L'apogeo e il declino dello Spiritismo

 

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L'epoca d'oro dello spiritismo

Possiamo credere ingenuamente che la memoria storica degli eventi più importanti del passato (quanto meno di quello abbastanza recente) resti ben impressa nella psiche umana, ma non è così. Basta fare un'indagine storica accurata su quanto è accaduto in un determinato periodo, mettendo a fuoco le reazioni psicologiche collettive ed individuali conseguenti a determinati eventi, per rendersi conto di come sia andata persa gran parte dell'informazione relativa a quell'epoca, e di come vi sia la tendenza – da parte di alcuni studiosi – a ripercorrere, come se fossero un territorio nuovo ed ancora da esplorare, gli stessi sentieri mentali già percorsi dai ricercatori del passato. Ne è un esempio quanto accadde nella seconda metà dell'Ottocento in relazione al fenomeno dello Spiritismo, che ebbe un impatto di rilievo nella cultura dell'epoca, dilagando dagli Stati Uniti all'Europa, al Sudamerica ed alla Russia. La sua diffusione, tanto a livello popolare quanto in ambito borghese ed aristocratico, fece sì che non pochi esponenti di spicco della cultura e della scienza si occupassero di quelli che oggi possiamo chiamare fenomeni medianici, e prendessero nei loro confronti una posizione più o meno critica o interpretativa. Il particolare interesse in merito alle reazioni della psiche determinate dai fenomeni medianici è dato dal fatto che essi aprono una breccia nel muro di protezione di quanto è interpretabile e condivisibile da parte della ragione umana, e rappresentano una sfida all'intelligenza, in quanto implicano anche l'eventualità di un'esistenza cosciente in una o più dimensioni distinte e separate da quella a cui ci siamo abituati e più o meno adattati nel corso della nostra vita umana.

Alcuni testi sulla storia dei fenomeni medianici

Gli eventi storici recenti che portarono alla nascita, alla crescita ed all'apogeo di quel notevole fenomeno sociale – tutt'ora non del tutto sopito – rappresentato dallo Spiritismo, possono essere racchiusi in poco più di un ventennio, dal 1847 al 1870 circa. Per un esame cronologico e critico di tali eventi si possono consultare alcuni testi presenti nella Biblioteca, per esempio il sintetico Spiritismo di Armando Pappalardo o il completo ed esauriente Modern Spiritualism (in due volumi) di Frank Podmore. Tuttavia la storia dello Spiritismo va inquadrata nel più ampio campo di indagine relativo a tutti quei fenomeni che nella storia dell'umanità sono stati etichettati nell'ambito del meraviglioso, soprannaturale, magico, miracolistico, numinoso, divino, e così via: un ambito strettamente connesso con la religione e con la fede. Sotto questo profilo meritano senz'altro di essere letti i due volumi della Storia dello Spiritismo di Cesare Baudi di Vesme, la cui prima edizione risale al 1896. Si tratta di un testo ancor oggi godibilissimo, scritto da un giornalista di notevole intelligenza ed apertura mentale. Ai primi due volumi, che offrono un quadro completo delle varie forme di credenze in entità di norma invisibili (spiritiche, numinose, divine o affini) che si sono manifestate nella psiche umana lasciando tracce storicamente documentate, avrebbe dovuto seguirne un terzo sui fenomeni medianici dal 1848 al 1900, che però non fu mai pubblicato (l'edizione tedesca dell'opera, in tre volumi, è un po' più ampia di quella italiana, pur restando anch'essa incompleta).

