Altri esperimenti con spiriti materializzati |
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Altri esperimenti Alcuni esperimenti ebbero luogo in casa di Bolton, a Londra, con un sensitivo di circa 34 anni. In una di queste occasioni il medium – seduto sulla poltrona in stato di trance profonda ed in vista di tutti i presenti alla luce di lampade a gas schermate con carta rossa – respirava affannosamente, mentre due entità femminili si materializzavano simultaneamente, una accanto a lui, l'altra a quasi due metri di distanza, più vicina agli spettatori. Quest'ultima cominciò a conversare con i presenti, con voce melodiosa, mentre l'altra, dopo esser passata attraverso il semicerchio dei 16 partecipanti, camminò nello spazio della stanza esterno al circolo e si pose alle spalle di due di loro, parlando in modo perfettamente comprensibile ed intrattenendo poi una breve conversazione con l'altra entità che si trovava all'interno del circolo. Le voci delle due entità potevano essere udite contemporaneamente. Una appariva come una donna di alta statura e molto graziosa, dell'età di circa 25 anni., che passando tra gli spettatori e parlando con loro, mostrava le sue belle mani finemente modellate, con lunghe dita affusolate. Fermandosi davanti a Mr. D, uno degli spettatori, ed indovinando i suoi pensieri, gli chiese di darle l'anello d'oro cesellato che D portava al dito mignolo. In seguito Mr. D riconobbe che proprio in quel momento gli era venuto il sospetto che – contro ogni evidenza – il medium potesse esser riuscito ad alzarsi dalla sua poltrona e si fosse camuffato da donna. Con non poca difficoltà si sfilò l'anello dal mignolo e lo porse all'entità la quale si portò al centro del circolo e, dopo aver mostrato l'oggetto a tutti i presenti, fece osservare come poteva infilarlo agevolmente non solo in tutte le otto dita delle mani, ma anche nei due pollici. Poi rimise l'anello nella tasca della giacca del suo proprietario. Al termine della seduta Mr. D e tutti gli altri ebbero modo di constatare come l'anello – anche se spinto con forza – non riuscisse andare al di là della seconda falange delle dita del medium, mentre nei pollici non entrava proprio. Ad una delle sedute tenute con il medium che non andava in trance non venne suonato l'organo a causa dell'assenza del musicista che di solito vi provvedeva. Lo strumento era rimasto chiuso vicino ad una parete, ad oltre sei metri dal circolo degli spettatori. Dopo una decina di minuti dall'inizio della seduta, un uomo alto e magro fece la sua comparsa in mezzo al circolo e poi, passando tra i presenti, si diresse lentamente verso l'armonium, ne sollevò il coperchio che proteggeva la tastiera, si mise a sedere sullo sgabello, e dopo aver regolato alcuni dei pulsanti, suonò degli accordi ben intonati usando entrambe le mani ed anche i piedi sulla pedaliera. Questi accordi furono chiaramente uditi non solo dalle 14 persone presenti nella sala, ma anche da due collaboratori rimasti fuori dalla stanza per controllarne la porta di ingresso. Il sensitivo nel frattempo non si era mosso dalla sua sedia, situata a più di sei metri di distanza dallo strumento. Più tardi, nel corso della stessa seduta, un'entità disse che un po' di musica avrebbe aiutato a creare condizioni più favorevoli. Lo stesso Bolton andò allora all'organo e stava per mettersi a suonare quando sentì la voce del medium, sempre alla stessa distanza, che gli diceva: «Guarda alle tue spalle, per favore». Girandosi, Bolton vide proprio accanto a lui la stessa entità alta e magra che aveva suonato all'inizio della seduta (le cui fattezze erano decisamente diverse da quelle del medium), la quale gli disse: «Grazie, amico, per la tua gentile collaborazione: le vibrazioni prodotte da questo strumento ci sono di grande aiuto durante questi delicati esperimenti». Una seduta al Ministero e la materializzazione di una mangusta Un'altra volta due giovani gentiluomini, dopo aver assistito ad una seduta a casa di Bolton, gli chiesero se il sensitivo avrebbe acconsentito a