La medianità di Etta Wriedt ed i resoconti di William Moore |
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Manifestazioni in voce diretta ed identificazione delle entità In questa pagina vengono riportate alcune tra le numerose testimonianze sui casi di identificazione di entità comunicanti ottenuti tramite la medianità dell'americana Etta Wriedt (1859-1942), una medium in grado di produrre vari fenomeni fisici – il più eclatante dei quali era la voce diretta – senza cadere in trance. La Wriedt, che partecipava attivamente allo svolgimento delle sedute e dialogava tanto con i presenti quanto con le entità, riusciva a tenere due o anche tre sedute nello stesso giorno, e durante i suoi soggiorni inglesi le sedute furono centinaia, con un elevato numero di partecipanti, molti dei quali rilasciarono le testimonianze scritte raccolte dall'ammiraglio William Usborne Moore (1849-1918) nel suo libro The Voices. Diversi testimoni dichiararono di essersi convinti dell'autentica identità delle entità sulla base della comunicazione di eventi, circostanze e persone noti solo a loro, e non di rado non più presenti nella loro memoria, quanto meno a livello cosciente. In più di un'occasione vennero anche riferiti fatti di cui i partecipanti non erano a conoscenza, ma la cui esattezza poté in seguito essere verificata. La medium Henrietta Wriedt Nell'ambito delle comunicazioni che offrono un significativo contributo all'ipotesi della sopravvivenza, quelle dovuti alla medianità di Etta Wriedt meritano una speciale attenzione: furono registrate nel corso di centinaia di sedute durante i due soggiorni inglesi della medium, il primo nel 1911 (su invito del giornalista ed editore William T. Stead, che troverà la morte l'anno seguente nel naufragio del Titanic) ed il secondo tra il 1912 ed il 1913, su richiesta dell'ammiraglio Moore, studioso ed indagatore dei fenomeni spiritici. Nata a Detroit intorno al 1860 e morta nel 1942, Henrietta (Etta) Wriedt ebbe una vasta risonanza come medium a voce diretta tanto in patria quanto in Europa e – nell'ultimo decennio della sua vita – anche in Canada. La sua principale peculiarità era di non cadere mai in trance. Come medium professionista chiedeva a tutti i partecipanti un compenso nominale di un dollaro per ogni seduta riuscita: talvolta infatti le sedute non avevano successo, mentre in altri casi le entità si manifestavano in gran numero. Un'altra caratteristica della Wriedt era la sua disponibilità a dare tanto sedute private, anche ad un solo consultante, quanto sedute collettive nelle quali i partecipanti potevano essere una ventina. Dato il suo successo, le sedute erano molto frequenti, ed a quelle collettive partecipavano spesso persone del tutto sconosciute alla medium, che non rivelavano il proprio nome o ne fornivano uno fittizio. La voce diretta e le trombe Le entità che si manifestavano con la Wriedt comunicavano sempre in voce diretta, talvolta senza nessun ausilio, ma più spesso mediante le cosiddette trombe (specie di megafoni a cono predisposti per lo scopo prima della seduta) che venivano utilizzate dalle entità stesse (i partecipanti infatti non le toccavano mai) per canalizzare la voce, accostando la parte più stretta della tromba all'orecchio del destinatario del messaggio. In genere dovevano utilizzare le trombe tutte le entità alle prime armi in fatto di comunicazione, in quanto le loro parole potevano essere appena sussurrate: man mano che si esercitavano nel comunicare, le entità acquistavano maggior vigore e sicurezza, mentre la loro voce diventava più forte ed udibile non solo dal destinatario della comunicazione, ma dall'intero uditorio dei partecipanti. Le voci dei controlli e delle entità che si manifestavano con assiduità durante le sedute erano chiare, vibranti e forti, e non si servivano mai delle trombe. Le sedute della Wriedt Normalmente le sedute con la Wriedt avvenivano in totale oscurità, ma non sempre: in diversi casi le voci dirette furono udite in semioscurità o anche in piena luce. Tuttavia il buio sembrava favorire la manifestazione dei fenomeni, perché le voci percepite di giorno e con le imposte aperte erano più deboli e non parlavano a lungo. In qualche caso le voci furono percepite all'interno di una stanza dai partecipanti, mentre la Wriedt era impegnata nelle sue faccende in un'altra stanza o al piano inferiore della casa che la ospitava. Durante le sedute la Wriedt si manteneva vivace ed attiva, manifestando forme di chiaroveggenza, comunicando i nomi delle entità che desideravano parlare e spesso dando anche una descrizione delle loro sembianze. Al termine delle sedute non sembrava stanca o affaticata, né presentava alcuno dei sintomi di esaurimento mentale che di non di rado si manifestano nei medium quando escono dalla trance. Uno dei controlli della Wriedt (un'entità che si faceva chiamare John Sharp e che affermava di esser nato a Glasgow nel XVIII secolo, di aver vissuto gran parte della sua vita negli Stati Uniti facendo il farmacista e di esser morto nell'Indiana) spiegava questo fatto dicendo che lui si prendeva gran cura della salute della medium prelevando le energie necessarie soprattutto dagli spettatori presenti alle sedute. L'ammiraglio Moore, che si era recato negli Stati Uniti per compiere ricerche sui medium locali, racconta che, essendo egli stesso dotato di qualche facoltà medianica, dopo aver partecipato ad alcune sedute con la Wriedt a Detroit era caduto in uno stato di esaurimento nervoso, e non aveva potuto recuperare il suo normale vigore se non sei mesi dopo il suo ritorno in Inghilterra. Fenomeni fisici Durante le sedute inglesi si verificarono altri fenomeni fisici oltre alla voce diretta: apparizioni di forme luminose ed eteree che volteggiavano nell'oscurità della stanza, talora rivolgendo la parola agli spettatori, spostamenti di fiori prelevati dai vasi e depositati tra le mani dei presenti, contatti di mani oppure colpetti ripetuti con le trombe sulla testa o su altre parti del corpo degli spettatori per sollecitare una pronta risposta a quanto le entità domandavano. I partecipanti ricevevano spesso aspersioni di gocce d'acqua e sentivano soffi di