Prodigi, miracoli e conflitti della psiche

Di Vesme mette in evidenza come vi sia sempre stata, fin dall'origine della storia umana, una componente della psiche in grado di determinare, o di rendere comunque possibili, quei fenomeni che un'altra componente della stessa psiche valutava come straordinari, inquadrandoli nelle categorie sopracitate ed attribuendoli ad entità aliene, benefiche o malefiche a seconda dei punti di vista. Uno degli aspetti più divertenti del libro è dato dall'arguzia con cui l'autore sottilinea l'attribuzione – da parte delle autorità ecclesiastiche – di fenomeni del tutto identici, quali ad esempio le guarigioni miracolose, ad entità positive (Cristo, lo Spirito Santo, i santi) oppure negative (il diavolo o i demòni suoi accoliti), a seconda che l'operatore umano fosse un credente affiliato o un eretico. Lo stesso atteggiamento, come è noto, è stato mantenuto dalla Chiesa cattolica nei confronti dello Spiritismo, considerato pur sempre come una forma (sleale) di concorrenza fideistica! Ad ogni modo in passato il prodigio ed il miracolo, pur suscitando meraviglia ed anche incredulità (almeno nelle persone più intelligenti e colte, che hanno sempre sentito il bisogno di verificare i fatti straordinari), non creavano quei conflitti della psiche che caratterizzano la nostra mentalità scientificamente orientata. Con ogni evidenza – a meno di non voler rigettare (come fanno alcuni) tutte le testimonianze relative a fatti straordinari etichettandole come imposture, frodi, leggende o superstizioni – esiste la possibilità di attivare sintonie mentali che permettono il verificarsi di fenomeni considerati impossibili in base alla sintonia della psiche che utilizziamo normalmente. Spesso l'attivazione di queste sintonie è conseguente a pratiche ed esercizi di distacco mentale dalle normali esigenze dell'organismo e dalle sue interazioni col mondo (ascesi). Esistono tuttavia rari individui – i medium – dotati di un particolare talento mediante il quale determinati fenomeni straordinari possono avvenire senza che essi debbano assoggettarsi ad un lungo e difficile addestramento di tipo ascetico.

Contrasti nell'ambito dello Spiritismo

Lo Spiritismo, non essendo in grado di integrare sintonie della psiche così discordanti, assunse ben presto le forme di una fede più o meno dogmatica, o meglio di un insieme di sette fideistiche non di rado in disaccordo su aspetti dottrinari considerati come molto importanti: per esempio, gli spiritisti americani, influenzati dalle rivelazioni di Andrew Jackson Davis (The Principles of Nature, Her Divine Revelations And a Voice to Mankind - 1847), non credevano nella reincarnazione degli spiriti, che invece era ritenuta fondamentale dallo Spiritismo europeo, istituzionalizzato da Hippolyte Rivail (più noto come Allan Kardec: così firmava i suoi libri con quello che riteneva essere stato il suo nome druidico in una precedente incarnazione) ed influenzato dalla Teosofia. Come avviene di regola nelle questioni religiose, le comunicazioni dottrinarie degli spiriti delle varie comunità medianiche erano sovente in disaccordo tra loro, e di conseguenza sorse la questione di quale spirito fosse affidabile e di quale non lo fosse: si sentì l'esigenza di formare gerarchie di spiriti, dai più evoluti e vicini a Dio ai principianti, più scadenti e non di rado ingannevoli e bugiardi. Com'è umanamente comprensibile, ben presto tra le varie comunità cominciarono a sorgere incomprensioni e rivalità basate sulla difesa dei propri spiriti tutelari di riferimento (il mio è più evoluto del tuo). Ebbe inizio così il declino dello Spiritismo, che cominciò a presentare i connotati di un fenomeno fideistico, se non proprio religioso.

L'affermarsi del potere tecnologico

Alla fine dell'Ottocento la mentalità scientifica era ben radicata, soprattutto presso le classi più colte. Anche se le ingenue aspettative e la fiducia illimitata nel progresso scientifico che avevano caratterizzato il positivismo erano ormai in declino, la scienza e soprattutto le applicazioni tecnologiche delle conoscenze scientifiche determinavano una costante trasformazione sociale che appariva progressiva ed irreversibile. Le nuove tecnologie lasciavano intravedere l'affermarsi del potere umano di trasformazione del mondo e di utilizzazione delle sue risorse, un potere che non aveva precedenti nella storia in relazione alla certezza ed al controllo dei risultati ottenuti. Mentre i fenomeni di tipo magico o miracolistico, fondati sulla fede, sul mistero e sull'esoterismo, non offrivano nessuna garanzia in merito al verificarsi o meno degli eventi, ai risultati ottenuti ed alla loro subordinazione alla volontà umana, i sistemi tecnologici realizzati dalle organizzazioni produttive erano controllabili a volontà ed utilizzabili in base al presupposto della quasi completa affidabilità dei risultati. Oggi noi, se giriamo la chiave di avviamento di un'auto, abbiamo la certezza che il motore si mette in moto non per un atto di fede, ma perché la tecnologia ci garantisce questo risultato, e ci sorprendiamo solo se l'avviamento non avviene, segno che qualcosa si è guastato. Lo stesso vale per l'accensione del televisore col telecomando: l'utente può anche essere del tutto ignorante circa il funzionamento dell'apparecchio e dei suoi circuiti, ma il sistema socioculturale in cui viviamo gli offre sufficienti garanzie sul fatto che le prestazioni del prodotto si accorderanno alla sua volontà praticamente al cento per cento.

