Vicende della vita di un medium italiano

 

home
LA VITA UMANA
SOGNI LUCIDI E OBE
NDE
ARTICOLI VARI
LO SPIRITO
LETTURE
LINK

 

 

L'epoca dei medium a pagamento

Fino alla seconda guerra mondiale i medium ed i sensitivi erano più numerosi di quanto oggi non si immagini, soprattutto in Inghilterra e negli Stati Uniti. In quell'epoca alcune persone esercitavano la professione di medium, facendosi pagare a tariffa per le consultazioni private oppure producendo fenomeni medianici nel corso di riunioni collettive alle quali potevano assistere anche un centinaio di spettatori. Spesso queste riunioni (da non confondere con le normali sedute medianiche) si svolgevano in sale predisposte da associazioni che si autodefinivano Chiese spiritualiste, pur senza avere né l'organizzazione né il supporto dottrinario che noi oggi attribuiamo ad un'istituzione ecclesiastica. Gli spettatori di queste riunioni collettive erano prevalentemente di estrazione popolare, e pagavano una somma modesta oppure versavano una libera offerta agli organizzatori dell'evento. La vita a quei tempi era molto dura, trovare un lavoro retribuito non era facile e nella maggior parte dei casi si trattava di lavori faticosi e logoranti per i quali si veniva pagati quel tanto che bastava per sopravvivere. Non sorprende dunque che vi fossero persone che si ingegnavano ad operare come medium e sensitivi, pur senza essere dotati di facoltà medianiche ben sviluppate, traendo vantaggi economici dalla credulità del prossimo e dal dolore che molti esseri umani provano per la perdita di persone amate. Si può dire con certezza che il numero di questi medium fraudolenti superava di gran lunga quello dei medium autentici, tanto che una delle principali attività degli investigatori nel campo della ricerca psichica consisteva nello smascherare i medium.

Un medium anonimo e disinteressato

Ai nostri giorni si corre, come talvolta accade, il rischio opposto, cioè quello di ritenere che siccome molti medium erano fraudolenti nessuno fosse esente dal sospetto di frode e dunque affidabile. Eppure non mancano gli esempi e le testimonianze di medium che non trassero mai il minimo vantaggio né economico, né di fama, né di altra natura, dalla loro medianità, ma anzi dovettero affrontare e sopportare con pazienza le difficoltà di adattamento all'ambiente sociale in cui si trovarono a dover vivere. Per questo può essere interessante rievocare le vicende della vita di uno di loro, ricostruite quanto più fedelmente possibile sulla base dei documenti e delle testimonianze disponibili. Si chiamava Urbino Fontanelli: nato nel 1913 e morto nel 1995, trascorse la maggior parte della sua vita a Castelfiorentino, un comune della Val d'Elsa in provincia di Firenze. Era una persona riservata e di animo sensibile, proveniente da una famiglia di gente povera ma onesta e dignitosa.

Realtà e Mistero di Silvio Ravaldini

Non ho mai conosciuto di persona Urbino Fontanelli e dunque non ho mai partecipato ad una seduta con lui. D'altra parte le sue attività medianiche si interruppero definitivamente nel marzo 1952, quando non aveva ancora 39 anni. La prima volta che ne sentii parlare fu nell'anno della sua morte: nel 1995 ricevetti infatti un copia del libro Realtà e Mistero (Editrice Conti, Bologna, 1988) di Silvio Ravaldini. Il complesso dei fenomeni di cui il libro è testimonianza mi fece una forte impressione, anche per la fiducia che provavo nei confronti dell'autore, inducendomi a rivedere l’atteggiamento di cautela (o, per essere più precisi, di diffidenza) con cui avevo fino ad allora considerato i fenomeni medianici. Nato a Genova nel 1925, Ravaldini è vissuto per oltre mezzo secolo a Bologna, dove è morto nel novembre 2015: è stato presidente della Fondazione Biblioteca Bozzano-De Boni e direttore responsabile della rivista trimestrale Luce e Ombra, organo della Fondazione stessa.