aria fresca, ed oggetti pesanti venivano spostati. Se venivano accese le luci durante o al termine delle sedute, si vedevano in qualche caso le trombe, ancora sospese in aria in prossimità del soffitto, ritornare al suolo non per caduta gravitazionale accelerata, come sarebbe dovuto accadere, ma lentamente ed a velocità costante, come se una mano invisibile le accompagnasse. Le ricerche dell'ammiraglio Moore Come ho già detto, le testimonianze qui riportate sono tratte dal libro The Voices (Le voci) pubblicato dall'ammiraglio inglese William Usborne Moore nel 1913. Si tratta di un testo importante perché non presenta solo le osservazioni, le impressioni e le opinioni dell'autore, ma è una raccolta di un centinaio di resoconti – datati e firmati – inviati da persone che avevano assistito alle sedute della Wriedt durante i suoi primi due soggiorni inglesi. Proprio la quantità delle testimonianze e le concordanze delle osservazioni in esse riportate danno un particolare valore a quest'opera, della quale Moore stesso afferma di essere non tanto l'autore, quanto il compilatore. Gli autori delle testimonianze si limitano quasi sempre a riportare i fatti ai quali hanno assistito, o ad indicare gli elementi a loro avviso probativi dell'identificazione delle entità comunicanti. Come vedremo, sotto quest'aspetto le sedute della Wriedt offrono una mole di dati impressionante per la quantità e per la qualità di tali identificazioni. Due anni prima era stato pubblicato un altro libro dell'ammiraglio Moore, Glimpses of the Next State (Sguardi sul prossimo stato), il cui sottotitolo, «L'educazione di un agnostico», ben rappresentava il complesso percorso che aveva portato l'autore (già critico verso la fede cristiana e scettico nei confronti di una forma di sopravvivenza individuale dopo la morte) a confrontarsi con i fenomeni medianici e ad iniziare una ricerca sul campo che lo portò a sperimentare con le più importanti medium dell'epoca, sia in patria che al di là dell'oceano. L'orientamento mentale di Moore, prettamente razionalista in accordo con il tardo-positivismo dell'epoca, si era già manifestato esaurientemente in un'altra sua opera del 1905, Il cosmo e le religioni: un testo nel quale veniva criticato il fondamentalismo dogmatico che induce i preti, tanto nel cristianesimo quanto in altre religioni, a far passare per verità rivelate testi il cui contenuto poetico, storico, moralistico, mitologico o romanzesco, per quanto interessante, si dimostra sempre di ineguale valore e non regge al vaglio della moderna verifica storica. In particolare Moore affermava che Cristo, se pur era esistito come uomo, non era Dio, non era nato da una vergine e non era risorto dai morti col suo corpo umano (una tesi oggi avallata da quasi tutti gli storici). Tra le molte critiche ricevute dopo la pubblicazione di questo suo libro, quelle che più colpirono Moore provenivano dai cosiddetti spiritualisti, che lo accusavano di non aver investigato adeguatamente le prove ottenute mediante le comunicazioni medianiche. Moore, riconoscendo che il suo campo di indagine non era mai andato oltre lo studio delle religioni, intraprese una ricerca sui fenomeni spiritici dapprima mediante l'esame della letteratura esistente ed in seguito consultando direttamente vari medium. Pur non cambiando mai il proprio parere circa il carattere irrazionale e dannoso per lo sviluppo umano delle religioni, Moore col tempo si convinse – soprattutto a seguito delle ripetute manifestazioni di una sua parente alla quale era stato molto affezionato, da lui chiamata Iola, trapassata più di trent'anni prima nel pieno della giovinezza e considerata come una guida spirituale – che il suo compito era quello di riconsiderare il problema della sopravvivenza alla morte. Al termine delle sue lunghe e laboriose ricerche Moore giunse alla conclusione che ciò che noi chiamiamo morte non è che un mero incidente, una porta verso una nuova vita che comporta una sostanzialità superiore, anche sotto l'aspetto sensoriale, rispetto a quella che sperimentiamo in questo mondo. Glimpses of the Next State è un lungo e dettagliato rendiconto delle ricerche e delle sedute di Moore con diversi medium, tra i quali Craddock, Husk, le sorelle Bang e la Wriedt. Esso ci riporta ad un'epoca molto lontana dai nostri giorni, nella quale i fenomeni medianici erano senza dubbio più frequenti, intensi ed articolati. Sia ben chiaro che anche allora abbondavano gli impostori, i medium fraudolenti e coloro che a vario titolo si davano da fare per trarre vantaggio dalle sventure e dalla credulità della gente, ma proprio dalla lettura dei più importanti studi dell'epoca, scritti da persone di notevole intelligenza e per nulla sprovvedute nei confronti delle risorse e degli espedienti umani, si ricava l'impressione di una capacità di analisi e di giudizio senz'altro comparabile (e non di rado anche superiore) a quella sulla quale facciamo affidamento ai nostri giorni. La facoltà critica e di osservazione degli studiosi dell'epoca era ben sviluppata e veniva esercitata con rigore, ma quasi sempre senza pretendere di condizionare in modo deleterio lo svolgersi di quei fenomeni che costituivano l'oggetto primario dell'interesse. Proprio questo fatto, forse, rappresenta l'handicap principale della ricerca più recente o contemporanea, nella quale gli studiosi si sforzano di evitare qualsiasi coinvolgimento non solo emotivo, ma anche operativo, col fenomeno studiato. Moore cercava di comprendere quali potevano essere le condizioni e le modalità che determinavano la produzione dei fenomeni, pur nella garanzia della loro autenticità, tuttavia, secondo altri studiosi dei fenomeni paranormali, come ad esempio Hereward Carrington (1880-1958), egli era incline a considerare ed a difendere come genuini medium che in qualche occasione furono scoperti a frodare. Testimonianze delle sedute con la Wriedt Tra le numerose testimonianze riportate nel libro The Voices ne citiamo alcune tra le più significative, soprattutto in relazione alla possibile origine spiritica delle comunicazioni. Chedo Miyatovich, diplomatico serbo e membro della Royal Historical Society inglese, studioso