NDE di Josiane Antonette

 

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Un inizio inquietante

Nata in Corsica, Josiane Antonette, che aveva studiato per diventare infermiera, ebbe una NDE nel 1966. Per oltre 30 anni ha poi lavorato con i morenti e con i vivi, negli ospedali come cappellano, nelle università come insegnante, e come consigliere spirituale, guaritrice e guida: lei stessa si definisce una sciamana mistica contemporanea nella tradizione della Corsica. Quelli che seguono sono brevi estratti dal suo libro Whispers of the Soul (Sospiri dell'anima). Da notare l'inizio inquietante della NDE, durante la quale vengono percepiti spiriti che incutono spavento, con l'espressione del viso contorta per la sofferenza. Le molte domande che la protagonista pone riguardo alle contraddizioni, alle sofferenze ed alle ingiustizie della vita terrena, che sembrano incomprensibili soprattutto se messe a confronto con la beatitudine e l'armonia della dimensione ultraterrena, restano comunque senza risposta. Inoltre va tenuto presente che la Antonette si fa pagare per le sue prestazioni come guaritrice e guida spirituale, e dunque anche la testimonianza della sua NDE potrebbe essere stata, almeno in parte, rielaborata a scopo promozionale.

Il regno degli spiriti senza pace

La mia NDE fece a pezzi il mio mondo. Mi costrinse a ricordare lo spirito e altre dimensioni della vita, che avevo conosciuto da bambina e che avevo dimenticato per potermi adattare alla società. Risento la sirena dell'ambulanza mentre mi trasporta all'ospedale attraverso le scure strade di Marsiglia. Sono passate 24 ore dal mio aborto clandestino presso una mammana (a quell'epoca l'aborto in Francia era illegale, e non di rado le donne morivano a causa delle condizioni antigieniche della procedura). Ho solo 24 anni e sono una giovane infermiera. Sto per morire? Mi sto osservando dall'esterno: vedo il mio corpo e il suo dolore. Guardo i miei piedi: sono pallidi e senza vita. Non riesco a muovere le gambe. Il mio viso è bianco e tirato. Guardo le pareti dell'ambulanza che si dissolvono. Vedo le luci della città che avanzano veloci verso di me. Posso vedere le stelle! Cosa sto facendo così in alto? Perché mai ogni cosa sembra improvvisamente così piccola?      

I ricordi passano davanti ai miei occhi come in un film... (Josiane si ritrova per un po' nel suo corpo). Vedo membri della mia famiglia ai piedi del mio letto attraverso una specie di foschia. Improvvisamente spariscono. Dai punti in cui erano vedo delle facce avanzare verso di me ad incredibile velocità. Corrono verso il mio viso, si espandono e poi si dissolvono. Viso dopo viso cadono su di me. Sono terrorizzata. Sto perdendo coscienza. Sono incapace di tenere gli occhi aperti. Chi sono queste persone? Alcuni li riconosco come conoscenti che so essere morti, altri non li riconosco. «Andate via! – grido – Dov'è la mia famiglia?».       

Ora tutta la stanza è piena di spiriti! Mi sovrastano e mi guardano negli occhi. Cerco di spingerli via, combatto con loro. Sembra che l'esperienza debba continuare per sempre. Questi spiriti sembrano non aver pace, le loro facce sono contorte dalla sofferenza e sembrano perduti. È spaventoso vederli andare avanti e indietro intorno al mio letto, finché alcuni spiriti con la faccia luminosa vengono vicino a me. Riflettono una luce gentile e potente, che mi ricorda le belle immagini degli angeli che io amo tanto. Mi sento nutrita ed amata da loro, e circondata dalla loro luminescenza. Questi esseri sono fatti di luce, e sebbene la loro luminosità sia intensa, non ne sono accecata. Un amore immenso, pieno di compassione, mi circonda, ed io mi sento riempita con l'essenza di quest'amore e e di questa compassione. Questo potere magnetico riempie ogni mio atomo. Non ho mai sperimentato prima d'ora un amore così profondo e potente. Io stessa sono il potere dell'amore! Fondendomi in una danza interiore nella quale ogni confine è scomparso, mi sento una cosa sola con questi esseri di compassione. Non viene scambiato alcun suono o alcuna parola, eppure ha inizio una comunicazione. Una forte presenza mi rassicura: «Sì, tu stai morendo per il mondo degli uomini. Ma per noi tu stai nascendo. Non aver paura, tu sei sempre stata con noi, e noi siamo sempre stati con te. Noi ti conosciamo. Tu ti sei semplicemente addormentata durante il tuo soggiorno sulla Terra, e ti sei dimenticata di ciò che sei. Ora stai ricordando».       