Quanto raccontato in Realtà e Mistero costituiva per me, nel 1995, uno dei più interessanti resoconti di fenomeni medianici che avessi avuto occasione di leggere, tuttavia sotto l’aspetto oggettivo non presentava riscontri verificabili, non essendovi nel testo alcun riferimento a persone, luoghi e circostanze. Il valore da me attribuito alla testimonianza di Ravaldini era dovuto ad una mia scelta, basata sulla fiducia che sentivo verso la sua onestà ed integrità personale, ma sarebbe stato fin troppo semplice, per un lettore disincantato, pensare che tutto quanto era narrato nel libro fosse opera di fantasia. Io sapevo però che l’omissione dal testo di tutti gli elementi di identificazione era stata voluta dall’autore per rispettare la volontà del medium Urbino Fontanelli, al quale il libro stesso era dedicato in forma anonima. Infatti, in una serie di articoli pubblicati su Luce e Ombra dopo la morte di Fontanelli, a partire dal fascicolo 4 del 1995, Ravaldini cominciò a rievocare quella parte dei fenomeni relativi alla voce diretta ai quali aveva assistito di persona, citando per nome sia il medium che la località in cui gli eventi si erano svolti: Castelfiorentino. Dopo la morte dei Urbino Fontanelli, Ravaldini non si sentiva più vincolato dalla promessa fatta al medium ed amico di non citare né il suo nome né altri elementi identificativi finché fosse stato in vita. Già questo fatto in sé è indicativo del completo disinteresse di questo medium nei confronti della notorietà: di vantaggi in termini di guadagno, come si vedrà, non è nemmeno il caso di parlarne.

Un'indagine sui fatti di Castelfiorentino

Pensai allora che avrebbe potuto essere utile rivisitare il racconto di Ravaldini, facendo piena luce su tutti gli elementi identificativi (luoghi, personaggi, circostanze e documenti) che potessero permettere una ricerca di riscontri e costituire elementi di convalida della veridicità delle testimonianze, anche se era passato ormai mezzo secolo dagli eventi conclusivi di quel lungo ciclo di fenomeni medianici. Come si vedrà, i fatti di cui si parla non passarono inosservati nemmeno nella dimensione del piccolo e tranquillo paese di provincia che era allora Castelfiorentino, proprio a causa del loro carattere assolutamente straordinario. Ravaldini di dimostrò disponibile a rievocare quel periodo e quegli eventi in una serie di colloqui che avemmo tra il 2001 ed il 2002, e per questo va a lui la mia gratitudine, dato che è in gran parte grazie alla sua memoria che è stato possibile intraprendere la ricostruzione di come si svilupparono le doti medianiche di Urbino Fontanelli. Lo scopo della mia ricerca è stato quello di ricostruire, con la massima attendibilità possibile, gli eventi di cui Ravaldini ha lasciato testimonianza, limitandomi alla cronaca dei fatti e tralasciando interpretazioni ed ipotesi, fatta eccezione per le considerazioni riportate al termine di questa sezione, nella pagina sull'importanza dei fatti.

Pur nella consapevolezza che questa testimonianza non sarà certo sufficiente a convincere della realtà dei fenomeni i vari scettici ad oltranza, ho reso disponibile anche qualche documento di convalida, tratto dai resoconti dell’epoca o dai ricordi di qualcuno dei testimoni di allora. Vorrei evidenziare come l’interesse eccezionale dei fenomeni dovuti alla medianità di Fontanelli sia rappresentato, tra l’altro, dal fatto che ci troviamo di fronte ad un numero considerevole di eventi (ne ho contati più di 80) per i quali non regge alcun’altra ipotesi se non quella dell'intervento di energie paranormali: per quanto mi sia sforzato di immaginare trucchi e complicità, anche improbabili, ho dovuto sempre arrendermi davanti all’evidenza delle circostanze presentate. Si tenga presente che la maggior parte dei fenomeni riportati si sono verificati non nel buio completo, ma in luce rossa o addirittura in luce bianca. Chiunque può rendersi conto del fatto che, illuminando un ambiente con una lampadina rossa da camera oscura (come quelle usate all'epoca delle sedute di Castelfiorentino), dopo un periodo di adattamento di 5 minuti o poco più una persona dalla vista buona è in grado di distinguere tutti i dettagli di quanto si trova o accade nell’ambiente. Ancora una volta, non si deve prestar fede all'opinione diffusa secondo la quale i fenomeni medianici avvengono sempre e solo nel buio più completo.

Una foto di Urbino Fontanelli e la sua tomba nel cimitero di Castelfiorentino.

 


 

Prima parte
Seconda parte
Terza parte
Quarta parte
Quinta parte
Sesta parte
Settima parte
Ottava parte
Nona parte
Decima parte
Altri episodi
Il romanzo
Il romanzo: 1^ parte
Il romanzo: 2^ parte
Il romanzo: 3^ parte
Il romanzo: 4^ parte
La penultima seduta
L'ultima seduta
L'importanza dei fatti