NDE di Jeanie Dicus

 

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Il senso dell'umorismo di Jeanie

Nel 1974 il cuore dell'allora ventitreenne Jeanie Dicus andò in fibrillazione e le sue condizioni divennero critiche. Jeanie ebbe una NDE, citata nel libro Beyond the Light (Oltre la luce) di P. M. H. Atwater. Riporto qui questa breve e divertente testimonianza perché, nella sua disarmante semplicità, offre un buon esempio di come le sintonie psichiche che si attivano durante una NDE si accordino anche agli orientamenti personali.

Stavo fluttuando al di sopra del mio corpo. Vedevo tante cuffie da doccia di colore verde (i copricapi utilizzati dal personale in sala operatoria), e tutti quelli che stavano nella stanza indossavano quei ridicoli berretti. Ce n'erano 5 o 6, ed erano in preda al panico. La loro paura era così intensa che potevo percepirla. Io stavo pensando: «Ehi, io sto bene, non preoccupatevi», ma loro non potevano ricevere il mio messaggio. Questo era piuttosto frustrante. Mi ritrovai nell'angolo destro della stanza. Sollevai le braccia e mi stiracchiai: ero stata immobile per così tanto tempo! Mi sentivo come se mi fossi tolta un corsetto, ed era una sensazione così deliziosa essere finalmente fuori dalla costrizione di quel corpo fisico! Sentii che una meravigliosa sensazione mi pervadeva, un senso di pace e di potere. Provai amore ed un senso di meraviglia nell'accorgermi che ogni domanda che mi fossi posta avrebbe ricevuto una risposta.      

Accanto a me c'era Gesù. Ero sbigottita e gli dissi: «Ma io non credo in te». Sorrise, e mi disse l'equivalente eterico di «Invece eccomi qua, stupidina». Guardando i suoi occhi, domandai: «Vuoi dire che tu sei stato con me tutto il tempo, ed io non lo sapevo?» E la sua risposta fu: «Ed ecco, io sono sempre con te, anche al di là della fine del mondo». Ora, a me un'espressione come ed ecco non stava bene e così gli dissi: «Ehi, amico, siamo negli anni settanta, e nessuno dice mai ed ecco. Svegliati!» Fece un sorrisetto, suppongo che lo stessi divertendo, e poi risposte: «Vuoi essere reincarnata?» «Ehi, dammi un po' di respiro – gridai (ma senza emettere alcun suono) – Sono appena morta! Non c'è modo di riposarsi un poco?» «Non te la prendere, rilassati, va tutto bene. Puoi cambiare idea quando ti pare». Io ansimai «Non credo nemmeno in te e adesso tu vuoi farmi reincarnare. Aiuto!» La conversazione continuò su questo tono. Mi chiese perfino di baciargli i piedi, ma io gli dissi: «Te lo puoi scordare!» Però lo abbracciai forte e lo baciai sulla guancia. Ottenni l'equivalente di una sonora risata. Mi sentivo così felice con lui che le parole non erano più necessarie. Comunicavamo da mente a mente.   

La luce e l'amore

Improvvisamente, fui consapevole che Dio stava arrivando. Venni alla conclusione che avevo avuto bisogno di relazionarmi ad un Cristo dalla forma umana per non essere troppo spaventata. Arrivò la luce e mi fu data una scelta: avrei potuto restare intrappolata sulla Terra, capace di vedere e sentire ogni cosa, ma incapace di aiutare chicchessia, fosse pure mia figlia (mi fu detto che quello era il limbo), oppure potevo stare con Dio. Ovviamente scelsi Dio. La bianca luce di fronte a me era una specie di lampadina a luce bianca, ma di estrema potenza. Rammento di aver pensato che i miei occhi stavano bruciando, ma poi mi ricordai che non avevo più gli occhi, e dunque non potevano bruciare. Dio era amore e l'amore era la luce, era il calore che permeava ogni atomo del mio essere. Questa sensazione era talmente deliziosa, che stavo piangendo un torrente di lacrime che non esistevano. Era qualcosa di immenso, ero amata, non mi sentivo irrilevante: mi sentivo umile, piena di meraviglia e di stupore. Per molto tempo dopo questa mia NDE ho concluso le mie preghiere con un «Tu che sei così taaanto grande!». Era il mio modo di esprimere la mia ammirazione e la mia gratitudine.    

Gli eventi della vita

Poi fui istantaneamente trasportata in una stanza a volta in cui vi erano schermi quadrati lungo le pareti e sul soffitto, come centinaia di schermi televisivi. Su ciascuno schermo c'era la proiezione di un evento della mia vita. Quelli belli, quelli brutti, quelli segreti, quelli spiacevoli e quelli speciali. Venivano trasmessi tutti contemporaneamente, senza alcun ordine cronologico. Tutto era silenzioso. Se guardavo uno degli schermi, potevo concentrarmi su di esso, e potevo anche udire i suoni di quelle scene. Non solo le mie parole, ma anche i miei pensieri, i miei sentimenti, ogni cosa. E se guardavo le altre persone o gli animali presenti nella scena, potevo percepire anche i loro pensieri ed i loro sentimenti. E potevo mettere in relazione queste cose con gli eventi che ne seguivano. Mi sentivo pervasa non da un senso di colpa, ma da un forte sentimento di responsabilità.      

Poi Dio mi disse: «Ti ho dato il prezioso dono della vita. Cosa ne hai fatto?» Risposi in tono flebile, con la coda tra le gambe: «Ho solo 23 anni: non sapevo che avrei dovuto fare qualche cosa. Ho una figlioletta di due anni, alla quale devo dedicare il mio tempo e le mie energie». Non era una buona risposta, ma era la verità. Io ero il mio giudice e ne fui soddisfatta: suppongo che questo fosse ciò che Dio voleva. Ma la prossima volta che questo accadrà, ho una lista pronta. Adesso ho un foglietto attaccato alla porta del mio frigorifero che dice: «Metti in pratica occasionalmente la gentilezza e quando puoi esegui atti di bellezza senza scopo».      

La realtà del tempo e dello spazio

Feci anche un sacco di domande riguardo il peccato, l'omicidio, e cose del genere, ed ottenni tutte le risposte. Mi fu detto che prima di nascere dobbiamo giurare che accetteremo di considerare il tempo e lo spazio come reali, in modo da poter venire su questa Terra per far progredire il nostro spirito. Chi non fa questa promessa, non può nascere.      

Probabilmente questo giuramento è collegato ad una clausola contrattuale per la quale il tempo e lo spazio qui sulla Terra diventano poi effettivamente reali, indipendentemente dal fatto che ci crediamo o meno!


 

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