La fine di un'epoca? |
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L'esaurirsi dei fenomeni medianici di maggior impatto L'era dei grandi medium sembra essere definitivamente tramontata. In Italia sono scomparsi in epoca più o meno recente gli ultimi medium ad effetti fisici di cui si hanno testimonianze affidabili e notizie certe e ben documentate: Roberto Setti è morto nel 1984, Demofilo Fidani nel 1994, Urbino Fontanelli nel 1995 e Corrado Piancastelli nel 2014. Anche all'estero non si hanno informazioni ben documentate su medium capaci di determinare fenomeni di materializzazione come quelli riportati nelle pagine di questa sezione. Leslie Flint, l'ultimo medium inglese in grado di ottenere un notevole numero di comunicazioni a voce diretta, è morto nel 1994. Molte delle comunicazioni a voce diretta ottenute tramite la sua medianità sono state registrate e possono essere ascoltate su YouTube, per esempio in questa pagina. I circoli medianici ancora in attività operano prevalentemente con medium ad incorporazione, allo scopo di ottenere informazioni o insegnamenti di supposta provenienza ultraterrena, così come è avvenuto per l'attività medianica di Corrado Piancastelli dagli anni '60 fino al 2014. In Inghilterra ed in altre nazioni sono stati e sono attivi circoli medianici che perseguono fini sperimentali, eseguendo test atti a provare la realtà dei fenomeni investigati mediante registrazione degli stessi con idonea strumentazione. Ma di quei fenomeni eclatanti di fine Ottocento, come le apparizioni materializzate, sembra che non ci sia più traccia: o le sintonie della psiche che li rendevano possibili non sono più attivabili, o i canali di contatto con quelle entità che contribuivano con un ruolo di primo piano al successo delle materializzazioni non sono più aperti. Può darsi che entrambe queste ipotesi siano vere. Il mutamento delle sintonie collettive della psiche Alcune considerazioni in merito ai cambiamenti epocali avvenuti in quest'ultimo secolo possono aiutarci a comprendere i motivi per cui i fenomeni medianici più complessi, non certo frequenti ma nemmeno rarissimi fino ai primi decenni del Novecento, siano oggi praticamente scomparsi. Infatti nel nostro sistema socio-culturale il modo di vivere è completamente cambiato per quanto riguarda gli interessi, le attrazioni e le sollecitazioni che stimolano continuamente la nostra attenzione, determinando le esperienze determinate dalla psiche attualmente prevalenti. Ancora poco più di un secolo fa, al di là della lettura di libri e giornali, non vi era alcuna attività di carattere ricreativo o culturale che non fosse fondata sulle interazioni umane dirette. Anche la musica veniva eseguita ed ascoltata in un contesto sociale, a teatro o nei salotti. Le difficoltà della vita assorbivano gran parte delle energie mentali, ma per coloro che disponevano ancora di risorse da impegnare per accrescere la propria cultura e per soddisfare il desiderio di sapere, le uniche fonti di informazione erano costituite dalla carta stampata e dalla circolazione delle idee e delle conoscenze attraverso i contatti umani, diretti o epistolari. Nell'epoca dell'illuminismo prima, e del positivismo poi, la fiducia nelle potenzialità che si aprivano alla sete umana di conoscenza si era enormemente sviluppata, per certi aspetti anche in modo ingenuo ed illusorio. L'intelletto delle persone più dotate si applicava alle varie questioni inerenti la vita, la natura, il mondo e l'universo con un'appassionata ed intensa dedizione, e l'opinione pubblica, o almeno quella più informata, si interessava alle nuove scoperte, alle nuove teorie ed ai dibattiti che ne seguivano. Come risulta dalle testimonianze dell'epoca, nell'ambiente eterogeneo e fiducioso del tardo Ottocento le sedute spiritiche potevano essere un po' di tutto: un'attività salottiera, un passatempo, una ricerca di conforto per la perdita dei propri cari, uno strumento di indagine in relazione all'esistenza dopo la morte, ma anche una vera e propria attività di sperimentazione e di ricerca volta ad accrescere il sapere. Vi era comunque un interesse molto forte da parte di un considerevole numero di persone nei confronti di questo campo di studi, e molti eminenti ricercatori (comprese personalità di spicco del mondo accademico) impegnarono di buon grado ed assiduamente tempo ed energie in un'attività che per quell'epoca era anche emozionante, ma che ai nostri giorni risulterebbe abbastanza tediosa, al di là dell'interesse che potrebbero presentare determinati