dei fenomeni medianici ma non convinto spiritista, partecipò nel 1912 a due sedute private con la Wriedt insieme al suo amico dottor Hinkovitch. Riconobbe in una luce ondeggiante, quasi trasportata da una lieve brezza «non lo spirito, ma la stessa persona del mio amico William T. Stead (morto poco tempo prima nel naufragio del Titanic), non avvolto in bianchi drappeggi, come mi è capitato di vedere gli spiriti in altre sedute, ma nel suo solito abito da passeggio. Il mio amico Hinkovitch, che aveva visto Mr. Stead solo in fotografia, disse: "Sì, è proprio Stead!" Lo spirito di Stead fece un cenno amichevole verso di me e poi scomparve. Dopo mezzo minuto ricomparve e si fermò davanti a me (ma ad una certa altezza dal suolo) guardandomi e facendo un inchino. E dopo un poco apparve di nuovo, per la terza volta, percepito da noi tre più chiaramente che mai». Dopo la terza apparizione, i tre partecipanti alla seduta udirono distintamente queste parole: «Sì, sono Stead - William T. Stead! E, caro Miyatovich, amico mio, sono davvero contento che tu sia venuto. Io stesso sono qui proprio per poterti dare una prova convincente che la vita dopo la morte esiste, e che lo spiritismo è vero. Cercai di persuaderti di questo mentre ero in vita, ma tu hai sempre esitato ad accettare questa verità. Ora che ti ho offerto la prova di quanto ti dicevo, potrai non solo credere, ma sapere che c'è veramente una vita dopo la morte! Addio, amico mio! C'è qui Adela Mayell che desidera parlarti». Miss Adela Mayell, una carissima amica di Miyatovich alla quale il diplomatico era legato da un profondo affetto, era morta solo tre settimane prima che la seduta avesse luogo. Miyatovich afferma che Stead non aveva mai conosciuto Miss Mayell in vita, né aveva mai udito il suo nome. L'entità Adela prese poi la parola, rivolgendosi all'amico Miyatovich con espressioni affettuose e sincere, cercando di tranquillizzarlo su certe questioni che lo avevano recentemente angustiato, e raccontandogli della sua attuale felicità. Ad un certo punto, con grande stupore di Miyatovich e del suo amico, una voce possente cominciò a parlare rivolgendosi a Hinkovitch in croato: si trattava di un suo vecchio amico, medico di professione, che era morto all'improvviso per un infarto. La conversazione tra Hinkovitch e l'entità si protrasse per qualche tempo, sempre in croato. Miyatovich, che conosceva bene quella lingua, poteva seguirla parola per parola, ma la più sorpresa era proprio la Wriedt, che udiva il croato per la prima volta in vita sua. Nel corso di un'altra seduta si manifestò la madre di Miyatovich, che parlò col figlio nella propria lingua nativa, il serbo. Un'altra partecipante alla seduta, la professoressa Margarette Selenka (un'autorevole scienziata tedesca dell'epoca) conversò a lungo col marito e con la madre in tedesco, e si unì in un duetto canoro con la voce dell'entità di un suo caro amico, che l'aveva invitata a cantare con lui quelle canzoni che intonavano spesso insieme quando era ancora in vita. L'ammiraglio Moore racconta che, durante una seduta nel maggio 1912, l'entità William Stead conversò intensamente con la figlia Estelle per almeno 40 minuti. Moore udì tutti i dettagli di questa conversazione, che a suo avviso fu la più accorata e nello stesso tempo la più realistica e convincente che si potesse immaginare. Tra l'altro, Stead diede accurate istruzioni alla figlia circa la sistemazione delle sue carte private. In una seduta successiva si manifestarono non meno di 15 entità, che parlarono in successione per oltre un'ora e mezzo, ed in più di un'occasione si sentirono due o tre voci parlare contemporaneamente. Il modo di esprimersi di Stead, che si manifestava frequentemente, era così caratteristico che nessuno di coloro che l'avevano conosciuto in vita poteva dubitare che non si trattasse di lui. Una pluralità di lingue diverse I parenti trapassati di partecipanti non inglesi si rivolgevano spesso ai loro cari nella loro lingua, per cui furono udite da tutti diverse conversazioni in norvegese, in danese, in olandese, in francese, in tedesco, in gaelico, in indostano ed in italiano. Coloro che comprendevano qualcuna di queste lingue erano in grado di seguire le conversazioni, ma la Wriedt, come si è detto, parlava solo l'inglese con forte accento americano. Inoltre in più di un'occasione si manifestarono entità scozzesi che si esprimevano con accento e con espressioni del dialetto scozzese così caratteristiche, che rappresentavano un'indubbia prova di identificazione proprio per chi era autenticamente scozzese. Tommy Mahone e Cyril Mr. Maybank e sua moglie avevano perso un figlio, Harold, morto di tisi a 21 anni, e parteciparono ad una seduta con la Wriedt su invito di Moore, sotto il cui comando Maybank aveva servito in Marina più di due decenni prima. Quando l'entità del loro figlio si manifestò, essi ne riconobbero immediatamente la voce ed il caratteristico modo di salutarli. Un'altra entità fece la sua comparsa cantando e fischiettando allegramente e da virtuoso una canzonetta in voga. «Non ti ricordi di me, Maybank?» domandò due volte, ed entrambe le volte Maybank rispose che non riusciva a ricordare chi fosse. «Ma come – esclamò l'entità – non riconosci Tommy Mahone? Siamo stati insieme sul Rambler (una nave che molti anni prima, sotto il comando di Moore, aveva fatto un lungo viaggio nel Pacifico)» L'entità poi riferì a Maybank diversi incidenti che erano accaduti durante quel viaggio, e Maybank fu certo che si trattasse proprio del suo vecchio compagno Tommy Mahone di cui aveva ormai perso anche il ricordo. In un'altra seduta Maybank volle mettere alla prova il figlio, chiedendogli: «Harold, ti ricordi del povero vecchio Cyril?» «Ma certo, papà: non facevo altro che stuzzicarlo – fu la risposta – ...e come soffiava!» Ed a questo punto tutti i partecipanti si misero a ridere perché Harold stava facendo l'imitazione del soffiare di un gatto arrabbiato. Quando il nome Cyril era stato pronunciato, nessuno dei presenti si era reso conto che si trattava del gatto di casa. In un'altra occasione i Maybank ebbero modo di vedere, oltre che di sentire, il figlio che si era materializzato