tenere una seduta nel loro ufficio. Essendo il medium d'accordo, anche Bolton fu invitato a partecipare, ed a lui fu lasciato l'indirizzo a cui avrebbe dovuto accompagnare il medium all'ora convenuta. Negli anni seguenti quei due giovanotti divennero importanti membri del governo, ma all'epoca delle sedute Bolton non era al corrente della loro attività. Fu solo quando lui ed il medium giunsero all'indirizzo ricevuto, un'entrata laterale di un grande palazzo che fronteggiava Whitehall (la strada di Londra in cui hanno sede molti uffici governativi), che ebbe qualche sospetto sul fatto che l'ufficio di quei due giovani non fosse quello di una normale società commerciale, come aveva creduto inizialmente. Comunque, prima ancora che avesse modo di manifestare i suoi dubbi al sensitivo, i due giovanotti uscirono in strada ed in tutta fretta accompagnarono Bolton ed il medium all'interno dell'edificio, passando per una grandiosa hall e poi su per una scalinata, fino ad entrare in un'ampia stanza lussuosamente arredata e decorata, con una massiccia scrivania, diverse sedie, poltrone di cuoio e ricchi tappeti. Nella stanza li aspettavano due signore. Appena furono entrati la porta venne chiusa a chiave, i cinque partecipanti si sedettero in un angolo intorno al medium e la seduta ebbe inizio. Sebbene Bolton ritenesse che l'ambiente fosse poco propizio ad ottenere buoni risultati, il medium andò rapidamente in trance, e dopo una decina di minuti apparve l'alta figura di un uomo in età, che zoppicava leggermente. I due giovanotti e le signore mostrarono di riconoscerlo all'istante, ma nessuno ne pronunciò il nome. Dopo un paio di minuti il personaggio si girò e si avvicinò a Bolton, portandosi a meno di mezzo metro da lui. Anche Bolton allora lo riconobbe, esclamando: «Ehi, ma è Lord X, che tante volte ho incontrato nel 1881!». Al che l'entità fece un piccolo inchino con la testa, sorridendo amichevolmente e muovendo distintamente le labbra come se parlasse, anche se non fu possibile udire quello che diceva. Uno dei due giovani fu il primo a parlare, e disse: «Questo è davvero straordinario! Noi ci troviamo nella sede del Ministero... e questa è proprio la stanza in cui Lord X lavorava. L'abbiamo scelta come test per il medium, senza dir niente a nessuno di voi, per vedere se fosse possibile far tornare Lord X in questo luogo che lui aveva tanto amato, e nel quale aveva portato a buon fine i suoi più importanti successi diplomatici». Comparvero poi un paio di altre entità, ed una mangusta indiana. Nonostante Bolton pregasse le entità di non lasciare in libertà quel piccolo animale in una stanza così sontuosamente arredata, queste risposero che non potevano farci niente, e così la mangusta cominciò a scorrazzare per la camera, saltando sulla scrivania, rovesciando penne e matite e sparpagliando documenti ufficiali. Bolton afferma di essersi sempre chiesto come avessero poi fatto quei due audaci giovanotti a venir fuori indenni da quell'impresa, senza essere incriminati per violazione e manomissione di una sede governativa. Una dematerializzazione In un'altra seduta a Londra, mentre lo stesso medium dell'avventura precedente era in trance, si materializzò un'entità femminile che prese a camminare tra gli spettatori, fermandosi a parlare con alcuni di loro per più di cinque minuti. Improvvisamente, quando l'entità si trovava ad oltre due metri di distanza dal medium, una delle gambe della sedia sulla quale questi era seduto cedette, ed il sensitivo cadde pesantemente proprio tra le braccia di Bolton, che gli era seduto accanto. Il medium era in trance profonda, respirava pesantemente ed emetteva alcuni gemiti. Mentre gli spettatori si agitavano, sorpresi ed allarmati per l'incidente, l'entità si mantenne calma, pensando solo alla sicurezza del sensitivo: restò perfettamente immobile nel punto in cui si trovava al momento dello schianto, e non appena la sedia fu sostituita ed il sensitivo fu di nuovo adagiato su di essa, si avvicinò lentamente al medium e poi si dematerializzò come al