risultati. Inoltre, si deve anche tener conto dei limiti presentati dai fenomeni paranormali: per ulteriori approfondimenti nel merito si rimanda alla pagina dedicata all'argomento nella sezione sulla ricerca psichica. L'eccezionalità di alcuni fenomeni medianici di rilievo, tra i quali sono certamente da annoverare le apparizioni, le materializzazioni e la voce diretta, così come l'interesse nei confronti di alcune delle comunicazioni trasmesse dalle entità, non escludeva una certa ripetitività dei risultati ottenuti nel corso delle sedute, come si può constatare consultando le cronache giunte fino a noi: dopo la meraviglia e lo stupore delle prime sedute, in seguito i fenomeni finivano per ripetersi sempre allo stesso modo. Ma se in passato i motivi di interesse, di svago e di distrazione erano molto più limitati di quelli di cui disponiamo attualmente – ragione per cui la partecipazione a questo tipo di attività poteva assumere anche un carattere impegnativo e di interesse culturale, ma nello stesso tempo rappresentava un'evasione dalla severa routine degli impegni della vita – oggi ogni seria ricerca nel campo dei fenomeni medianici dovrebbe presentare i requisiti di un'attività di ricerca, programmata ed eseguita come esperimento per far progredire la conoscenza, ma non più per curiosità o come forma di intrattenimento sociale. Un modello significativo di tale attività fu adottato già del 1907 dal professor Filippo Bottazzi (1867-1941), docente di Fisiologia nell'Università di Napoli, per una serie di esperimenti di laboratorio sui fenomeni prodotti dalla celebre medium Eusapia Paladino. Il resoconto di questi esperimenti (si veda la pagina ad essi dedicata) è riportato nel suo libro Fenomeni medianici osservati in una serie di sedute fatte con Eusapia Paladino (1909). Un quadro conoscitivo tuttora insoddisfacente Oggi la nostra mente è soggetta ad una quantità di stimoli e di esperienze inimmaginabile solo un secolo fa, ed anche le modalità con le quali le informazioni di ogni genere vengono elaborate e trasmesse per poter circolare nel nostro sistema socioculturale si sono enormemente amplificate. Dunque può darsi che sia venuto meno (o si sia notevolmente ridotto) l'interesse che determinava in passato l'attivazione delle sintonie della psiche necessarie per la produzione dei più interessanti fenomeni medianici. In assenza di un quadro conoscitivo soddisfacente sulle modalità con le quali le facoltà medianiche intervengono nella produzione dei fenomeni, restano senza risposta alcune questioni fondamentali: perché i medium in grado di produrre fenomeni fisici sono così rari? Perché in presenza di un medium certi fenomeni si producono, ed in sua assenza no? Perché uno stesso medium, ad un certo punto della sua vita, può non esser più in grado di far accadere quegli stessi fenomeni che prima si producevano? Perché alcuni medium devono andare in trance, ed altri no? Sono tutte domande per le quali, dopo oltre un secolo e mezzo di studi, anche quelle poche, frammentarie ed a volte contraddittorie informazioni ottenute dalle entità comunicanti sono state di scarso aiuto nella messa a punto di un quadro conoscitivo coerente, soddisfacente e suscettibile di ulteriori progressi. È possibile che il declino, se così vogliamo chiamarlo, o comunque il mancato decollo delle ricerche sui fenomeni di origine medianica nell'ambito della ricerca psichica, sia proprio da imputare al fatto che il relativo campo di indagine abbia fatto pochi progressi rispetto al livello iniziale, spesso non andando oltre le dispute sull'accertamento e sulla verifica della realtà oggettiva di tali fenomeni, che dovrebbe essere invece considerata come garantita sulla base delle ricerche e delle indagini già eseguite e della documentazione disponibile. Non è stato tuttavia possibile riuscire a mettere a punto – almeno fino ad oggi – un quadro conoscitivo in grado di far progredire questo genere di studi e di favorire lo scambio di informazioni affidabili con eventuali altre dimensioni esistenziali. Probabilmente è ancora troppo presto, nella storia dell'umanità, perché questo possa accadere. Due istanze della psiche Infine, osservando le reazioni della psiche umana di fronte ai fenomeni medianici, possiamo constatare come vi sia una contrapposizione tra due esigenze antitetiche ed in parte conflittuali. Da una parte c'è l'esigenza di verificare, di controllare e, in ultima istanza, di padroneggiare i fenomeni: tutto il progresso scientifico e tecnologico degli ultimi due secoli ci ha abituato