in un'immagine eterea ma chiaramente riconoscibile. La Wriedt, che aveva anche doti di chiaroveggenza, disse di vedere un giovane che le indicava una manica della giacca vuota, ed aveva una capigliatura molto folta e disordinata. Una voce disse: «Sono Bernie Sainty!», e dette a Maybank un messaggio di carattere privato per i suoi genitori, che i Maybank ben conoscevano. Bernie aveva dovuto subire l'amputazione del braccio destro per un sarcoma, ed era morto un anno prima di Harold Maybank. Nessun altro nel circolo delle sedute, a parte i Maybank, era al corrente di questo fatto. I latrati dei cani Durante una seduta privata nella quale solo Moore e la Wriedt erano presenti, si manifestò un amico di Moore che gli raccontò di un incidente, realmente accaduto, di cui l'ammiraglio era del tutto all'oscuro. Moore fu inoltre in grado di udire l'abbaiare di tre suoi cani, morti più di vent'anni prima: il tono e la potenza dei loro latrati corrispondevano alla diversa taglia ed alla razza dei tre animali. Queste sedute private non avevano luogo nella totale oscurità, ma in qualche caso alla luce del giorno, e più spesso alla luce di due lampade elettriche schermate in rosso. Le sedute collettive invece si tenevano di norma nella più totale oscurità. In un'occasione, un'entità chiese a Moore di portare un messaggio alla sua vedova. Moore scrisse il messaggio, ma al momento di riferirlo alla vedova lo riportò a memoria, sbagliando una parola in modo tale da alterarne il senso. Nella seduta successiva la stessa entità si ripresentò e chiese a Moore di riferire il messaggio in modo corretto. Moore voleva comunque riportare la risposta della donna, ma l'entità lo interruppe dicendo: «Oh, so già tutto. Ero infatti presente al vostro colloquio». Ritornato a casa, Moore, consultando i suoi appunti, si rese conto di aver scritto il messaggio correttamente, ma di averlo riferito in modo inesatto. Informazioni su eventi remoti Il ministro anglicano e spiritualista Charles L. Tweedale (1865-1944), che assistette a diverse sedute, riferì di aver ricevuto comunicazioni della natura più privata, concernenti eventi che avevano avuto luogo nella sua famiglia oltre 40 anni prima e dei quali nemmeno sua moglie era al corrente, ed altre relative ad affari privati della moglie occorsi 17 anni prima, corredate di nomi e di dettagli autentici, di cui lui stesso non sapeva nulla. Tutte queste informazioni venivano date dalle entità con una facilità che lasciava sbalorditi. In un caso venne riferito un particolare – relativo alla tomba di un'entità – del quale Tweedale era all'oscuro e che riteneva non vero, ma che venne in seguito confermato come esatto dal custode che aveva curato la tomba al cimitero. Tweedale raccontò inoltre di aver presentato sotto falso nome ad una seduta un amico che voleva mettere alla prova la medium, dato che aveva già smascherato i trucchi di diversi medium fraudolenti: la sua vera identità era ignota a tutti i presenti, ad eccezione di Tweedale. Subito dopo l'inizio della seduta le entità fornirono informazioni di natura stringente e conclusiva sulla persona del suo amico, il quale ammise che si trattava della prima prova certa ottenuta in vent'anni di investigazioni. Nessuna delle informazioni concernenti l'amico e rivelate dalle entità era nota in precedenza a Tweedale. La testimonianza di Sir William Barrett Un'altra testimonianza di rilievo è quella di Sir William Barrett (1844-1925), noto studioso e membro eminente della SPR. Ecco come Barrett descrive la sua partecipazione ad una delle sedute e le condizioni ambientali in cui si verificarono i fenomeni. «Una delle sedute private, alla quale eravamo presenti soltanto Miss Ramsden, io e la medium, si svolse in parte in buone condizioni di illuminazione. Io avevo preventivamente e da solo ispezionato accuratamente ogni parte della stanza, e mi ero assicurato che nessuno vi si nascondesse e che non fosse presente alcuna apparecchiatura sospetta. L'unica porta della stanza si apriva su un pianerottolo, inondato dalla luce del sole che entrava da una finestra. Qualsiasi persona che avesse tentato di entrare nella stanza oscurata aprendo quella porta sarebbe dunque stata immediatamente scoperta. Dopo che ebbi ispezionato l'ambiente, Mrs Wriedt e Miss Ramsden vi entrarono, la porta fu chiusa a chiave, ed una delle lampade elettriche al di sopra delle nostre teste fu lasciata accesa per rischiarare la stanza. Ci sedemmo l'uno accanto all'altra: io tenevo con la mano destra quella di Mrs Wriedt, mentre alla mia sinistra sedeva Miss Ramsden. Volendo tentare un esperimento con la luce accesa, Miss Ramsden accostò all'orecchio l'estremità piccola di una delle trombe di alluminio, mentre io ne sostenevo l'altra estremità con la mano sinistra. Io avevo in precedenza esaminato l'interno delle trombe, che era perfettamente liscio e non conteneva nulla. Quasi subito Miss Ramsden disse di udire una voce che le parlava, ed iniziò una conversazione. Io riuscivo a sentire solo un sussurro, senza poter distinguere le parole. Per escludere anche la minima eventualità che la Wriedt potesse produrre la voce, mi misi a parlare con lei. Nel frattempo Miss Ramsden continuava la sua conversazione con la voce, anche se dopo un po' ci pregò di smettere, perché la nostra conversazione le impediva di comprendere bene quello che la voce le stava dicendo. Miss Ramsden mi assicurò in seguito che non poteva esserci alcun dubbio sul fatto che la voce nella tromba fosse del tutto indipendente da quella di Mrs Wriedt, cosa che io stesso posso testimoniare: la medium non si mosse dal suo posto, e non c'era nessun complice o apparecchio nascosto che potesse riprodurre la voce». «Quando la voce ebbe finito di parlare la tromba fu poggiata sul pavimento davanti a noi in posizione verticale, con l'estremità stretta verso l'alto. La luce fu spenta, e la stanza piombò nell'oscurità. Quasi immediatamente si udì una possente voce maschile ripetere due volte: "Dio vi benedica". Mrs. Wriedt disse che si trattava di John King. Pregai la medium di mettere anche la sua mano destra sulla mia, che già teneva la sinistra, cosa che lei fece, in modo che