solito, passando apparentemente attraverso il pavimento. Bolton, che aveva potuto attentamente osservare questa fase in diverse occasioni, così la descrisse: «Dapprima scompaiono i piedi e le caviglie, indi, lentamente, le gambe si sciolgono verso il basso, fino alle anche. Segue poi il tronco, che scende progressivamente giù fino al collo, e rimane la testa che, dopo alcune parole di commiato, scompare, lasciando che la parte superiore del capo resti visibile sulla superficie del pavimento ancora per una trentina di secondi, mentre il bianco tessuto in cui la testa dell'entità era avvolta durante la materializzazione è ancora ben percepibile sul fondo scuro del tappeto. In tutto la dematerializzazione dura da un minuto ad un minuto e mezzo, ed è chiaramente osservabile, alla luce artificiale, da tutti i presenti». Materializzazione di animali Un altro aspetto di particolare interesse negli esperimenti di Bolton era rappresentato dalla materializzazione di animali, come nel caso della mangusta che si era messa a correre all'interno dell'edificio governativo. Il caso più eclatante, citato spesso nella letteratura sui fenomeni medianici, è rappresentato dalla materializzazione di una foca durante una seduta alla quale era presente un ufficiale di alto grado dell'esercito, lord Wolseley. Ad un'altra seduta, che si tenne in una casa nella quale il medium non aveva mai messo piede prima, si udì una voce che pronunciava quasi strillando alcune frasi assurde, terminando poi con una specie di stridulo fischio. «Questo dev'essere il nostro vecchio pappagallo – spiegò la padrona di casa – vissuto proprio in questa stanza per molti anni: non faceva che ripetere le parole che abbiamo appena sentito». La cosa fu confermata dalla figlia e dalla governante, anch'esse presenti alla seduta. Una signora, durante un suo lungo soggiorno in India, si era affezionata ad un piccolo animale di compagnia (da Bolton definito selvatico, senza ulteriori ragguagli) che le era morto circa tre anni prima. Nessuno dei presenti, oltre a lei, era al corrente di questo fatto, ma durante una seduta questa creatura saltò improvvisamente fuori dal posto in cui stava il sensitivo, che respirava affannosamente in profondo stato di trance, ed emise esattamente lo stesso verso che faceva da viva per esprimere il suo piacere quando veniva accarezzata. Alcune entità dissero ai presenti di non allarmarsi per il suo aspetto, poiché avrebbe ripreso le sue antiche abitudini e sarebbe stata del tutto innocua. La bestiola si manifestò ancora in una decina di occasioni, restando nella stanza delle sedute per non più di due minuti ogni volta, e poi scomparendo altrettanto repentinamente com'era apparsa. Ma una volta, quando la signora a cui la creatura era affezionata la chiamò per nome, subito le si avvicinò e si arrampicò sulla sua gonna per salirle in grembo. Dopo essere rimasta accoccolata e tranquilla per un po', fece per scendere, ma una delle sue zampette restò impigliata nei merletti che adornavano la gonna della signora. L'animale diede un violento strattone e riuscì a liberarsi, lasciando uno strappo di qualche centimetro nel vestito. Al termine della seduta un medico presente chiese a tutti gli spettatori di restare fermi ai loro posti mentre esaminava lo strappo della gonna. Vi trovò cinque peli di color verde, che evidentemente si erano strappati dalla zampetta della creatura. La signora riconobbe le caratteristiche del pelame come tipiche del suo animaletto, e questo fu confermato anche da uno zoologo presente, che aveva spesso visto e maneggiato animali di quella specie. I cinque peli furono raccolti e conservati con cura in una scatoletta sigillata per esser fatti esaminare da specialisti, ma dopo qualche giorno cominciarono ad assottigliarsi fino a scomparire del tutto, probabilmente a causa dell'azione della luce diurna. Frammenti di ectoplasma e repliche dei corpi degli animali A proposito della conservazione dei reperti, spesso gli sperimentatori ottennero dalle entità materializzate il permesso di tagliare