Un'ondata di libertà e di energia

Le rivelazioni riempiono la mia consapevolezza: certo, è così! Io sono uno degli esseri di luce ed essi sono come me! Cos'è questa nuova sorgente di energia? Comincia come una nuova vibrazione molto gentile che passa attraverso tutta la lunghezza del mio corpo, dai piedi fino alla cima della testa, e adesso tutto il mio sé sta vibrando. Sento come un ronzio: è sempre più forte, e ora la vibrazione ed il ronzio diventano una cosa sola. Sento un meraviglioso senso di libertà! Sono libera! Non posso opporre resistenza a questa nuova e magnifica ondata di energia che trascina il mio corpo verso l'alto. Adesso sto guardando verso il basso dal soffitto della stanza dell'ospedale! Ogni cosa sembra così piccola: vedo il mio letto ed il mio corpo che sembra piccolo e senza colore. Anche la gente intorno al letto è minuscola. Il dolore e la tristezza che riempiono la stanza sono molto intensi, eppure mi sento completamente separata dalla scena che si svolge sotto di me. Mi avvicino fluttuando e guardo la strana forma che giace nel letto. Provo una compassione inesprimibile. Comprendo ogni cosa, ma non provo alcun senso di attaccamento verso nessuno. Guardo ogni persona che sta accanto al letto e sento un amore immenso. Vorrei dir loro: «Sto benissimo. Non vi preoccupate. Sto bene, guardatemi: sono in piena forma!» Sono amore, sono comprensione, sono compassione! La mia presenza riempie la stanza. E adesso sento la mia presenza in ogni stanza dell'ospedale, dove anche il più piccolo spazio è riempito dalla presenza che è in me. Mi percepisco al di là dell'ospedale, sopra la città, e perfino mentre avvolgo la Terra. Mi sto fondendo con l'universo, sono ovunque nello stesso istante. Dappertutto vedo una luce pulsante. Una presenza amorevole mi abbraccia! Sento una voce che dice: «La vita è un dono prezioso: amare, aiutare, condividere».    

Un mondo di tenebre e di luce

Le domande sfrecciano attraverso la mia coscienza: perché c'è tanto dolore al mondo? Perché gli esseri umani sono di colore diverso? Perché hanno religioni diverse? Perché usano lingue diverse?            

Una visione mi appare. Osservo il nostro mondo dal vantaggioso punto di vista di una stella o di un altro pianeta. La Terra sembra una sfera divisa a metà. La superficie del pianeta è piatta e senza colore. Il terreno è nudo: nessuna pianta vi cresce, ed i rami degli alberi sono nudi: non ci sono frutti, fiori o foglie. Le colline sterili sono oscurate da un velo grigio. È un luogo privo di emozioni nel quale nessuno gioisce all'alba e nessuno sa quando viene la notte. Persone nude, simili a fantasmi stanno in piedi su quello che sembra un palcoscenico. Tutti questi attori sono come marionette animate da una forza invisibile: si muovono all'unisono e si fermano tutti insieme. Ad un lato di una metà della sfera, un sole cerca di splendere sul palcoscenico, ma nessuno vi presta attenzione, nessuno emette un suono. Perfino gli uccelli sugli alberi morti sono silenziosi ed immobili. L'altro lato della mezza sfera è immerso nell'oscurità. Osservo l'oscurità che cresce con spaventosa velocità e ricopre l'intero pianeta. Nessuno vi presta attenzione. Ora l'oscurità ricopre la luce del sole, e poi si estende fino a coprire tutti i brillanti pianeti dell'universo. «Questo è il mondo in assenza di luce, di amore e di libera volontà – dice la voce –. Sono le scelte della gente che hanno creato il mondo che hai appena visto».

A queste parole quel mondo da incubo comincia a dissolversi e viene sostituito dall'altra metà del pianeta: un luogo di una bellezza brillante, mozzafiato. Mi accorgo di come la Terra, il sole, la luna, l'oscurità, la luce, i pianeti, e tutte le forme di vita – le piante, le rocce, gli animali, le persone – sono interconnessi: provengono tutti dalla stessa sorgente di luce. Ogni cosa è unita da una rete trasparente, come una ragnatela, ed ogni filo emana un grande splendore. Ogni cosa pulsa con la stessa luminosità, una luce magnifica di incomparabile scintillio. «Veniamo dalla luce, ed alla luce ritorneremo», continua la voce. Mi accorgo ora di esser rimasta in mezzo ai due mondi. E mentre ho questa comprensione, appare un'immagine del sentiero che ho percorso: è stretto e roccioso, ed ho la sensazione di perdere l'equilibrio. Ho sempre più paura di cadere nel pianeta delle tenebre. Libera volontà! Ricordandomene, do un'occhiata ai miei piedi invisibili. Lo stretto sentiero si trasforma in una larga strada, l'oscurità è sostituita dalla luce. «Non scordarlo mai, mai» sento dire dalla voce. Fondendomi nella luce, sono così sopraffatta dalla gratitudine e traboccante dell'amore che mi riempie che comincio a piangere.      