io fui in grado di controllare entrambe le sua mani, pur avendo libera la mia sinistra. Durante ogni seduta la Wriedt rimaneva perfettamente normale, conversando con me o con altri assistenti, e non si emozionava più di tanto. In qualche occasione io sentii qualcosa di piuttosto freddo carezzare gentilmente la mia faccia. Come in un'altra seduta, quando una rosa mi fu posta tra le mani, quest'atto fu eseguito con la massima precisione: cosa molto strana, dato che nell'oscurità totale non si riusciva a vedere niente (e dunque, qualora vi fossero stati complici, questi avrebbero dovuto cercare a tastoni, nel buio, il viso o le mani). In queste condizioni di completa oscurità è impossibile giungere ad una prova conclusiva circa il carattere supernormale dei fenomeni fisici, ma ritengo impossibile che Mrs. Wriedt li abbia potuti produrre mediante trucchi. Un grosso elastico e un cartoncino, su cui erano state incollate le estremità di un cappio di spago, oggetti che avevo portato e messo accanto a me, fuori della portata di Mrs Wriedt, furono presi e gettati sopra la mia testa, e sentii lo schiocco dell'elastico, che fu poi trovato rotto, ad una certa distanza dietro di me, quando la luce fu riaccesa. Durante un'altra seduta osservai davanti a me, ed un po' in alto, un'apparizione luminosa che sembrava la testa di un uomo con la barba. Sollevai la mia mano sinistra e la mossi avanti e indietro, ma senza poter percepire nulla, sebbene – per quanto potessi giudicare nell'oscurità – la mia mano passasse attraverso il posto nel quale appariva la luminescenza. Sentii dei gentili colpetti sulla testa dati con l'estremità sottile della tromba, e dei fiori che si trovavano in un vaso posto su un tavolo distante furono deposti sulle mie gambe». «Molto più impressionanti furono le voci: molto forti in certi casi, in altre occasioni deboli e vicine al mio viso o a quello della mia amica. Spesso le voci si udivano mentre Mrs Wriedt parlava ed io le tenevo la mano, come facevo ad ogni seduta. Non c'è dubbio che io avrei dovuto accorgermi dei suoi movimenti se essa si fosse alzata ed avesse preso la tromba (che si trovava lontano da lei) o avesse parlato vicino a Miss Ramsden o a Mrs Anker, che in un'occasione mi stava seduta accanto mentre una voce le parlava in norvegese. In un caso una voce maschile si dichiarò col nome e cognome di un mio vecchio amico irlandese, con ogni probabilità del tutto sconosciuto alla medium. Era un nome non comune tra gli irlandesi, ed il mio amico defunto era un cattolico. Alla mia sorpresa per la sua comparsa, la voce disse: "Tu sai quello che dicono i preti, che una volta che sei cattolico resterai un cattolico per sempre. Ma qui non è così". Poi un'altra voce, che sembrava quella di un'anziana signora, chiese: "Come vanno le cose a Dublino?" Le domandai chi fosse, e la voce rispose: "Lady Helena Newenham", pronunciando con enfasi le tre sillabe del cognome, non molto comune. Non la conoscevo, ma in seguito scoprii che una signora irlandese che così si chiamava, e che si interessava molto di ricerca psichica, era morta un anno prima ed era ben nota ad alcuni miei conoscenti che vivevano nell'Irlanda del sud». «In un'altra occasione il segretario della sezione irlandese della SPR partecipò senza preavviso ad una seduta: la sua identità era nota solo all'ammiraglio Moore. Una voce gli comunicò un nome poco usuale, quello di un suo amico irlandese che aveva recentemente perso la moglie, dicendo di essere lo spirito della donna, e riferendo correttamente l'esatto indirizzo di una casa di Londra nella quale aveva soggiornato e dove il segretario era andato a trovarla, sebbene avesse poi dimenticato tutta la faccenda. Ora poteva vedere davanti a sé la figura luminosa di una signora, sebbene non riuscisse a distinguerne il viso. Ero andato alle sedute della Wriedt in uno stato d'animo piuttosto scettico, ma sono venuto alla conclusione di aver avuto a che fare con una medium genuina e straordinaria: tanto a me quanto agli altri partecipanti sono state offerte prove abbondanti che le voci ed i contenuti dei messaggi sono del tutto al di là di ogni possibile trucco o raggiro». Altri casi di identificazione Una signora, che desiderava restare anonima, ma dichiarava di essersi recata ad una seduta privata con la Wriedt ben preparata a metterla alla prova, all'apparire di una voce che la medium affermò appartenere a Mary, pensò che si trattasse di una sua zia morta molti anni prima. «Sei per caso mia zia?» chiese. La risposta le giunse con molta enfasi attraverso al tromba: «No! no! no! Sono tua nonna!» e nel frattempo la signora veniva ripetutamente toccata sulla testa e sulle ginocchia. Il racconto così continua: «Ero davvero stupefatta, perché mi ero dimenticata quasi completamente della nonna, ed ora mi ricordavo che il suo nome era Mary. "Sì – ripeté la voce – sono tua nonna Mary e sono qui, cara nipote". Allora pensai di metterla alla prova, e le chiesi quanti figli maschi avesse avuto. "Cinque" rispose. Io non ero certa che il numero fosse esatto, ma lei insistette, e quando tornai a casa seppi che aveva ragione. Aveva avuto molti figli, nove femmine e cinque maschi, ma al momento non me ne ricordavo, e credevo che ci fossero più maschi e meno femmine. Mi disse inoltre che due suoi figli erano morti in giovane età, il che era vero. Le chiesi poi se vedesse mai il babbo. "Certo, adesso è qui con me, e c'è anche P.", rispose. P. era uno zio morto diversi anni prima. Poi mio padre parlò a lungo di affari di famiglia, cosa che per me rappresentò una prova molto convincente, e mi ricordò di eventi e conversazioni che avevano avuto luogo anni prima, alla mia presenza, tra lui ed un altro membro della famiglia. Non senza qualche sforzo da parte mia per ricordare, dato che questi eventi e queste conversazioni mi erano usciti completamente dalla mente, tutto mi tornava alla memoria». Un altro testimone, Dennis Taylor, inventore e costruttore di strumenti scientifici, riferì di essere rimasto molto impressionato dalla medianità della Wriedt. «Il 15 giugno udimmo una dozzina di voci distinte ed in qualche caso molto caratterizzate, dalla voce tonante di John