Inaffidabilità statistica dei miracoli

Quelli che vengono considerati miracoli invece possono accadere, ma sono estremamente più numerosi i casi in cui non si verificano rispetto a quelli in cui si verificano: su decine di migliaia di ammalati che vanno in pellegrinaggio a Lourdes o in altri santuari, le guarigioni miracolose si contano sulle dita delle mani, ed anche i fenomeni medianici non si sottraggono a quel carattere di aleatorietà che contraddistingue gli eventi paranormali. Può essere questo il motivo per cui la psiche umana – nell'individuare gli agenti che determinano i fenomeni medianici o altri eventi straordinari – sente l'esigenza di far riferimento a forme di volontà e di intelligenza aliene rispetto alle risorse di cui siamo dotati. Del resto, al di là dell'interesse per l'aspetto meraviglioso, affascinante e magico dei fenomeni medianici, i motivi principali per cui lo Spiritismo assunse ben presto le dimensioni di un fenomeno di massa sono due: il primo è quello di stabilire un contatto con i defunti, in particolare con i propri cari e con altre persone conosciute ed amate in vita; Il secondo consiste nel ricevere conferme in merito alla continuazione di un'esistenza cosciente dopo la morte del corpo ed informazioni sulle dimensioni e sulle condizioni in cui l'io cosciente si verrà a trovare in questa nuova forma di esistenza. Per quanto riguarda il primo punto, a fronte di un certo numero di casi di identificazione corretta (pochi dei quali, tuttavia, contenenti elementi di informazione che non fossero già presenti nella mente di qualcuno dei consultanti), se ne registrano vari altri di attribuzione di identità fittizie, arbitrarie o incerte. In merito al secondo punto, le comunicazioni degli spiriti contengono praticamente di tutto, dalle più ingenue ricostruzioni di ambienti antropomorfi, alle diverse e talvolta contraddittorie teorie sull'organizzazione delle sfere celesti e sull'evoluzione spirituale.

Denuncia dei contenuti inaffidabili da parte degli studiosi dello Spiritismo

Non furono solo gli oppositori dello Spiritismo a mettere in evidenza gli aspetti critici relativi al vasto corpus di comunicazioni medianiche che si venne a formare nel giro di pochi decenni (soprattutto per opera dei medium scriventi). Anche gli stessi studiosi inclini ad accogliere l'ipotesi dell'esistenza degli spiriti se ne accorsero: per esempio l'Aksakof, nel suo Animismo e Spiritismo, scrisse testualmente (pag. 9 dell'edizione italiana del 1912): «Io credo che ogni osservatore sensato, dacché si pone a studiar questi fenomeni, è colpito da due fatti innegabili: l'automatismo evidente delle comunicazioni spiritiche, e la falsità impudente e del tutto evidente del loro contenuto. I grandi nomi da cui esse son sovente firmate, offrono la miglior prova che questi messaggi non sono affatto ciò che essi hanno la pretensione di essere... Le materie che avevo accumulate colla lettura e coll'esperienza pratica, erano considerevoli; ma la soluzione del problema non veniva. Al contrario, passando gli anni, i lati deboli dello Spiritismo divenivano più evidenti; la volgarità delle comunicazioni, la povertà del loro contenuto intellettuale, anche quando esse non sono affatto triviali, il carattere mistificatore e menzognero del più gran numero delle manifestazioni, l'incostanza dei fenomeni fisici quando trattasi di sottometterli all'esperienza positiva, la credulità, la prevenzione, l'entusiasmo irriflessivo degli spiritisti e degli spiritualisti;... insomma una folla di dubbi, di obiezioni, di contraddizioni e di perplessità di ogni sorta, non facevano che aggravare le difficoltà del problema».