Improvvisamente, il tempo e lo spazio sono di nuovo differenti, ed io sono momentaneamente consapevole del mio corpo. Sono consapevole che la finestra alla sinistra del mio letto è piena di una vibrante ed intensa luce. Sembra che mi stia chiamando e mi attira verso di lei come un magnete. Sento di nuovo il ronzio e in un attimo sto balzando attraverso la finestra! Mi immergo nella luce, io sono la luce, e la luce è me. «Veniamo dalla luce, ed alla luce ritorneremo» ripete la voce. Che gioia bagnarsi in questo incredibile saper-tutto, amare-tutto…      

Un incontro

Posso viaggiare attraverso i muri, i soffitti e lo spazio ad incredibile velocità! Vado a trovare mio figlio Philippe, che ha solo 4 anni. Un immenso potere mi muove: sono senza confini, senza forma, non più controllata dalle mie emozioni. Sono ogni cosa, ed ogni cosa è me! Sono di nuovo nella stanza d'ospedale. Una nebbia che proviene dalla porta che sta di fronte al mio letto attira la mia attenzione. In mezzo a quel vapore c'è un essere col più celestiale dei sorrisi. Jean Pierre! È mio cugino Jean Pierre! Sono sopraffatta dalla gioia. Mentre guardo Jean Pierre la stanza d'ospedale scompare: siamo sospesi nell'aria. Non ci sono porte o finestre, né pavimento o soffitto. Una brillante radiosità riempie tutto lo spazio. Lentamente lui si avvicina al mio letto e si china per baciarmi. Sento l'umidità delle sue labbra sul mio viso, il peso del suo corpo contro il mio, il tocco gentile delle sue mani su di me. Jean Pierre è come un fratello che non ho mai avuto. Dopo una lunga e dolorosa battaglia con un cancro ai polmoni, era morto due anni prima a soli 22 anni. Soffro ancora per la sua morte. Che cosa magnifica rivederlo di nuovo! E cos'è questo? Sta indossando il suo giubbotto avana, quello che era stato oggetto di tante discussioni tra noi: a lui piaceva, ed io lo detestavo. «Come hai saputo che io ero qui?» La mia domanda è un pensiero non ancora trasformato in parole, e già Jean Pierre mi risponde: «Sappiamo tutto di te, e ti diamo il benvenuto».       

Limpida, completa ed amata

Che calda sensazione di pace! Sono completa, integra, libera dal dolore e dalla paura. Non c'è né passato né futuro, ogni cosa è! Non c'è necessità di parlare per essere compresi o per comunicare. Sento una serenità al di là di ogni cosa che abbia mai conosciuto. E, gioia suprema, posso volare! Ruoto facilmente ed a gran velocità intorno a mio cugino, divertendomi molto, ed esprimendo l'infinita gioia che è in me. Ogni cosa è come dovrebbe essere: non mi sono mai sentita così limpida, così completa, così amata. Mi osservo: sono completamente sana e guarita! Posso interagire e giocare con Jean Pierre col mio vigore naturale. Esseri di luce a me familari sono anch'essi là con noi. Mi immergo nella loro amabile presenza: è come se mi stessero proteggendo e portando con loro. Siamo tutti interconnessi. Mi lascio andare in una gioia senza fine. Che sensazione di gloria! Voglio restare qui per sempre. Jean Pierre sta ora guardando verso di me mentre gli altri esseri cominciano ad andarsene. I suoi occhi scuri sono pieni di grande tenerezza e purezza. Si gira per andarsene con gli altri, ed io lo imploro di portarmi con lui. I suoi occhi sono pieni di tristezza. «Non ora – mi risponde –. C'è molto, molto lavoro per te. Devi tornare indietro e raccontarlo. La vita è un dono prezioso. Ogni momento è pieno di grandi opportunità, e sulla Terra non devi sprecare il tuo tempo. Diffondi l'amore e la comprensione. Noi saremo sempre con te: ti guideremo e ti proteggeremo, attendendo il tempo in cui saremo di nuovo riuniti quando il tuo lavoro sulla Terra sarà terminato». Resto a guardare mentre Jean Pierre si dissolve nella stessa luce brillante con la quale era entrato. Anche la luce si dissolve, ed ora la stanza è vuota. Il mio rimpianto è intenso: comincio a piangere per la disperazione e la solitudine.      

Il fastidio della condizione umana

Di colpo, mi trovo di nuovo nel mio letto d'ospedale. Ho la piena consapevolezza di ciò che mi sta intorno e della mia condizione fisica. Dei tubi sono sistemati nel mio corpo. Sono sopraffatta dal dolore e da un'intensa tristezza, e sono così debole che non posso parlare. Ho perso la voce, e i dottori sono preoccupati per le lacrime che consumano le forze che dovrei recuperare. Ma piangere è tutto quel che voglio fare! Il mio corpo mi sembra come un vestito troppo stretto, la stanza mi imprigiona, l'odore dell'infermità sorprende i miei sensi: la condizione umana mi intristisce. «Josiane, sei tornata»: riconosco la voce di mia sorella, e vedo il suo sguardo premuroso. «Sei stata in coma per tre giorni, e non sapevamo se saresti sopravvissuta».    


 

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