infatti a gestire e controllare a volontà molti eventi, legati alla nostra vita ed all'ambiente nel quale viviamo, di fronte ai quali gli esseri umani prima erano del tutto impotenti e passivi. Dall'altra parte invece ci sono delle istanze di tipo fideistico, rivolte ad una dimensione diversa da quella terrena. In quest'ottica la vita umana viene vista come una fase temporanea, in qualche misura priva di un'intrinseca importanza: una specie di esercizio o di esame valutativo che consenta di accedere ad altre dimensioni. L'accento viene spostato dunque da questa vita ad una vita futura. Che si tratti di un conflitto originato dalla psiche ci viene confermato, oltre che dalla storia dell'umanità (con particolare riferimento alle dispute religiose), dal fatto che quelle persone la cui mente è sintonizzata prevalentemente sull'uno o sull'altro aspetto di questa dicotomia hanno molta difficoltà a comprendere le reciproche posizioni. Nell'ultimo secolo la vita terrena è stata resa (almeno per la parte dell'umanità inserita in quell'ambito socioculturale che viene definito come occidente moderno) più comoda, più interessante, più gradevole e più stimolante. Nello stesso tempo, proprio a causa dei progressi fatti in campo medico e nella prevenzione delle malattie, la popolazione mondiale si è più che triplicata negli ultimi 70 anni: un tasso di crescita che non si era mai verificato prima, in un periodo così breve, nella storia dell'umanità. Che le risorse del pianeta siano sufficienti ad offrire una vita soddisfacente a questa massa enorme di esseri umani è assai dubbio, dato che tuttora la maggior parte di essi vive in condizioni di sofferenza, di miseria e di disagio, ed il futuro si presenta quanto mai incerto. Anche nella nostra cultura occidentale, prima che si affermasse l'era del benessere e dei consumi, l'idea della morte come liberazione da questa valle di lacrime aveva il suo ruolo e la sua importanza. Oggi invece prevale l'idea della vita (terrena) come valore supremo, nell'ambito del quale ricercare il successo, la soddisfazione e la felicità, anche se il prezzo che la maggior parte degli individui devono pagare per questo ideale di benessere è dato dall'adesione e dalla dedizione integrale ed acritica al sistema produttivo consumistico. Cosa accadrà in futuro è difficile dirlo. Più importante mi sembra comprendere come tutto questo sia da attribuire al dualismo interno alla psiche umana, che evidentemente non è ancora in grado di armonizzare la dimensione della vita terrena con quella di un'eventuale esistenza ultraterrena, e quindi o finisce per negare quest'ultima, oppure ha bisogno di negare valore alla ricerca della felicità già in questo mondo, nell'ambito di un'ottica improntata alla rinuncia ed al cosiddetto sacrificio. Per ora non ci è dato sapere cosa si nasconda dietro questo dualismo della psiche, dato che – nella nostra ottica limitata di esseri umani – spesso la psiche e Dio finiscono praticamente col coincidere. La psiche può determinare la realtà? Lo studio dei fenomeni medianici ci induce a prendere in considerazione l'ipotesi che la psiche possa determinare la realtà, almeno in particolari circostanze. Sul fatto che l'intelligenza umana sia in grado di trasformare il mondo non vi può essere alcun dubbio: basta vedere il modo in cui tutti i manufatti prodotti dall'uomo ed ideati dalla sua mente hanno cambiato la faccia del nostro pianeta. Tuttavia siamo portati a ritenere che questo processo trasformativo si svolga sempre nell'ambito di un quadro oggettivo socialmente organizzato in modo coerente ed efficiente, anche se gli elementi dinamici e progettuali che determinano le trasformazioni hanno origine dall'attività creativa della mente umana. Un'interazione diretta della psiche, tale da determinare un'anomalia improvvisa in quelle che riteniamo essere le leggi immutabili che regolano questo mondo, viene considerata nell'ambito dei fenomeni aleatori di tipo magico, che la scienza ha contribuito ad eliminare dal quadro delle nostre conoscenze e della nostra cultura. Eppure i fenomeni medianici di epoca recente, e molti altri fenomeni attribuiti a forze soprannaturali in epoche più antiche, sono lì a testimoniare l'esistenza di entità che, pur sfuggendo al controllo diretto della volontà umana, sarebbero in grado di attingere alle nostre energie psicofisiche per alterare le leggi ordinarie, determinando fenomeni anomali che la stessa psiche umana percepisce e riconosce come reali.
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