King alla ben distinta voce femminile di contralto di Julia. Si potevano udire la voce della medium e le voci degli spiriti comunicanti provenire da localizzazioni diverse. Un nostro conoscente, Mr. South, mi assicurò che nessuno dei presenti avrebbe potuto essere al corrente dell'identità dei suoi tre parenti che si erano manifestati in modo così evidente, e con voci piene di espressione e di individualità. Fui molto impressionato dall'apparente caduta di una delle trombe dal soffitto nel momento in cui Mrs Wriedt accendeva l'interruttore della luce. Cadde perpendicolarmente, con la parte larga verso il basso, ad una distanza di circa tre metri dalla medium. Chiunque sia pratico delle traiettorie seguite dai corpi ricadenti dopo essere stati lanciati in alto può rendersi conto del fatto che, se la tromba fosse stata lanciata nel mezzo della stanza dalla medium un attimo prima di accendere la luce, sarebbe dovuta ricadere al suolo con traiettoria obliqua, con un angolo di circa 45° dalla perpendicolare. Invece cadde in verticale, chiudendosi a telescopio mentre cadeva (era infatti costituita da tre sezioni non saldate insieme), e fermandosi nel punto stesso in cui aveva toccato il pavimento. In questa stessa seduta una voce baritonale che si era unita a cantare con noi un inno sacro cambiò istantaneamente posizione trasferendosi dal centro del circolo ad una parete dietro le mie spalle. Da molti piccoli incidenti apparve chiaro che le entità che si manifestavano potevano vedere perfettamente ciò che noi facevamo nell'oscurità». Un ingegnere minerario che partecipò a diverse sedute disse che, data la sua professione, il suo orecchio era particolarmente allenato a percepire suoni e movimenti nell'oscurità. Un'indagine accurata dell'ambiente in cui si tenevano le sedute non gli rivelò niente di sospetto. Poco dopo l'inizio di una seduta, nell'oscurità più completa, sentì qualcosa che aveva un profumo fragrante toccargli delicatamente la fronte: era fresca, e come bagnata di rugiada. Alzò la mano per toccarla, e poté sentire fra le dita lo stelo di una rosa: notò che il fiore non mostrava alcuna tendenza a cadere verso il basso, sebbene – per quanto lui indagasse tastando con le mani – non vi fosse nulla a sostenerlo. Improvvisamente apparve un ovale di luce molto vivida, e l'ingegnere riconobbe distintamente il viso di William Stead, che ava conosciuto quando quest'ultimo viveva nel nord dell'Inghilterra. Rivolgendosi a lui e chiamandolo per nome, Stead lo salutò e gli disse che era felice di rivederlo. Un'altra entità che si manifestò fu il fratello dell'ingegnere, che gli fornì informazioni dettagliate sulle tragiche circostanze della sua morte, avvenuta in un paese straniero durante una sommossa. L'ingegnere riferì nella sua testimonianza che per ovvie ragioni (essendo stati forniti i nomi di persone ancora viventi) non poteva pubblicare ciò che il fratello gli aveva detto, tuttavia la comunicazione rendeva molto più chiare le misteriose circostanze della sua morte, che fino a quel momento avevano rappresentato un vero enigma. L'ingegnere chiese poi cosa stava toccando in quel momento (sempre nella completa oscurità), e l'entità rispose: «L'anello che io ti ho dato». Questa risposta corretta fu per l'ingegnere un'ulteriore conferma della genuinità della comunicazione. Durante una successiva seduta privata, il fratello si manifestò di nuovo e fornì all'ingegnere una descrizione accurata della casa e della stanza in cui era morto, dandogli indizi precisi sulle circostanze della sua morte, che l'ingegnere fu in grado di verificare in seguito durante un viaggio in quel paese lontano. Blossom, lo spirito di una bambina indiana che spesso si manifestava nelle sedute della Wriedt, in genere prendendo allegramente in giro i presenti, scherzando con loro o rispondendo agli enigmi che le venivano proposti, indicò correttamente il numero delle monetine d'oro che l'ingegnere aveva in tasca, senza che lui le avesse contate in precedenza. Durante una seduta i partecipanti videro nel mezzo della stanza due croci di luce molto brillante ed un'altra luce a forma di luna piena. In un'altra occasione il fratello dell'ingegnere gli parlò a lungo di certi affari con dettagli di cui in seguito fu verificata la perfetta correttezza. Un altro partecipante alle sedute riferiva, come prova convincente dell'identità di uno spirito comunicante, il seguente dialogo: «Una voce chiamò distintamente diverse volte: "Maude, Maude!" Mia moglie, che si chiama Maude, chiese il nome dell'entità ed ottenne una risposta indistinta, che sembrava Carrie. "Sei zia Carrie?" chiese mia moglie. "Sì" fu la risposta. Si svolse allora una lunga conversazione (proprio come se la zia fosse presente in carne ed ossa) durante la quale l'entità fece riferimento a due fotografie che ci aveva regalato, dicendo che ora erano appese alla parete di una delle camere da letto (vero), e ad una catenella che aveva regalato alla mia figlia maggiore, dicendo che la catenella era poco robusta (vero). Ci rammentò poi di quando, da giovane, faceva ballare i bambini sui suoi piedi, cantando diddledy, diddledy (vero anche questo)». James Robertson, di Glasgow, inviò a Moore un dettagliato resoconto delle sedute che avevano avuto luogo durante il soggiorno della Wriedt in Scozia. Durante una di queste suo genero, che era stato accidentalmente ucciso in Italia qualche anno prima, parlò del passato e dell'attuale condizione di sua moglie e dei suoi figli con estrema chiarezza, nominandoli senza alcuna esitazione, e mostrando di avere una perfetta conoscenza dei fatti e delle circostanze. Si manifestò anche l'entità di sua madre: «La voce di mia madre era quella che mi era familiare, con lo stesso accento e lo stesso modo di discorrere, come se non si fosse mai allontanata da noi. Non rinunciò in alcun momento al suo tipico idioma scozzese, e dimostrava una memoria molto vivida degli eventi della vita, continuando a chiamarmi Jeems come aveva sempre fatto da viva. Non poteva certo essere Mrs Wriedt a simulare l'accento scozzese di mia madre, perché mentre lo spirito parlava con le mie figlie, potevo sentire la voce della medium