con le forbici pezzi dei drappeggi in cui esse erano avvolte: tali frammenti venivano conservati con ogni cura all'interno di idonee scatolette, per essere successivamente esaminati in luce attenuata, però – nonostante le precauzioni prese – quando le scatole venivano aperte il materiale si presentava inevitabilmente ridotto nelle dimensioni, ed infine scompariva. Non fu mai possibile compiere indagini approfondite sulla natura di queste sostanze ectoplasmiche. Gli sperimentatori rivolsero spesso alle entità domande sulla possibilità che anche gli animali avessero uno spirito, e sulle cause che ne consentivano la materializzazione. Le entità risposero che l'energia che determinava le materializzazioni era fornita in parte dall'interesse naturalistico di alcuni degli spettatori, ma soprattutto dal profondo attaccamento che gli animali avevano per gli esseri umani ai quali si erano affezionati in vita. In ogni caso si trattava di una forma di amore. Tuttavia le stesse entità non erano in grado di spiegarsi, e di spiegare, come queste creature potessero ottenere i materiali con i quali riprodurre una replica del proprio corpo, con l'esatta composizione delle pellicce o dei piumaggi ed i relativi colori, dato che si trattava di materiali di origine non umana. Inoltre il comportamento degli animali materializzati sfuggiva al controllo delle entità umane, anzi si aveva l'impressione che le entità animali riuscissero ad intrufolarsi, per così dire, nell'ambiente dell'aldilà nel quale gli spiriti umani si predisponevano a materializzarsi, proprio approfittando della temporanea distrazione degli spiriti impegnati nella connessione tra una dimensione e l'altra. Riuscivano ad ottenere, da qualche parte, materia sufficiente con cui costruire i loro corpi temporanei, arrivavano proprio quando volevano, vagavano per la stanza a loro piacimento e scomparivano proprio quando faceva loro comodo, e non prima. Perciò i controlli non avevano il potere di impedirlo, finché l'affetto esistente tra loro e i loro defunti proprietari era così forte, come nei casi che si erano verificati. Alla domanda su come vi potesse essere sufficiente spazio per la sopravvivenza dei miliardi di miliardi di animali vissuti sulla Terra, un'entità rispose, molto sensatamente: «Amico, risponderò alla tua domanda sullo spazio quando tu saprai spiegarmi cos'è l'eternità». Era dunque implicita l'esistenza di un aldilà anche per gli animali, in una dimensione nella quale le leggi naturali che operano in questo mondo non erano più valide, dato che nessun animale poteva recar danno ad un altro né gli esseri umani molestavano gli animali. Quando fu chiesto ad un'entità il motivo per cui il Creatore permette che in questo mondo valgano leggi per le quali una creatura può causare danno e sofferenza ad altre creature, essa rispose: «Imparerai che ci sono stati diversi Creatori». E questo corrisponde a quanto affermato anche in altre comunicazioni medianiche, cioè al fatto che l'universo (o forse sarebbe meglio dire il multiverso) è composto da molti, forse infiniti, livelli di creazione, ciascuno con le sue leggi e con il suo grado di sviluppo della coscienza rispetto ad uno stato di incoscienza totale. Sembra dunque che la responsabilità di ciò che accade in un mondo sia da attribuire soprattutto al Creatore di quel mondo e delle leggi che lo regolano, piuttosto che alle creature che vi dimorano. Esperimenti con Florence Cook Come si è visto, Bolton condusse anche diversi test con Florence Cook. Questa medium, che da giovane era stata oggetto di studi e di esperimenti da parte di William Crookes, era ormai una donna di quasi 50 anni, in precarie condizioni di salute e madre di due figlie già grandi. In passato aveva dato prova di poter produrre materializzazioni (come la famosa Katie King) anche in buone condizioni di luce, ma i suoi detrattori l'avevano accusata o di esser lei stessa ad impersonare le entità materializzate o di servirsi di una complice. Bolton assicurava di aver visto più volte – alla luce di una lampada a