) per avere qualche possibilità di pervenire ad un risultato utile. Questa fatica e l'incertezza che deriva dalla mancanza di affidabilità delle informazioni in circolazione potrebbero essere evitate se la psiche fosse pervenuta ad un livello evolutivo sufficiente a far prevalere la correttezza dell'informazione trasmessa su qualsiasi altra considerazione. Ma così non è, e per questo la condizione umana è ancora caratterizzata da un'irrisolta ambiguità che mina le basi della fiducia reciproca.


 

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