che conversava col suo consueto accento yankee». Anche Mr Galloway, un mercante di Glasgow, ebbe una lunga conversazione nel più schietto scozzese con i suoi due figli annegati nell'Atlantico, i quali dimostrarono di avere una stupefacente conoscenza degli affari del padre e degli eventi della sua vita quotidiana. Gli scozzesi che parteciparono alle sedute della Wriedt furono concordi nell'affermare che un abile imitatore avrebbe potuto simulare qualche frase del dialetto scozzese, ma non sarebbe stato in grado di ingannare un nativo che avesse appreso lo scozzese delle Lowlands come lingua madre. Una volta il dottor Sharp, uno dei controlli della Wriedt che asseriva di esser nato a Glasgow, cantò con perfetto accento un'antica canzone scozzese che disse di aver imparato sulle ginocchia di sua madre. Un'altra volta comparve un'entità bambina che si rivolse al padre presente a quella seduta, dicendogli: «Papà, adesso tu non canti più come facevi un tempo. Non pensi che potremmo cantare ancora una di quelle canzoni che cantavamo spesso insieme?» Il padre si disse d'accordo, ed ebbe luogo uno dei più straordinari duetti canori che si fossero mai sentiti: la voce della ragazza era limpida e perfettamente musicale, e l'interpretazione della canzone Annie Laurie fu di singolare bellezza. Un altro consultante, Mr Munro, riconobbe subito un suo zio dal particolare modo di ridere che aveva, e suo padre, oltre ad altri dettagli, gli riferì esattamente l'argomento di una discussione che si era svolta a colazione tra Munro e la madre, aggiungendo in proposito alcuni fatti di cui Munro non era al corrente, ma che poté verificare una volta tornato a casa. Munro aggiunse di aver sottoposto l'entità a numerose verifiche e test di vario genere prima di riconoscerla come lo spirito di suo padre, essendo scettico per natura. Durante il ciclo di sedute del 1913 la Wriedt fu di nuovo consultata dall'ingegnere minerario, che riferì di aver ancora incontrato il fratello. «Mio fratello Jim mi salutò, e cominciammo a conversare come due vecchi fratelli molto affezionati l'uno all'altro, come di fatto eravamo quando anche lui era in vita. Lui mi parlò subito di certi affari che mi preoccupavano in quel periodo, dimostrando una notevole conoscenza dei dettagli. Avevo due soci in affari, entrambi malati, uno confinato a letto e l'altro in viaggio all'estero nel tentativo di curarsi. Gli domandai che cosa il futuro riservasse a questi due amici. Mi disse di attendere qualche minuto: avrebbe chiesto al dottor Sharp e mi avrebbe fatto sapere. Dopo qualche tempo (si era intanto manifestata una sorella dell'ingegnere) Jim tornò in compagnia del dottore, e quest'ultimo descrisse in dettaglio lo stato di salute dei miei amici, dicendo che per quello a letto non vi era speranza, dato che aveva un tumore che ne avrebbe causato il decesso di lì a poche settimane, mentre il secondo aveva il solo vizio di fumare eccessivamente, e si sarebbe ripreso presto. Queste previsioni si verificarono puntualmente». Una signora di Londra riferì quanto segue. «Non mi aspettavo certamente di udire la voce (di un'entità) che salutò mia figlia fischiettando motivetti di canzoni popolari ed esprimendosi in modo molto caratteristico: era un vecchio soldato che lei aveva visitato per qualche anno in ospedale. Era morto qualche mese prima, e nessuno degli altri partecipanti alla seduta era al corrente della sua esistenza. Il modo in cui interrompeva le canzoni per mettersi a fischiettare, il suo atteggiamento familiare e scherzoso ed i suoi riferimenti agli eventi accaduti erano quanto mai convincenti. Ci parlò delle ultime lettere che aveva ricevuto e della frutta che gli avevo inviato, e quando gli chiesi cosa avesse fatto in gioventù, anziché rispondere il soldato, come io mi aspettavo, si mise a cantare: "Il sipario si alzava e l'orchestra cominciava a suonare". Io non riuscivo a comprendere a cosa alludesse, ma in seguito venni a sapere che effettivamente, da giovane, aveva lavorato in un teatro come allestitore degli scenari. Quando era ricoverato in infermeria il suo più grande piacere era un piccolo grammofono, e alcuni dischi erano quegli stessi che adesso fischiava e cantava». Un'altra sera era presente una signora, cantante lirica di professione, che dopo molte insistenze da parte dei partecipanti alla seduta (dato che le entità non si manifestavano) acconsentì a cantare. Non appena ebbe attaccato l'Aria dei gioielli dal Faust, una forte voce tenorile si unì a lei in un impeccabile duetto. La cantante disse poi che era la voce di suo marito, e che nessuno oltre lei sapeva che quella era l'aria che cantavano sempre insieme quando lui era vivo. Più tardi cantò di nuovo, accompagnata dapprima dalla stessa voce tenorile, e poi da un violoncello. Conversò anche con suo padre e sua madre, sia in italiano che in francese. La voce del tenore era di timbro inconfondibilmente maschile, e riecheggiava per tutta la stanza. In un'altra occasione, la stessa signora di Londra, durante una seduta privata, chiese alla medium di poter tenere la luce accesa. La Wriedt fu d'accordo, e disse alla signora di accostare la tromba all'orecchio, tenendola lei stessa. La signora poté udire la voce del defunto marito, sommessa ma perfettamente udibile anche dalla medium, che era seduta di fronte a lei a circa un metro di distanza. L'estremità larga della tromba era appoggiata allo schienale di una sedia, in direzione opposta a quella dove era seduta la medium. Le comunicazioni dell'entità furono di natura molto personale, e la signora dichiarò di essere assolutamente certa che a parlare fosse proprio suo marito. La medium suggerì poi che, se avessero spento la luce, la voce sarebbe diventata molto più forte, cosa che avvenne. Dopo aver parlato a lungo dei figli e del loro lavoro all'estero, la voce disse: «Ora mi interessa molto di più parlare di te: ci sono tante cose che desidero dirti e non posso farlo in pubblico». (La signora si era lamentata della reticenza del marito a parlare durante una seduta pubblica precedente, nella quale aveva anche espresso qualche dubbio sull'identità dell'entità comunicante). Un certo Mr. Osman