gas accesa al massimo della potenza, e schermata con un solo foglio di carta gialla – l'entità materializzata di una giovane, che veniva chiamata la danzatrice francese, contemporaneamente alla medium in trance sulla sua sedia. Riteneva inoltre che le fattezze somatiche e molti altri dettagli sulla statura e la corporatura dell'entità portassero ad escludere con assoluta certezza che potesse trattarsi della medium camuffata. Tra l'altro, la sua carnagione era meravigliosamente chiara, mentre quella della medium era molto scura, ed i capelli si accordavano al colorito del corpo. Le sue orecchie non erano forate, mentre la medium portava sempre gli orecchini. Prima e dopo le sedute la Cook veniva fatta spogliare e veniva accertato che tutti i suoi abiti ed indumenti fossero senza eccezione di colore scuro, mentre l'entità della danzatrice era sempre avvolta in drappeggi di un bianco brillante. Le condizioni ambientali in cui si svolgevano le sedute, l'identità dei partecipanti e le precauzioni prese portavano ad escludere l'ipotesi della presenza di una complice della medium, e Bolton aveva potuto constatare come l'entità, se veniva colpita direttamente dai raggi luminosi della lampada a gas non schermata, cominciava a fluttuare e si dematerializzava, sciogliendosi come cera al calore: un processo che viene descritto come «qualcosa di veramente penoso e spiacevole da vedere». Nel suo libro, Bolton rende apertamente omaggio alla memoria di Florence Cook, affermando che la medium non si era mai sottratta ad alcun test o ad alcuna richiesta di controllo, ma anzi aveva sempre collaborato con buona volontà e di buon animo affinché le sedute potessero svolgersi nelle condizioni volute dagli sperimentatori. Informazioni date dalle entità Spesso gli spettatori rivolgevano alle entità materializzate domande che di solito vertevano sull'aldilà, sulla vita dello spirito o sul modo in cui si producevano i fenomeni medianici, ottenendo varie risposte più o meno soddisfacenti. Per esempio, venne offerta una descrizione abbastanza interessante delle cosiddette sfere di esistenza (l'entità comunicante si scusò, dicendo di dover utilizzare termini figurati che le consentissero di comunicare secondo il linguaggio umano): la morte, così come la nascita in questo mondo, sono dei cambiamenti, e così come nascendo ci troviamo a vivere in questa sfera che è la Terra, morendo andremo a vivere in una diversa sfera, a seconda del livello da noi raggiunto sul cammino della conoscenza spirituale. In linea di massima tutti vanno nella prima sfera, mentre qualcuno riesce ad andare nella seconda. C'è una legge fissa ed immutabile per la quale da ogni sfera ci si può manifestare in quelle inferiori, come fanno le entità che si materializzano in questo mondo, ma non in quelle superiori. Ma, sebbene non vi sia morte nel senso in cui siamo abituati ad usare questa parola, né su questa Terra né nelle sfere spirituali, qualcosa di analogo accade agli spiriti nelle loro sfere quando arriva l'ora stabilita per il loro passaggio ad una sfera superiore: dopo esser passati attraverso questo cambiamento, si ritrovano in una sfera molto più grande di quella che avevano lasciato, non importa quanto bella, quanto perfetta, la sfera lasciata fosse sembrata loro. Ogni sfera appare infatti più bella, più grande e più perfetta della precedente. Il progresso, comunque, avviene sempre verso l'alto, ma solo quando un'entità ha vissuto sufficientemente a lungo in una sfera da potersene distaccare. Tuttavia, come si è detto, un'entità è sempre libera di tornare nelle sfere inferiori. Quanto alle materializzazioni, nella prima e nella seconda sfera – secondo quanto affermato dalle entità comunicanti – vi sarebbero esperti in chimica capaci di utilizzare, in condizioni favorevoli, le sostanze presenti nella nostra dimensione per produrre i corpi materializzati. È stata la conoscenza di queste leggi che ha reso possibili molti cosiddetti miracoli nel passato e li rende possibili ancor oggi. L'espressione da usare per descrivere