Anche Armando Pappalardo, nella prefazione alla prima edizione del suo Spiritismo (1901), scriveva: «Le esperienze spiritiche, per la loro stessa natura, offrono il fianco alla diffidenza; le condizioni speciali – soprattutto di luce – di cui hanno bisogno i fenomeni per verificarsi; le tendenze dei mediums a truccare; tutto questo insieme di cose, giunto all'apparente sprezzo mostrato dai rappresentanti comuni della scienza ufficiale per le pratiche spiritiche, ed al pessimo servigio reso allo spiritismo da alcuni scrittori, credenti caldissimi, i quali, con opere destituite d'ogni carattere serio ed aridamente positivo, han dato mostra di aver smarrito ogni equilibrio mentale, gettando alla folla opere che pareva volessero addirittura fondare una religione novella; quest'insieme di fatti, dicevo, ha contribuito a seminare nel pubblico il discredito». Come si vede, pur riscontrando ed accertando la realtà dei fenomeni medianici, lo spirito critico degli studiosi di fine Ottocento si era evoluto rispetto a quella condizione più primitiva e fideistica della psiche umana, che associava automaticamente il criterio della verità al meraviglioso, allo straordinario ed al miracolistico. Può darsi che si tratti di una fase infantile della psiche, per la quale un individuo è portato automaticamente a credere come vero ciò che viene associato ad un evento miracoloso: se qualcuno o qualcosa è capace di compiere dei miracoli, allora ciò che dice o quello in cui crede devono essere veri. Questo processo è molto ben evidenziato nella storia delle religioni (si veda nel merito la Storia dello Spiritismo di Baudi di Vesme), e trova il suo limite e la sua contraddizione allorquando le differenze di orientamento della psiche fanno sì che i difensori di una religione esclusivista attribuiscano certi fenomeni di tipo miracoloso – identici a quelli che si ritiene siano dovuti ad un intervento divino – ad entità soprannaturali malefiche (dunque collegate alla falsità ed alla menzogna piuttosto che alla verità) nel caso in cui l'autore di quei fenomeni non sia un seguace della loro stessa fede religiosa.

La criticità della condizione umana e la ricerca della protezione da parte di esseri superiori

È comunque tipico di una fase primitiva della psiche umana il senso di smarrimento nei confronti dei disagi, delle difficoltà e delle sofferenze che il fenomeno stesso della vita umana comporta, ed il ricorso ad entità superiori per ottenere una forma di protezione che comporti la soluzione dei problemi che via via si presentano. L'assoggettamento a queste entità superiori comporta un riconoscimento acritico e fideistico della loro autorità e del loro potere, ed una richiesta evocativa ed invocativa del loro aiuto in una delle forme che possono essere incluse nel termine generico di preghiere. Va sottolineato come l'etimologia della parola preghiera sia collegata alla precarietà (precaria), cioè al carattere aleatorio dell'esito della preghiera stessa. Potremmo pertanto ritenere che la mentalità scientifica, tesa ad individuare le leggi affidabili (e, in quanto tali, vere) che governano il mondo fisico, indipendentemente dalle entità che le hanno emanate, costituisca un passo avanti nel processo di evoluzione dell'intelletto umano, che si sottrae alla subordinazione acritica nei confronti dei poteri attribuiti ad esseri superiori. Tuttavia la negazione dell'esistenza di entità e di intelligenze aliene che determinano i processi di trasformazione dell'universo fisico (e di eventuali altri universi) va considerata solo come un espediente indotto da alcune sintonie della psiche per liberare gli esseri umani (considerati alla stregua di automi umani) dalla soggezione esercitata dalla complessità del mondo in cui essi vivono. Come si è visto nella sezione dedicata alla psiche umana, la conoscenza scientifica non può garantire che non esistano forme di intelligenza non incarnate a noi superiori, e – in un certo senso – i fenomeni paranormali sono lì per ricordarcelo.