riferì della manifestazione di un suo amico, Damon, che dopo averlo ringraziato per essere andato a trovare la sua vedova la domenica precedente, gli chiese di dirle cha adesso lui stava bene ed era felice, ma che era profondamente dispiaciuto per i problemi che le aveva dato, e che le stavano ancora causando molte preoccupazioni, a causa di alcuni errori in un documento legale da lui compilato in vita. Damon disse che si era trattata di una sua negligenza, e che avrebbe fatto il possibile per aiutarla: sperava che la moglie comprendesse che l'entità comunicante era veramente il marito defunto. Osman non sapeva niente di tutta la faccenda, ma dopo aver parlato con la vedova dell'amico ebbe la conferma che quanto quest'ultimo aveva riferito in merito al documento era perfettamente vero e sensato, e che il documento in questione era un atto di proprietà non correttamente compilato, per l'esecuzione del quale la vedova aveva avuto non pochi problemi. Mrs Hamilton scrisse a Moore che suo padre, dopo aver parlato di vari argomenti, in risposta alla domanda di lei (che gli aveva chiesto se suonasse ancora il flauto, strumento in cui era virtuoso da vivo) cominciò a suonare alcune battute. Un altro partecipante alle sedute, Mr Jacob, affermò di aver sempre portato con sé una o due lampade elettriche tascabili, in modo da poter far luce a suo piacimento in qualsiasi momento, cosa che faceva di frequente. Dichiarò di essersi convinto, in questo modo, che Mrs Wriedt non interveniva in nessuno dei fenomeni che si producevano, se non attraverso i suoi innati poteri psichici. Quanto alle voci, le aveva potute udire in diverse occasioni, ed in condizioni tali da fargli escludere ogni possibile frode o inganno da parte della Wriedt o di qualsiasi altra persona. Miss Clarissa Miles testimoniò di aver ricevuto messaggi convincenti relativi a persone ed incidenti della sua vita privata, certamente non conosciuti né dalla medium né da alcun altro dei presenti, che provavano senza dubbio che le intelligenze comunicanti erano proprio quelle persone che dicevano di essere. Dichiarava infatti di non poter accettare l'autenticità di nessuna dichiarazione spiritica, a meno che non fosse accompagnata da prove e test di identificazione tali da non lasciare il minimo dubbio nella sua mente circa la personalità delle entità. I dubbi sulla reincarnazione Moltissimi altri esempi di identificazione sono contenuti nelle pagine del libro di Moore, oltre a quelli qui riportati. Mi sembra interessante concludere questa pagina con la citazione di alcune dichiarazioni degli spiriti circa le condizioni dell'esistenza ultraterrena e la relazione tra lo stato spiritico e la condizione umana, dichiarazioni che, come non di rado si riscontra nella letteratura spiritica, non concordano con quelle provenienti da entità evocate da altri medium. Per esempio, alla domanda di uno spettatore che dichiarava di credere di essere esistito prima della sua vita attuale, una voce rispose: «Se questo è il caso, io non ho mai visto né incontrato nessuno, in questa dimensione, che ne sappia qualcosa. Non ho mai incontrato una sola anima che mi abbia detto qualcosa sulla reincarnazione». Ed in un'altra occasione: «La teosofia non contiene nulla di vero, e la reincarnazione non esiste». Sopravvivenza degli animali Per quanto riguarda la sopravvivenza degli animali, molti cani di compagnia si manifestarono abbaiando durante le sedute e spesso vennero riconosciuti dai rispettivi padroni. A volte la Wriedt vedeva e descriveva ai presenti degli animali che correvano per la stanza, in modo che gli spettatori potessero identificarli. In una circostanza descrisse un fox terrier di cui i presenti udivano i guaiti, ed il dottor Sharp (uno dei controlli della medium) disse a Mr. Berry, un ricercatore chimico presente alla seduta, che si trattava di uno degli animali che aveva ucciso durante i suoi esperimenti nell'espletamento delle sue mansioni, cosa che Berry confermò. In un'altra occasione una voce disse: «Non c'è niente di ciò che si è avuto sulla Terra che non si possa avere anche qui. Così certe persone hanno i loro cavalli, i loro cani, ecc.». Un'altra entità, parlando con un cappellano militare, disse: «Non ci sono, per quanto ne sappiamo, esseri come gli angeli o altre entità non umane in questa dimensione. Non ci sono chiese, vescovi o preti. C'è un'unica religione universale fondata sull'amore e sulla bellezza». E poi: «Ci sono sette sfere, e la più alta è la numero sette. Ma l'idea che le sfere inferiori siano poco confortevoli è una sciocchezza. Quando trapassai, mi fu data la scelta di andare in una sfera più alta o di restare in una sfera inferiore, in condizioni simili a quelle terrestri. Optai per la seconda scelta, perché desideravo restare in uno scenario familiare: quando qualcuno ha un buon vestito addosso, esita a cambiarlo finché non sa come sarà il nuovo. Ma dopo qualche tempo mi stancai e scelsi di andare nella sesta sfera, con mio padre». Affermazioni ridicole Come si riscontra di frequente esaminando le dichiarazioni ottenute dalle entità comunicanti nel corso di sedute medianiche, anche nel caso della Wriedt alcune affermazioni sembrano ispirate a saggezza e ragionevolezza, mentre altre sorprendono per la loro manifesta e fantasiosa ingenuità, che può essere attribuita ad uno psichismo persistente nella dimensione delle entità, o – più probabilmente – alla manifestazione di sintonie della psiche presenti nella mente della medium o di qualcuno dei partecipanti. Eccone qualche esempio: «Il pianeta Marte è abitato da gente bassa, dalla pelle scura: non hanno case, ma solo capanne». «Possiamo dormire, se lo vogliamo: qui è come da voi, ci sono l'estate e l'inverno, ma non sentiamo il freddo». «Una catastrofe si abbatterà sul mondo. La data non ci è nota, ma dipenderà dall'influenza planetaria di Marte e di Venere». «I bambini di età dai tre ai sei anni sono assegnati alla sesta sfera, quelli dai sette ai nove anni vanno nella quinta sfera». «I cinesi, gli indiani e altre genti straniere vivono in comunità separate, ed hanno poche relazioni tra di loro».
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