correttamente il fenomeno, tuttavia, dovrebbe essere spiritualizzazione della materia, anziché materializzazione degli spiriti, come dicono di solito gli esseri umani. Anche la spiritualizzazione della materia è governata da leggi naturali che, come tutte le leggi, sono immutabili ed eterne. Queste leggi vengono studiate ed applicate nelle sfere superiori, ed i cosiddetti miracoli rientrano nell'ambito dei fenomeni per i quali le entità attive in una sfera superiore riescono ad esercitare il controllo sulle sostanze presenti in una sfera inferiore. In genere le sostanze necessarie per la produzione dei fenomeni vengono prelevate dal medium, dai partecipanti alle sedute e dall'atmosfera stessa. Il medium è la fonte principale da cui si possono trarre gli elementi per i corpi materializzati, poiché l'atmosfera non è sempre chimicamente favorevole. A volte, a causa di condizioni inadatte, è assolutamente impossibile mettere insieme, anche da entrambe queste fonti – l'atmosfera ed il medium – materiale sufficiente con cui costruire un corpo: in tal caso, se le forme appaiono ancora in mezzo ai partecipanti, il fenomeno non è più una vera materializzazione ma diventa una trasfigurazione. Ciò significa che il medium viene trasfigurato, come uno scultore potrebbe modificare una vecchia statua con il suo scalpello invece di formare una nuova figura con materiali nuovi. Nelle trasfigurazioni il volto del medium viene completamente cambiato dall'entità controllante, in modo da rappresentare temporaneamente il volto dell'entità. Il medium, in stato di completa inconscienza, viene quindi fatto alzare dalla sedia e cammina tra i presenti, fermandosi davanti a ciascuno di loro e mostrando loro i suoi lineamenti alterati e trasfigurati. Quanto meno favorevoli sono le condizioni, tanto più è necessaria l'oscurità, e tanto maggiori sono i rischi per il medium nel caso in cui le condizioni ambientali vengano bruscamente alterate. Sulla base delle informazioni fornite dalle entità, Bolton ed i suoi collaboratori decisero di astenersi da qualsiasi esperimento qualora le condizioni non si fossero presentate come ottimali fin dall'inizio della seduta, operando sempre con una sorgente luminosa e perseguendo solo i fenomeni di materializzazione, ma evitando con ogni cura quelli di trasfigurazione. Se tali fenomeni non si producevano in tempi ragionevoli e nelle condizioni stabilite, le sedute dovevano essere interrotte: e tre sedute importanti furono effettivamente chiuse entro mezz'ora dall'inizio di ciascuna, senza che si ottenessero risultati di alcun genere, perché le guide affermavano che le condizioni atmosferiche e di altro tipo rendevano del tutto impossibile produrre materializzazioni. Spirito, anima e corpo Un'altra comunicazione delle entità riguardava la distinzione tra spirito, anima e corpo, che è in accordo con simili informazioni presenti in altre comunicazioni medianiche: lo spirito è individuale, eterno ed immutabile attraverso tutte le epoche e tutte le vite nelle varie sfere, mentre l'anima è un corpo immateriale che vive tanto in questa vita quanto in parte delle vite nelle altre sfere, pur senza essere eterno. Il corpo fisico è quello con cui viviamo questa vita terrena e viene abbandonato con la morte. In questo consiste la nostra autentica trinità. Il nostro corpo naturale non è certamente quello spirituale, dunque credere alla resurrezione della carne è semplicemente ridicolo. La nostra essenza viene seminata in un corpo naturale, ed elevata allo stato spirituale. Gli spiriti immortali visitano la Terra in base ad un programma di evoluzione spirituale, per un periodo di addestramento e di disciplina. Man mano che lo spirito passa attraverso esperienze successive, si purifica diventando sempre più etereo, finché non si libera completamente da ogni residuo attaccamento determinato dalla psiche. La condizione umana, quale la sperimentiamo in questa vita, segna la fase conclusiva di un ciclo nel quale lo spirito acquista e rafforza l'autocoscienza, cioè la consapevolezza della