La fede nella scienza e nella tecnologia

Tra i motivi che hanno contribuito al declino dello Spiritismo, determinando anche una drastica diminuzione dell'interesse nei confronti degli esperimenti medianici, può essere incluso il trasferimento delle sintonie della psiche relative al magico, al meraviglioso ed al miracolistico dall'ambito della fede nelle entità superiori (come ancora si poteva verificare nella seconda metà dell'Ottocento) a quello delle conquiste tecnologiche. Per esempio, oggi i fenomeni di levitazione possono essere molto rari, ma tutti possiamo volare in aereo, viaggiando rapidamente da un punto all'altro del pianeta. E per quanto affascinanti possano essere i fenomeni telepatici, anche la trasmissione e l'elaborazione di informazioni mediante la TV, il computer o lo smartphone hanno certamente del miracoloso se viste nell'ottica di una persona vissuta nell'Ottocento. Può darsi dunque che le energie mentali di una consistente parte dell'umanità si siano canalizzate in modo da favorire lo sviluppo della parte più razionale, creativa, attiva ed organizzativa della nostra mente a spese della parte fideistica, mistica, contemplativa e passiva.

Riconosciuto tutto questo, però, non si può fare a meno di evidenziare il sorprendente florilegio di elaborazioni fantasiose a cui in un recente passato hanno fatto ricorso anche personalità dotate di un buon livello di intelligenza, nel tentativo di riportare gli aspetti anomali della fenomenologia paranormale sotto il controllo delle leggi conosciute dalla scienza. Alla fine dell'Ottocento, quando ancora era in auge la teoria dell'etere, le scoperte relative alla trasmissione delle onde elettromagnetiche aprivano nuovi orizzonti: si ipotizzarono dunque emanazioni eteriche di ogni genere – controllate dallo psichismo inconscio del medium – per giustificare le forze che determinavano la levitazione o lo spostamento degli oggetti. Si riteneva che la trasmissione telepatica delle informazioni (da mente a mente) potesse avvenire mediante onde radio trasmesse da un cervello e ricevute da un altro. In campo medico, la giovane branca della psicologia, differenziandosi dalla psichiatria, riteneva che sarebbe stato possibile scoprire in tempi ragionevoli i presupposti mentali delle facoltà medianiche. Oggi, trascorso oltre un secolo, dobbiamo riconoscere che nessuna delle ipotesi avanzate in quell'epoca può stare in piedi sulla base delle conoscenze acquisite nel frattempo. Inoltre, molte delle speranze di un rapido sviluppo delle conoscenze relative al funzionamento della mente umana si sono scontrate con la complessità delle dinamiche della psiche e delle modalità con le quali il cervello elabora i dati e gli stimoli ricevuti: come la parapsicologia, anche la stessa psicologia ha fatto pochi progressi conoscitivi in tutto questo tempo, tanto che, pur vivendo nell'ambito di sistemi sociali molto avanzati sotto il profilo tecnologico, non si può dire che l'umanità nel suo complesso si sia evoluta.

I tempi dell'evoluzione umana

Nelle pagine di questa sezione vengono presentati alcuni esempi dei più importanti fenomeni medianici e vengono messe in evidenza le reazioni suscitate da tali fenomeni nella psiche degli sperimentatori e dei ricercatori. Si potrà osservare come sia difficile sottrarsi all'impulso di prendere una posizione, tanto che si voglia ammettere e difendere l'esistenza degli spiriti quanto che si decida di rigettare in toto la possibilità stessa che questi fenomeni si siano potuti verificare senza frode, e dunque la loro autenticità. Ma se vogliamo inquadrare il problema in un'ottica di più ampio respiro, è bene ricordare che l'umanità è ancora nelle fasi iniziali del suo sviluppo, che l'evoluzione della psiche sta muovendo i primi passi e che la durata della nostra vita individuale non rappresenta che un battito di ciglia rispetto ai miliardi di anni trascorsi dalla comparsa della vita sulla Terra.


 

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