propria esistenza in quanto spirito. Quando questo avviene, lo spirito passa ad altri cicli di esperienze e di esistenze nelle sfere superiori, per perfezionarsi nell'amore e nella sapienza. Prima, tuttavia, è necessario che si sia liberato dai vincoli che lo legano all'esperienza terrena, soprattutto da quelli determinati dalla psiche umana e condizionati dalla nostra origine animale. La frode come espediente umano In merito alle modalità con cui si producevano le materializzazioni, le entità affermavano che il loro principale desiderio era quello di essere riconosciute anzitutto tramite la voce e poi dalle fattezze del viso. Per questo, nella maggior parte dei casi, le materializzazioni si limitavano alla testa ed alla gola, completa degli organi di fonazione, per poi estendersi – se le condizioni ambientali erano favorevoli e se vi era abbastanza energia – alle braccia, alle mani ed alla parte superiore del corpo, che in genere appariva avvolto in drappeggi piuttosto informi. Solo in casi eccezionali si potevano ottenere materializzazioni complete e ben definite in tutti i dettagli, con notevole dispendio di energie da parte del medium e degli spettatori. Un'entità, interpellata a proposito dell'esistenza dei fenomeni medianici fraudolenti e del danno da questi prodotto in relazione alla possibilità di indagare quelli genuini, rispose assennatamente che in tutte le cose umane la frode è un fenomeno diffuso e praticato: negli affari, nello sport, nel giornalismo, nelle relazioni umane, e perfino nella scienza. Questo non significa che non vi siano elementi genuini in ciascuno di questi campi. Pertanto un investigatore dalla mente aperta non darà mai a priori un giudizio drastico – tutto vero o tutto falso – senza aver prima operato un attento discernimento dei fenomeni oggetto di indagine. Le ipotesi di frode da prendere in considerazione sono due: la prima, e la più ovvia, è quella di frode cosciente da parte del medium e di suoi eventuali complici, mentre la seconda è quella di frode inconscia da parte del medium, usato in modo ingannevole dalle entità di controllo che operano per suo tramite. Le precauzioni messe in atto da Bolton e dai suoi collaboratori si dimostrarono efficaci nei confronti delle frodi del primo tipo. Le entità però non negavano la possibilità di frodi del secondo tipo, e dettero a Bolton e collaboratori una serie di istruzioni sulle misure cautelativa da prendere per evitare che il medium potesse essere utilizzato da entità ingannatrici. Conclusioni Nel suo libro Bolton affermava di aver svolto un'indagine con seri criteri di ricerca, e sostieneva che chiunque volesse compiere ulteriori esperimenti adottando il suo metodo avrebbe ottenuto risultati analoghi. Come sappiamo, il problema principale nelle sperimentazioni di questo tipo è rappresentato dalla possibilità di disporre di medium adeguatamente dotati: già Bolton dichiarava che i sensitivi in grado di produrre i fenomeni da lui descritti erano molto rari, anche in Inghilterra, ed oggi sembra che siano ancora più rari o forse del tutto assenti. Come si è visto, questo porta i detrattori dei fenomeni medianici a sostenere che i ricercatori del passato fossero degli ingenui pronti a farsi prendere facilmente per il naso, e che oggi – dato che siamo diventati più smaliziati – di quei fenomeni è sparita ogni traccia. Ma dopo aver letto i resoconti delle loro indagini, possiamo affermare che quei ricercatori – o quanto meno alcuni di essi – non erano affatto degli sprovveduti. Resta però il fatto che i fenomeni di materializzazione da loro descritti, nelle condizioni sperimentali in cui si verificavano allora, oggi non si producono più, almeno stando a quanto viene riportato dalla letteratura specializzata. In un'altra pagina di questa sezione (La fine di un'epoca?) esamineremo meglio quali possano essere state le cause che hanno determinato in passato un'epoca d'oro per i fenomeni medianici, ed il loro successivo declino fino ai nostri giorni.
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